La restrizione si basa su una proposta presentata dall’ECHA (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nel gennaio 2019 e che i comitati scientifici dell’Agenzia hanno sostenuta nel 2020. Le condizioni della restrizione sono specificate nel provvedimento pubblicato nella Gazzetta ufficiale della UE.
ISDE, impegnata nella “Campagna per la prevenzione dei rischi per la salute da esposizione alla plastica” esprime soddisfazione per questa decisione della Commissione Europea.
Le microplastiche
Le materie plastiche semplificano la nostra vita in vari modi, risultando spesso più leggere o meno costose rispetto ai materiali alternativi. Tuttavia, se non sono smaltite o riciclate correttamente, possono finire nell’ambiente, dove rimangono per secoli e si degradano in pezzi sempre più piccoli. Questi piccoli frammenti (solitamente più piccoli di 5 mm) sono chiamati microplastiche e destano preoccupazione.
Le microplastiche sono particelle di plastica solide composte da miscele di polimeri e additivi funzionali. Possono anche contenere impurezze residue. Le microplastiche possono formarsi accidentalmente quando pezzi di plastica più grandi, quali pneumatici di automobili o tessuti sintetici, si usurano, ma sono anche fabbricate e aggiunte intenzionalmente a determinati prodotti per uno scopo specifico, ad esempio come granuli esfolianti negli omonimi preparati per il corpo e per il viso.
Quali sono le preoccupazioni dell’ECHA
Le microplastiche vengono intenzionalmente aggiunte a una varietà di prodotti, tra cui fertilizzanti, prodotti fitosanitari, cosmetici, detergenti industriali e per la casa, prodotti per la pulizia, vernici e prodotti utilizzati nell’industria petrolifera e del gas. Le microplastiche sono altresì utilizzate come materiale di riempimento morbido sui campi sportivi in erba sintetica.
Nei prodotti di consumo le particelle di microplastica sono note soprattutto per le loro proprietà abrasive (ad esempio, come agenti esfolianti e leviganti, denominati microgranuli, nei cosmetici), ma possono svolgere anche altre funzioni, come controllare lo spessore, l’aspetto e la stabilità di un prodotto. Sono utilizzate addirittura come glitter o nel trucco.
Secondo le stime l’utilizzo complessivo annuo di microplastiche tra UE e SEE (Spazio economico europeo) ammonta a circa 145 000 tonnellate.
Restrizioni proposte dall’ECHA
Nel 2017 la Commissione europea ha invitato l’ECHA a valutare le prove scientifiche per l’adozione di un’azione normativa a livello dell’UE in riferimento alle microplastiche aggiunte intenzionalmente ai prodotti (ovvero sostanze e miscele).
Nel gennaio 2019 l’ECHA ha proposto l’ampia restrizione delle microplastiche nei prodotti immessi sul mercato UE/SEE per evitarne o ridurne il rilascio nell’ambiente. Da marzo a settembre 2019 è stata organizzata una consultazione sulla proposta di restrizione. L’ECHA ha ricevuto 477 singole osservazioni. Informazioni dettagliate sulla consultazione, comprese le risposte non riservate, sono disponibili sul sito web dell’ECHA.
Si prevede che la proposta impedirà il rilascio di 500 000 tonnellate di microplastiche nell’arco di 20 anni.
La Commissione sta valutando altre opzioni per ridurre i rilasci di microplastiche formatesi accidentalmente nell’ambiente acquatico nell’ambito della strategia sulla plastica e del nuovo piano d’azione per l’economia circolare.
Pareri dei comitati scientifici ECHA
Il comitato per la valutazione dei rischi (RAC) dell’ECHA ha adottato il proprio parere nel giugno 2020. Ha sostenuto la proposta, pur raccomandando criteri più severi di deroga per i polimeri biodegradabili nonché un divieto, dopo un periodo di transizione di sei anni, per le microplastiche utilizzate come materiale di riempimento sui campi in erba sintetica. Il RAC ha anche concluso che la dimensione limite inferiore, pari a 100 nanometri (nm), per la restrizione delle microplastiche proposta dall’ECHA non è necessaria ai fini dell’applicazione della normativa e non ha raccomandato alcuna dimensione limite inferiore.
Il comitato per l’analisi socioeconomica (SEAC) ha adottato il proprio parere nel dicembre 2020. Ha sostenuto la proposta dell’ECHA, ma ha formulato alcune raccomandazioni destinate alla considerazione della Commissione europea nella fase decisionale.
Al fine di ridurre le microplastiche, il SEAC ha raccomandato, tra l’altro, un limite di dimensioni inferiore pari a 1 nm. Ha anche espresso l’avviso che potrebbe essere necessario un limite di dimensioni inferiore temporaneo pari a 100 nm per garantire che la restrizione possa essere applicata rilevando le microplastiche nei prodotti.
Per controllare il rilascio nell’ambiente di materiale di riempimento proveniente da campi in erba sintetica, il SEAC non ha favorito alcuna opzione di gestione del rischio tra tutte quelle proposte dall’ECHA. Il comitato ha dichiarato che la scelta finale dipenderà dalle priorità politiche, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle emissioni.