Il Comune di Lonigo (Vicenza) ha donato 10mila euro per ultimare la ricerca dell’associazione italiana medici per l’ambiente sulla correlazione tra l’infertilità maschile e la presenza di Pfas nel sangue.
Una donazione da 10.000 euro da parte del Comune di Lonigo permetterà a Isde, l’associazione italiana medici per l’ambiente, di ultimare la ricerca sulla correlazione tra l’infertilità maschile e la presenza di Pfas nel sangue. Lo studio epidemiologico sulla salute riproduttiva maschile, condotto dal dottor Francesco Bertola, ha preso come campione poco più di un migliaio di giovani uomini (nati dal 1985) che abitano nella zona rossa, ossia l’area maggiormente colpita dalla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche scoperta una decina di anni fa e di cui è accusato come responsabile l’ex stabilimento chimico di Trissino, la Miteni.
Lo studio
«Questo studio e i suoi risultati faranno cambiare a livello mondiale la percezione dei Pfas e sarà fondamentale per la loro limitazione – spiega Michela Piccoli delle Mamme No Pfas -. Per questo noi come gruppo abbiamo cercato in tutti i modi di supportare Isde nella sua realizzazione. Lonigo è l’unico comune della zona rossa che ha dato dei finanziamenti: siamo molto orgogliose di questa amministrazione comunale, del sindaco Pierluigi Giacomello e dell’assessore Alberto Bellieni, si sono dati davvero da fare per aiutarci». La ricerca di Isde, i cui risultati verranno pubblicati nei prossimi mesi, cercherà di capire se i Pfas procurano un effettivo danno al sistema riproduttivo maschile e soprattutto in quale modo. Uno studio che aiuterà i giovani ad avere tutte le informazioni per riuscire a tutelare la loro salute al meglio e per stimolare ai controlli specifici che possano garantire una diagnosi precoce del tumore del testicolo, che rimane uno dei più frequenti nei giovani.
«Tutelare i giovani»
«Per noi, come Comune, è importante questo progetto e ci teniamo molto – ha spiegato il primo cittadino di Lonigo – L’altro giorno mi hanno scritto alcune rappresentanti delle Mamme No Pfas per ringraziarmi: ho risposto loro che sono io che le ringrazio, poiché è stata un’iniziativa nata dalla spinta, dalla passione e dalla costanza del loro gruppo. Mi fa piacere che Lonigo sia un esempio positivo per le altre amministrazioni, sono soddisfatto e orgoglioso, perché noi non ci abbiamo creduto soltanto a parole, ma anche mettendo sul tavolo i nostri fondi. E lo facciamo perché è un progetto che non solo va a favore dell’ambiente con uno sguardo al futuro, ma che è a tutela dei nostri giovani dando loro la possibilità di fare una visita andrologica completa, a prescindere dalla questione Pfas. Qualcuno tra loro non si era mai sottoposto a dei controlli specifici».
La mozione
Lonigo si è quindi mostrato ancora una volta in prima linea nella battaglia contro le sostanze perfluoroalchiliche. Solo pochi mesi fa la stessa amministrazione, insieme a un’altra quindicina di Comuni, aveva supportato il gruppo Mamme No Pfas, Legambiente e altre associazioni nella presentazione di una mozione inviata ai sindaci di tutto il Veneto, del Piemonte, della Lombardia e della Toscana affinché potessero unirsi nella richiesta al Parlamento della messa al bando delle sostanze perfluoroalchiliche.