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ISDE, insieme ad una ventina di altre associazioni ha inviato nei mesi scorsi a tutti i partiti una lettera aperta in merito alla proposta di Direttiva della Commissione europea per la revisione degli standard UE di qualità dell’aria presentata il 26 ottobre.

Questo aggiornamento degli standard sulla qualità dell’aria, cruciale per la salute pubblica, offre al Consiglio Europeo un’opportunità unica per salvare vite umane e prevenire malattie su una scala di valori senza precedenti.

Il costo dell’inquinamento atmosferico è stimato fino a 940 miliardi all’anno per l’UE. Nonostante l’Italia abbia già subito ben tre condanne da parte della Corte di Giustizia Europea per violazione dei limiti di legge, ancora diverse città italiane dominano la “top 10” della classifica europea quanto ad inquinamento.

Il costo per il nostro paese rappresenta circa il 5% del PIL. Ciò include i costi sanitari legati alla morte prematura e alle malattie legate all’inquinamento atmosferico, alle perdite di produttività dovute sia alle giornate lavorative perse che alla riduzione della produttività dei lavoratori, alle perdite di raccolto, al deterioramento del paesaggio naturale che colpisce il settore turistico e ai danni agli edifici.

Le associazioni si sono appellati ai partiti politici affinché, in questa legislatura, si impegnino per proteggere la salute delle persone dall’inquinamento atmosferico – ed in particolare quella dei gruppi vulnerabili come i bambini o i pazienti già affetti da malattie – sostenendo standard vincolanti UE in materia di aria pulita tali da soddisfare pienamente le raccomandazioni dell’OMS sulla qualità dell’aria, al più tardi entro il 2030.

Più a lungo persisterà il divario tra evidenze scientifiche e limiti previsti dalla normativa, più a lungo l’UE non riuscirà a prevenire le morti premature e le malattie legate all’inquinamento atmosferico.

 

Per chi vuole approfondire: