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L’EPHA (European Public Health Alliance) alla quale aderisce ISDE Italia fa il punto sulla situazione europea.

Le parti interessate della salute e dell’ambiente hanno seguito da vicino il recente cambiamento nella leadership dell’UE con apprensione e una domanda centrale in mente: cosa ne sarà delle ambizioni dell’UE di migliorare e proteggere il benessere sia della nostra salute che del nostro pianeta? Mentre l’UE attende con ansia un nuovo Collegio dei commissari europei, con una missione rinnovata, noi dell’EPHA siamo ottimisti sulla rinnovata attenzione alla promozione di ambienti più sani e alla lotta alla crisi climatica. Non vediamo l’ora di rafforzare la nostra partnership con decisori nuovi e di ritorno per realizzare la missione condivisa di far progredire i benefici collaterali per il clima e la salute.

Il tempo stringe. L’estate del 2023 è stata la più calda registrata in tutto il mondo e i primi dati per la primavera 2024 del Copernicus Climate Change Service (C3S) rivelano che queste temperature da record non stanno cedendo. Nel giugno 2024, gravi inondazioni in Germania hanno causato tragiche perdite di vite umane e notevoli danni economici. Man mano che gli eventi meteorologici estremi diventano più frequenti e gravi, le informazioni affidabili sui rischi e sugli impatti per la salute legati al clima sono fondamentali per guidare decisioni politiche efficaci.

Eppure, il cambiamento climatico è più di una questione ambientale; è una profonda sfida per la salute pubblica. I suoi impatti vanno dal peggioramento della salute delle persone all’esacerbare la pressione sui sistemi sanitari europei. In particolare, la natura sindemica dei cambiamenti climatici e delle malattie non trasmissibili presenta una sfida significativa che richiede attenzione politica, con una complessa interazione di fattori che amplificano i loro impatti combinati e creano una crisi di salute pubblica più grave. Dalla fine degli anni 2000, l’UE ha dato la priorità alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, anche se l’ambizione di fissare obiettivi di mitigazione è talvolta rimasta indietro. È importante sottolineare che l’azione per il clima dell’UE integra un’ampia definizione di salute e benessere, che comprende malattie fisiche, preoccupazioni per l’equità e salute mentale. Il lancio di un Osservatorio europeo dedicato al clima e alla salute all’inizio del 2024 è un passo gradito verso un migliore monitoraggio e risposta a questi problemi interconnessi.

Riconoscendo la complessità e l’urgenza della crisi climatica, l’UE ha abbracciato un approccio completo di One Health che sottolinea l’interconnessione tra salute umana, animale e vegetale. Questo approccio promuove intrinsecamente la collaborazione intersettoriale, essenziale per raggiungere l’obiettivo dell’UE di una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030. One Health è ora al centro degli sforzi coordinati attraverso cinque agenzie chiave dell’UE, con un recente quadro che rappresenta uno strumento cruciale per migliorare la cooperazione a livello UE per rispondere all’azione per il clima, alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. Guardando alle sfide e alle politiche attraverso la lente di One Health, i responsabili politici e la società civile possono promuovere l’allineamento delle pratiche del settore con il benessere umano e ambientale.

Mentre l’UE va avanti con gli sforzi per il clima che adottano approcci globali, è imperativo che la nostra crescente conoscenza dei rischi climatici e sanitari e dei relativi impegni politici si traduca in azioni concrete. Ciò richiede la collaborazione tra settori, discipline e confini, con il coinvolgimento attivo della società civile per garantire che il progresso sia inclusivo ed efficace. Promuovendo l’innovazione e implementando politiche integrate, possiamo salvaguardare sia la salute pubblica che l’ambiente.