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Dichiarazione di Gianfranco Porcile, Referente ISDE Liguria

Il rigassificatore trasforma il gas liquido naturale (LNG) in carburante allo stato gassoso: nel processo il rischio è che si liberino metano, etano, propano e azoto. Alcuni di questi gas rientrano nei COV (Composti Organici Volatili): si tratta di sostanze sempre tossiche per gli animali e l’uomo, in alcuni casi cancerogene/leucemogene (come benzene e formaldeide). Esiste, inoltre, la possibilità che si verifichi un’esplosione: l’incidente è il pericolo più grave e più frequente. Si tratta di materiale altamente infiammabile ed esplosivo.

La nave-rigassificatore dovrà essere posizionata a circa 4 Km dal comune di riferimento (Vado Ligure), ma si troverà a 2,3 Km dalla spiaggia e dalla città di Savona. La Liguria ha già da tempo un suo impianto rigassificatore a La Spezia. Posizionare un secondo rigassificatore nella stessa regione, tra l’altro molto piccola rispetto alla media italiana, è chiaramente una scelta del Presidente Toti che desidera avere i favori del governo in carica.

Non sono state assolutamente valutate le conseguenze ambientali: la zona è al centro del Santuario dei Cetacei che già sono torturati dalla presenza di navi da crociera e traghetti (inquinamento marino delle acque e da rumore) che partono da Genova e da Savona. Ma tutta la fauna ittica sarà danneggiata da questa ulteriore presenza estranea. Esiste il rischio che il Comune di Vado accetti la presenza dell’impianto in cambio di finanziamenti risarcitori: è già successo con la piattaforma Maersk, già fatta e attiva.

Infine occorre denunciare una scelta governativa folle: il commissariamento dell’opera, nella persona del governatore Toti, consentirebbe di non  doverla sottoporre a Valutazione d’impatto ambientale e\o sanitario.