Oggi, 24 aprile, il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva un accordo politico provvisorio con i governi dell’UE su nuove misure per migliorare la qualità dell’aria nell’UE ed eliminare i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità, con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni. (Qui sarà possibile vedere il voto degli eurodeputati)
L’inquinamento atmosferico continua ad essere la prima causa ambientale di morte prematura nell’UE, con circa 300,000 morti premature all’anno.
La Direttiva adottata (testo approvato) costituisce una soluzione di compromesso. Prevede limiti più cautelativi rispetto a quelli attuali, prevede l’introduzione di limiti giornalieri per il PM2,5 e il NO2 che sinora non c’erano ed altre novità positive, ma non si conforma pienamente ai valori raccomandati dall’OMS per salvaguardare la salute umana.
Come ISDE Italia, durante tutto il trilogo, anche in collegamento con le reti di associazioni ambientaliste e per la salute, abbiamo richiesto soluzioni più coraggiose, ma – in ultimo – abbiamo detto che questa soluzione è meglio del mantenimento dello status quo.
E’ significativo che il Governo italiano e le regioni del nord (il Presidente della Lombardia se ne è pubblicamente gloriato) si sia battuto per annacquare il più possibile questo provvedimento. Evidentemente poco interessati a tutelare la salute dei propri cittadini. Fra i risultati di questa battaglia di retroguardia la possibilità di rinviare di ulteriori dieci anni (dopo il 2030) nella Pianura Padana i nuovi limiti.
Proprio laddove c’è più bisogno di intervenire in modo radicale, visti anche i livelli veramente elevatissimi e intollerabili delle polveri sottili più nocive (PM2,5), che anche questo febbraio hanno registrato livelli superiori ai 100 microgrammi per metro cubo.
Come ISDE italia continueremo a batterci perchè il governo centrale, le regioni e le amministrazioni locali pongano al primo posto la salvaguardia della salute, promuovendo azioni incisive per ridurre le emissioni inquinanti, anche se queste potranno “disturbare” potenti lobby economiche che sono più ascoltate da chi deve assumere le decisioni.
La direttiva stabilisce limiti e obiettivi più rigorosi per il 2030 per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato (PM2.5, PM10), NO2 (biossido di azoto) e SO2 (anidride solforosa). Gli Stati membri potranno chiedere che il termine per il 2030 sia posticipato di un massimo di dieci anni, se sono soddisfatte condizioni specifiche.
In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, le persone colpite dall’inquinamento atmosferico potranno intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento se la loro salute è stata danneggiata.
Saranno inoltre istituiti più punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città e gli indici di qualità dell’aria, attualmente frammentati in tutta l’UE, diventeranno comparabili, chiari e disponibili al pubblico.
Dopo la votazione, il relatore Javi López (S&D, ES) ha dichiarato: “Aggiornando gli standard di qualità dell’aria, alcuni dei quali sono stati stabiliti quasi due decenni fa, l’inquinamento sarà dimezzato in tutta l’UE, aprendo la strada a un futuro più sano e sostenibile. Grazie al Parlamento, le norme aggiornate migliorano il monitoraggio della qualità dell’aria e proteggono in modo più efficace i gruppi vulnerabili. Quella di oggi è una vittoria significativa nel nostro costante impegno a garantire un ambiente più sicuro e più pulito per tutti i cittadini europei.“
La legge deve ora essere formalmente adottata dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore 20 giorni dopo. I Paesi dell’UE avranno quindi due anni di tempo per applicare le nuove norme.