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Francesco Romizi, responsabile comunicazione di ISDE Italia, ha pubblicato questo articolo sul l’Extraterrestre, supplemento del quotidiano Il Manifesto.


L’inquinamento da plastica è una delle emergenze ambientali e sanitarie più gravi del nostro tempo. Le plastiche stanno diventando una minaccia per la salute umana e l’ambiente. I progressi nei negoziati globali per ridurne l’impatto sono stati limitati, frenati da divergenze economiche e politiche tra gli Stati. Nel frattempo, emergono con crescente evidenza i danni diretti e indiretti che questo materiale causa al nostro benessere e agli ecosistemi. L’accumulo di plastica nell’ambiente non è solo una questione ecologica, ma ha implicazioni dirette sulla salute umana. Recenti studi hanno confermato che micro e nano plastiche possono essere ingerite attraverso cibo e acqua contaminati e inalate attraverso l’aria. Una volta entrate nell’organismo, queste particelle possono accumularsi nei tessuti, innescando infiammazioni croniche e disfunzioni del sistema immunitario.Inoltre, molte plastiche contengono additivi chimici come bisfenolo A (BPA), ftalati e ritardanti di fiamma, noti per essere interferenti endocrini. Queste sostanze sono associate a effetti negativi sul sistema riproduttivo, metabolico e neurologico, aumentando il rischio di patologie come infertilità, obesità e disturbi dello sviluppo nei bambini. Per affrontare questa crisi, diverse organizzazioni scientifiche hanno unito le forze.

La “Campagna Nazionale di Prevenzione sui Danni da Plastica per la Salute” è promossa dall’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) in collaborazione con enti come la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), l’Associazione Medici Endocrinologi (AME), l’Associazione Culturale Pediatri (ACP), la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), la Società Italiana di Pediatria (SIP) e altre realtà scientifiche e associative. Attraverso un approccio scientifico, le organizzazioni promotrici mettono in luce come la diffusione delle microplastiche e delle sostanze chimiche ad esse associate rappresenti una minaccia concreta per il benessere delle persone e degli ecosistemi. L’accento viene posto sull’urgenza di adottare comportamenti consapevoli per ridurre l’uso e il consumo di plastica, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione, come i bambini e le donne in gravidanza, i cui organismi sono maggiormente esposti agli effetti dannosi delle microplastiche e degli additivi chimici.

Ma anche il settore privato ha una responsabilità significativa. L’innovazione tecnologica può fornire alternative sostenibili alle plastiche tradizionali, come materiali biodegradabili o prodotti realizzati con plastica riciclata. Tuttavia, per incentivare queste trasformazioni, sono necessarie politiche pubbliche ambiziose. Queste includono tasse sull’uso di plastica, sussidi per le tecnologie verdi e regolamenti stringenti sull’uso di additivi chimici dannosi. La lotta all’inquinamento da plastica richiede uno sforzo collettivo. ISDE, con il suo approccio scientifico e sanitario, è un punto di riferimento per sensibilizzare governi, aziende e cittadini sull’urgenza di agire. Le evidenze sanitarie non lasciano spazio a esitazioni: il costo umano dell’inazione è troppo elevato. Solo attraverso una combinazione di misure globali, azioni locali e un cambiamento culturale sarà possibile proteggere la salute delle persone e del pianeta.

Francesco Romizi