Si è svolto a Caserta lo scorso 13 maggio, il primo dei 4 giorni del XXI convegno nazionale di Pastorale della salute “Feriti dal dolore, guariti dalla Grazia” della Cei- Conferenza episcopale italiana.
La dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione medici per l’ambiente-Isde (International society of doctors for the environment) ha preso parte ai lavori delle sessioni A8-B1 “ Custodire il creato per una salute integrale”.
La dottoressa Litta è intervenuta sul tema: “Dall’acqua la vita e la salute. Compito di ciascuno custodirne pulizia e salubrità come dono ricevuto e da restituire”.
Di seguito un estratto della relazione (il testo integrale può essere richiesto a isde.viterbo@gmail.com) :
“…San Francesco d’Assisi, nel Cantico delle creature, composto nel XIII secolo, chiamava l’acqua sorella. Nel nostro secolo l’acqua rimane sempre sorella, elemento fondamentale per nostra la vita e per quella di tutte le specie e la terra tutta.Rimane sempre umile e sempre preziosa, visto quanta se ne spreca e quanto la si paga in termini di servizi, e in relazione al giro d’affari legato al commercio delle acque minerali e alle guerre che si combattono per aggiudicarsene il controllo in tante parti del mondo.Di sicuro, e sempre meno, è casta, nel senso di pulita, salubre, perché inquinata da pesticidi, sostanze chimiche e microrganismi di varia origine e utilizzata spesso per far scomparire, in fretta e senza spesa ogni genere di scoria e rifiuto tossico e questo rappresenta una minaccia concreta alla salute, in particolare alla salute dei bambini e all’ambiente in generale.E’ necessario quindi impegnarsi e mettere in atto interventi perché l’acqua torni ad essere un elemento salubre e non una minaccia perché inquinata e contenente miscele di sostante tossiche e cancerogene, e perché il suo principale uso torni ad essere quello di soddisfare il primario e vitale bisogno di bere.Per fare questo è però necessario che il tema della tutela e del risparmio dell’acqua torni ad avere un ruolo centrale e costante nel dibattito e confronto, scientifico, sociale, economico, culturale e anche spirituale, per la sua intrinseca simbologia.La relazione che abbiamo con l’acqua, le modalità di tutela, risparmio, accesso e gestione di questa risorsa sono infatti tra le più importanti cartine di tornasole per giudicare il livello della civiltà umana”.
Nell’intervento della referente dell’Isde anche alcune drammatiche quanto emblematiche vicende di diversi bacini lacustri in Italia, tra cui anche il lago di Vico, e nel mondo che evidenziano la necessità anche di un rapido abbandono dell’agricoltura intensiva e chimica in favore di una agricoltura senza pesticidi, più sana, naturale, ecologica, rispettosa cioè della composizione e della vitalità dei suoli, della biodiversità e non asservita alle logiche di sfruttamento e profitto delle monocolture.
Un’ agricoltura che non contribuisca ai cambiamenti climatici come fa invece l’agricoltura intensiva e le monocolture, un’agricoltura quindi che non inquini l’aria, l’acqua e il cibo; una agricoltura che sappia riappropriarsi delle conoscenze e dei saperi acquisiti nel corso dei millenni di storia umana, ricominciando a produrre rispettando i naturali cicli della terra e insieme la dignità del lavoro, tutelando così l’ambiente e la salute di tutti a cominciare proprio da quella degli agricoltori e delle loro famiglie.