Numerosi presidenti di associazioni legate alle scienze naturali e al clima hanno diffuso l’appello “ascoltare la scienza”. Appello che ISDE Italia sostiene con convinzione.
L’appello si apre con queste dichiarazioni: “La scienza è l’unica fonte affidabile di informazione sulla realtà che ci circonda, sul funzionamento del mondo fisico, chimico, geologico e biologico; è essenziale nella formazione di ogni persona; è riconosciuta come la base dello sviluppo tecnologico e del miglioramento della qualità di vita delle persone. Ogni società moderna deve basarsi sulla conoscenza scientifica. Non farlo avrebbe conseguenze molto gravi per la nostra salute, la nostra economia e il nostro benessere.“
L’appello contiene inizialmente una spiegazione del metodo scientifico e della sua affidabilità, cui segue l’invito alle forze politiche della campagna elettorale europea a basare i loro programmi su dati scientifici, evidenziando come spesso questi stessi vengano messi in dubbio per interessi economici o ideologie.
Gli esperti tengono a ricordare che oltre 60 anni di ricerche hanno chiarito “in modo inequivocabile” che “le attività umane hanno avuto un ruolo determinante nella genesi dei cambiamenti climatici”. Le Nazioni unite, proseguono, hanno costituito da tempo “due istituzioni fondamentali” per comprendere tali dinamiche: l’Ipcc (International panel on climate change) per il cambiamento climatico, l’Ibpes(Intergovernamental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services) per i sistemi naturali. Eppure “le conoscenze scientifiche consolidate continuano a essere messe in dubbio o negate sulla base di convinzioni personali, soprattutto quando i risultati delle ricerche vanno contro gli interessi economici o le ideologie politiche”.
Il documento riporta poi 15 punti su condizioni climatiche, biodiversità e altri aspetti ambientali, sui quali vi è un consenso unanime della comunità scientifica.
“Negare, ostacolare, alterare la conoscenza scientifica espone la società e tutti noi a rischi gravi ed evitabili”, avvertono gli scienziati. Da qui la responsabilità di seguire la scienza, “che non attiene solo ai politici, ma anche ai mezzi di comunicazione e tutte le componenti della società civile, imprenditori, educatori e gli stessi scienziati”. Fondamentale è il contrasto alle false verità (“fake truths”) e alle “campagne sistematiche di disinformazione promosse da lobby economiche”. In conclusione, un monito: “l’inazione avrà conseguenze gravi su tutti noi, a partire dalle componenti più fragili della popolazione umana”.