Da oltre 15 anni l’Associazione medici per l’ambiente- Isde (International society of doctors for the environment) di Viterbo studia, documenta e segnala il degrado dell’ecosistema del lago di Vico e i possibili e connessi rischi per la salute delle popolazioni residenti nei due comuni rivieraschi.
L’Isde è più volte intervenuta anche presso le competenti Istituzioni italiane ed europee perché le popolazioni di Caprarola e Ronciglione siano rifornite di acqua potabile da assumere in piena sicurezza. Purtroppo su questo fronte dobbiamo tornare a denunciare la mancanza di interventi appropriati e risolutivi a fronte di documenti, studi e atti regionali che motivano e supportano la grave preoccupazione e le richieste innumerevoli volte reiterate della nostra Associazione.
Nei giorni scorsi abbiamo preso visione della documentazione resa disponibile dalla Asl di Viterbo circa i giudizi d’idoneità relativi alle acque erogate ad uso umano nei comuni di Caprarola e Ronciglione (periodo giugno 2021 – gennaio 2022).
La documentazione conferma ancora una volta, e purtroppo, i giudizi negativi relativamente alla qualità delle acque erogate nei due acquedotti comunali, a causa del noto e ultradecennale degrado dell’ecosistema lacustre, causato dalle attività antropiche che si svolgono nella sua caldera- per la maggior parte legate alla monocoltura del nocciolo- e per l’inefficienza dei sistemi di potabilizzazione.
In particolare nelle comunicazioni al sindaco di Caprarola del giorno 8 giugno 2021 numero di protocollo 44295 e del giorno 11 gennaio 2022 numero di protocollo 1923, come in quelle al sindaco di Ronciglione del giorno 8 giugno 2021 protocollo n. 44296 e del giorno 11 gennaio 2022 protocollo n.1925, il Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene Alimenti Nutrizione Acque Potabili della Asl di Viterbo, scrive: “… acqua non potabile per la rilevante presenza di Cianoficee (fra cui anche la specie potenzialmente tossica Planktothrix rubescens) e tossine algali, parzialmente abbattute dall’impianto di potabilizzazione.…”.
Sempre da questa stessa documentazione disponibile si evincono, in alcuni esami, superamenti per il parametro Arsenico – elemento cancerogeno certo di Classe 1 secondo la classificazione della Agenzia internazionale di ricerca sul cancro – Iarc, del Boro e presenza di batteri coliformi nelle acque in distribuzione.
Come noto, nei due Comuni persistono di conseguenza e da anni ordinanze di non potabilità dell’acqua che attestano il possibile rischio per la salute dei residenti per esposizione cronica e di lungo periodo (ordinanza n.92 del 28/12/2012) e (rete idrica lago di Vico – ordinanza n.11 del 19/01/2015- rete idrica fogliano -ordinanza n.135 del 25 luglio 2017).
L’Isde di Viterbo, per la documentazione sopra richiamata, resa disponibile dalla Asl di Viterbo, e in considerazione:
· della Deliberazione del n. 276 del 19 maggio 2020 della Giunta regionale del Lazio che indica nella classificazione inferiore alla categoria A3 le acque lacustri vicane per la produzione di acqua potabile e stabilisce che: “… tali acque possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e solo dopo opportuno trattamento…” e
· delle conclusioni dello studio CyanoAlert Horizon 2020, per quanto di pertinenza dell’Istituto Superiore di Sanità-Iss nelle quali si legge: “…Poiché oltre che Riserva naturale e zona SIC il lago di Vico è tutelato in qualità di fonte di approvvigionamento idropotabile, la presenza di cianotossine, conseguenza delle fioriture di specie tossiche dovute allo stato trofico delle acque del lago, rende l’eventuale uso delle acque per fruizione limitato a situazioni di emergenza, in assenza di altri approvvigionamenti disponibili con mezzi congrui e richiede delle misure di trattamento di elevata e provata efficienza”,
torna a chiedere urgentemente a tutte le Istituzioni per quanto di loro competenza di interrompere la captazione di acqua dal lago di Vico e di rifornire di acqua potabile con mezzi alternativi le popolazioni di Caprarola e Ronciglione.