“Propubblica” una testata di “giornalismo investigativo nell’interesse pubblico”, che ha anche vinto il Premio Pulitzer per il servizio pubblico che svolge, ha recentemente pubblicato un lunghissimo articolo sulla storia di Kris Hansen, una scienziata che lavorava in 3M, da leggere assolutamente perchè apre uno spaccato davvero inquietante sul comportamento di una grande multinazionale e su un composto chimico di cui solo negli ultimi anni abbiamo iniziato a parlare in Italia, dopo la vicenda dell’inquinamento degli acquedotti in Veneto.
Decenni fa, Kris Hansen ha mostrato a 3M che le sue sostanze chimiche PFAS erano nel sangue delle persone. I suoi capi hanno interrotto il suo lavoro. Mentre l’EPA, l’agenzia USA per la protezione dell’ambiente, ora costringe la rimozione delle sostanze chimiche dall’acqua potabile e lotta con i segreti che 3M ha tenuto occultati.
“Recentemente, 3M ha risolto la causa intentata da città e paesi con acqua inquinata. Pagherà fino a 12,5 miliardi di dollari per coprire i costi di filtraggio dei PFAS, a seconda di quanti sistemi idrici devono rimuovere le sostanze chimiche. La soluzione, tuttavia, non si avvicina alla portata del problema. Si stima che almeno il 45% dell’acqua del rubinetto degli Stati Uniti contenga una o più sostanze chimiche per sempre, e un esperto di acqua potabile mi ha detto che il costo per rimuoverle tutte raggiungerebbe probabilmente i 100 miliardi di dollari. (…) Nel 2022 3M ha riconosciuto che più di 16.000 dei suoi prodotti contenevano ancora PFAS.”