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Un tavolo di lavoro a cui siedano tutti i soggetti preposti per elaborare una strategia locale di contrasto ai tumori, basata su informazioni ed analisi specifiche: questa la risultanza della commissione Servizi del comune di Città di Castello, riunita nei giorni scorsi su “Salute e tumori: gestione del rischio in Alto Tevere”.

Convocata dal presidente Giovanni Procelli, la commissione si è aperta con l’intervento dell’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini: “Nelle ultime settimane si sono susseguiti diversi incontri tesi a portare in evidenza il tema delle patologie oncologiche a Città di Castello e a facilitare una maggiore consapevolezza, sia delle politiche che dei privati, rispetto a questo tema, che come noto presenta alcuni aspetti critici. Anche la presente occasione ci sembra un modo per aggredire il problema e trovare soluzioni. Il Comune naturalmente è pronto a fare tutto quanto necessario, sempre dalla parte dei cittadini”. Emanuela Arcaleni, consigliera di Castello Cambia, che aveva fatto richiesta di una commissione ad hoc, ha precisato che “stasera non ci aspettiamo rimedi ma la disponibilità di tutti ad andare ad una indagine conoscitiva per arrivare ad una azione politica incisiva e concerta che a contrasto delle patologie oncologiche non c’è mai stata prima”. Fabrizio Stracci, direttore del Registro dei tumori della popolazione umbro, ha spiegato come “i dati critici, superiori alla media in Umbria e con una particolare concentrazione in Alta Valle del Tevere sono relativi al cancro gastrico negli uomini. Negli ultimi anni le percentuali tendono a riallinearsi al dato nazionale ma ancora siamo oltre i valori standard”. Stefano Bravi, responsabile dell’Oncologia dell’ospedale di Città di Castello ha parlato di “una molteplicità di malattie e di molteplici cause, non c’è una sola origine e una sola manifestazione. La prevenzione è importante sia primaria che secondaria così come che la legge recepisca le evidenze della scienza in base al principio di precauzione. Infine le scelte politiche: se c’è una percentuale alta di cancro gastrico, fare una gastroscopia deve essere veloce e facile così come altre indagini mirate”.  Paolo Stranieri, rappresentante dell’Arpa ha sottolineato come “oltre alla raccolta di informazioni ordinaria, in Alto Tevere abbiamo effettuato tre campagne specifiche per avere datti ambientali aggiuntivi. Spesso dai dati generali non emerge un elemento ambientale che va approfondito.  Entro una cornice istituzionale siamo disponibili a ulteriori analisi”.

Carlo Romagnoli, presidente ISDE e rappresentante di Medici per l’Ambiente, ha invitato ad “eliminare ciò che fa male. La gestione deve riguardare il rischio mentre spesso noi gestiamo i danni alla salute. In questo quadro le sostanze pericolose vanno eliminate non gestite. C’è una caratterizzazione ambientale: venendo a Città di Castello ha incontrato distese di tabacco; i pesticidi dove vanno a finire? C’è la caratterizzazione urbanistica: a Trestina c’è Colorglass. In Alto Tevere manca un modello per la gestione del rischio e la soglia di tolleranza dei cittadini all’inquinamento deve ridursi”. Luca Stalteri, agronomo e titolare di una azienda agricola biologica, ha parlato dei distretti bio, previsti dalla programmazione europea “che sono un incentivo alle colture sostenibile e alle filiere corte ma anche all’economia circolare”. Giorgio Miscetti, per il Dipartimento di Prevenzione e Igiene pubblica della ASL Umbria 1, ha messo in evidenza il ruolo “dei fattori ambientali e comportamenti nella definizione e individuazione dei fattori di rischio: il fumo per esempio o l’uso di carni rosse lavorate. Diagnosi precoce e prevenzione sono due strade importanti così come condividere conoscenze ed approfondimenti ad un tavolo in un quadro generale, ambientale e socio-comportamentale coordinato”. Il dibattito è stato aperto da Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha chiesto “controlli su quanto viene utilizzato in agricoltura. Manca un progetto di gestione e anche risorse umane per i controlli. Abbiamo fatto un regolamento per i fitofarmaci: il tabacco è cresciuto, ho fatto segnalazioni ma nessuno le ha raccolte. C’è qualcosa che non dobbiamo sapere?”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha sostenuto “che esiste un livello di ipocrisia. Sappiamo cosa fa veramente male: il cellulare, i prodotti chimici per la casa, gli ogm, piante ed animali, geneticamente modificati. Il consiglio ha varato un regolamento sull’uso dei fitofarmaci ma nessuno controlla”.

Per Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, “ci sono problematiche di tipo economico che nessuno vuole riconoscere o andare a toccare. Dal ’94 ad oggi mi chiedo quanti morti ci sono in Umbria per alcune tipologie di cui non sappiamo ancora le cause. Dobbiamo trovare un equilibrio con l’interesse economico legittimo ma non possiamo tacere sulle conseguenze di alcuni sistemi. Se fanno male i fitofarmaci non devo essere usati.  Se aziende producono sostanze e non possono fare diversamente, il prg prevede delocalizzazioni ma ancora non lo stiamo facendo”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha citato la sua mozione approvata dal consiglio co,”sul modello di politica della salute che il  comune deve iniziare a definire anche alla luce dei dati del registro epidemiologico dell’Umbria: dato epidemiologico, dato clinico, precauzione, nuova politica e tavolo di lavoro, per un’azione di sistema in cui siano rappresentanti tutti i soggetti in grado di apportare un contenuto e assumere decisioni. Nel breve periodo possiamo fare una raccolta firme contro la chiusura del registro dei tumori e fare uno screening specifico per il cancro gastrico in Alto Tevere. L’obiettivo deve essere, come il dispositivo della mia mozione, un modello di politica locale per la salute, attraverso azioni di sistema, affrontando anche il dato epidemiologico tumorale e contrastandolo attraverso comportamenti, stili di vita ed ambiente salubri”. Emanuela Arcaleni , consigliere di Castello Cambia, si è detta soddisfatta della commissione che “per la prima volta ha affrontato in maniera congiunta con tutti i soggetti interessati al problema della salute e del controllo ambientale. Tutti hanno riconosciuto l’opportunità di aprire un confronto per trovare soluzioni alla gestione dei fattori di rischio che minacciano la salute. Oggi è solo un primo passo; il lavoro successivo deve portarci ad un gruppo di lavoro che riunisca tutti i soggetti responsabili per individuare le strategie necessarie: screening precoce, controllo degli inquinanti acqua, aria, suolo, per capire quali strategie di prevenzione primaria e secondaria deve mettere in atto. Basta con gli annunci bisogna fare”. Interventi sul tema anche da parte del pubblico presente che ha sottolineato aspetti specifici del problema in Alto Tevere Umbro.

Fonte: umbriadomani.it

 

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