Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità( http://who.int/phe/publications/air-pollution-global-assessment/en/) il 92% della popolazione mondiale respira aria inquinata e pericolosa per la salute e sono necessarie quindi azioni urgenti per affrontare l’inquinamento atmosferico.Secondo il rapporto dell’Agenzia europea all’ambiente (https://www.eea.europa.eu/soer-2020/intro) “The European environment – state and outlook 2020. Knowledge for transition to a sustainable Europe” (SOER 2020)” circa il 20 % della popolazione urbana dell’UE vive in aree esposte a concentrazioni di inquinanti atmosferici superiori ad almeno uno standard di qualità dell’aria dell’UE. L’esposizione al solo particolato fine è responsabile di circa 400.000 decessi prematuri in Europa ogni anno. In Italia le morti attribuibili ad inquinamento dell’aria sono ogni anno circa 90 mila (http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2020/006-20/il-rapporto-sullo-stato-dellambiente-in-europa)
Qualità dell’aria e salute
E’ noto da decenni che la qualità dell’aria è di fondamentale importanza per la salute, infatti a maggiori livelli d’inquinamento atmosferico sono correlati incrementi evidenti non solo di malattie respiratorie e cardiovascolari, ma anche malattie cronico-degenerative, e tumori, specie del polmone. Sono necessari interventi urgenti e non più rimandabili in grado di ridurre drasticamente la produzione e immissione in ambiente di anidride carbonica e altri gas serra e di sostanze nocive e tossiche, con particolare riferimento al particolato fine ed ultrafine (classificato nel 2013 dalla Agenzia internazionale di ricerca sul cancro-Iarc come cancerogeno certo), agli idrocarburi policiclici aromatici, ai metalli pesanti, al benzene, alle molecole diossino-simili: tutti agenti potenzialmente mutageni e/o epimutageni e quindi cancerogeni e teratogeni. E’ indispensabile che in tutto il territorio nazionale siano ampliate le reti di monitoraggio della qualità dell’aria, con utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, in particolare nelle aree e nei distretti con presenza di rilevanti fonti d’inquinamento: aree industriali, grandi poli di produzione energetica, città con elevato traffico veicolare, aree portuali e aeroportuali. Devono essere realizzate politiche attive che riducano complessivamente la necessità di ricorrere ai processi di combustione, principali responsabili dell’inquinamento atmosferico urbano. Si tratta in primo luogo di attuare politiche urbanistiche volte sia alla riduzione del fabbisogno energetico degli edifici grazie al miglioramento della loro coibentazione ed all’aumento dell’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento-raffrescamento, sia alla riduzione della necessità di ricorrere all’uso degli autoveicoli per la mobiltà urbana e quindi incentivare anche il telelavoro e le videoconferenze.
Riconsiderare il modello di mobilità
Una migliore qualità dell’aria potrà essere garantita soltanto da una rapida trasformazione dell’intero sistema dei trasporti nazionale e internazionale che permetta una drastica riduzione dell’immissione in atmosfera dei prodotti derivanti dalla combustione di petrolio, gasolio, benzine e gas. E’ necessario quindi prima di tutto ridurre lo spostamento delle merci su grandi distanze, disincentivare il trasporto commerciale su gomma ed incentivare il trasporto su rotaia per il trasporto di merci e persone; ridurre il traffico automobilistico ed in particolare quello privato nelle grandi e piccole città, che potrebbero così recuperare fascino, bellezza e condizioni di vita più salubri anche attraverso l’utilizzo di mezzi ad alimentazione elettrica /o ibrida e l’uso delle biciclette. Ciò può essere realizzato attraverso scelte urbanistiche che avvicinino i servizi – a cominciare da quelli amministrativi – alle residenze, riqualifichino e ripopolino i centri storici e ricostruiscano il tessuto di piccole attività artigianali e commerciali delle città, soffocato e distrutto da politiche orientate a privilegiare i grandi centri commerciali, responsabili, a loro volta, di una quota certo non trascurabile di traffico veicolare. Anche il trasporto navale di merci e quello delle mega navi da crociera deve essere sottoposto a stretto monitoraggio e a politiche di razionalizzazione e anche per questo settore si devono prevedere interventi legislativi che obblighino all’utilizzo di carburanti sempre meno inquinanti.
Ridurre l’impatto ambientale e sanitario del trasporto aereo per migliorare la qualità dell’aria
Poiché il traffico aereo è attualmente responsabile di una quota sempre più considerevole delle emissioni di anidride carbonica, è assolutamente indispensabile, anche per ridurre l’effetto serra, una netta riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo insieme ad una moratoria per la costruzione di nuovi aeroporti e l’ampliamento di quelli già esistenti anche in considerazione della presenza degli oltre 100 aeroporti già dislocati su tutto il nostro territorio nazionale e degli evidenti e gravi danni alla salute riscontrati nelle comunità che vivono in prossimità di sedimi aeroportuali. Per quanto attiene alla salute umana i principali inquinanti generati dalle emissioni degli aerei sono: polveri – Particolato PM-, Monossido di carbonio, Ossidi di Azoto, Biossidi di Zolfo, Ozono, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), in particolare Benzene. Le popolazioni che vivono in prossimità di aeroporti pagano pertanto in termini di malattie e cause di morte correlate anche a questa particolare forma d’inquinamento il prezzo più alto di scelte che hanno spesso messo al primo posto solo il profitto di pochi invece che la salute dei cittadini.In particolare anche negli studi internazionali e nazionali più recenti sono stati rilevati molti degli effetti sanitari già noti e generati dal trasporto aereo ovvero: malattie cardiovascolari, respiratorie, neoplastiche, disturbi della sfera neuro-comportamentale, disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione nei bambini, e una riduzione della qualità della vita per compromissione della qualità del sonno a causa delle operazioni aeroportuali svolte nelle ore notturne.Migliorare quindi la qualità dell’aria e così tutelare la salute di persone e ambiente, anche nelle grandi città italiane a cominciare da Milano, Torino, Napoli, Roma, Firenze, Bergamo, Treviso, Bologna e in tutte quelle sedi di aeroporti, significa quindi anche attuare una drastica riduzione dei voli sugli aeroporti cittadini ed evitare ampliamenti degli aeroporti già esistenti.