ISDE Italia, grazie al lavoro di Fiorella Belpoggi, Fausto Bersani, Agostino Di Ciaula e Maria Grazia Petronio, ha pubblicato una nota critica in merito alla recente revisione della letteratura sull’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF), commissionata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In particolare ISDE esprime preoccupazione per come lo studio è stato comunicato dai media, che hanno riportato delle conclusioni fuorvianti e non in linea con i risultati dello studio stesso.
Gli autori del documento scientifico evidenziano come la revisione condotta da Karipidis et al., pubblicata sulla rivista Environment International, abbia incluso solo 63 studi selezionati su oltre 5.000 esaminati e abbiatrascurano altre fonti di dati, inclusi studi sperimentali su modelli animali, che suggeriscono un rischio potenziale per la salute umana. “Escludere i risultati degli studi sperimentali crea un quadro parziale delle evidenze disponibili, minando un approccio prudente alla regolazione delle esposizioni.”
I membri del comitato scientifico di ISDE si domandano perchél’OMS abbia preferito creare un gruppo di lavoro separato che ha lavorato solo su studi epidemiologici invece di accelerare la rivalutazione della cancerogenicità delle radiofrequenze da parte dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), nelle cui monografie, invece, si tiene conto degli studi sperimentali e su modelli animali”.
Dicono gli esperti ISDE: “Nonostante queste lacune gli autori della revisione OMS dichiarano che l‘esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) del telefono cellulare probabilmente non aumenta il rischio di cancro al cervello degli adulti e che esiste una minore certezza circa l’impatto dell’esposizione alle RF sui bambini e sugli adulti in ambienti professionali.”
Per l’esposizione RF-EMF in campo vicino alla testa, dovuta all’uso di telefoni cordless, la certezza che non possa aumentare il rischio di glioma, meningioma o neuroma acustico, è scarsa. Per l’esposizione a RF-EMF a campo lontano dal corpo intero da trasmettitori fissi (antenne di trasmissione o stazioni base), vi sono prove di moderata certezza che non aumentino il rischio di leucemia infantile e prove di bassa certezza che non possano aumentare il rischio di tumori cerebrali pediatrici.
Dunque una serie di incertezze che avallano la necessità di continuare ad applicare il Principio di precazione quando si tratta di esporre le persone e, soprattutto, i bambini, alle radio frequenze.
ISDE Italia teme che l’interpretazione perentoriamente tranquillizzante delle conclusioni dello studio di Karidipis et al. da parte dei media (in palese contrasto con i risultati dello studio stesso) come quella pubblicata su Venerdì di Repubblica del 1 ottobre 2024 (Niente tumori dall’uso dei cellulari) possa avere delle conseguenze negative, come quella di indurre sia un utilizzo più “disinvolto” dei cellulari e dei cordless da parte della popolazione in generale e persino da parte dei bambini, sia una legittimazione per i gestori per opporsi a qualsiasi provvedimento limitativo e prudenziale da parte delle amministrazioni locali.