Nella località denominata «Ex cimitero colerico». L’Isde: boom superbonus, i ritrovamenti una conferma dei dati Ispra e del mesotelioma per Napoli e Caserta
Nell’ambito delle indagini dirette ad individuare la presenza di rifiuti interrati nei siti a rischio individuati dal Gruppo di Lavoro «Terra dei Fuochi», i Carabinieri Forestali del Nucleo di Napoli, con i tecnici dell’Arpa-Campania ed i Vigili del Fuoco hanno rinvenuto notevoli quantità di rifiuti anche pericolosi all’ex cimitero colerico nel territorio di Caivano. L’attività di scavo si è spinta fino a 5 metri di profondità per un totale di 10.000 metri cubi di volume investigato. Una prima classificazione visiva ha evidenziato, tra l’altro, la presenza di rifiuti combusti con esalazioni e rifiuti speciali da demolizione tra cui anche amianto. I militari hanno proceduto al sequestro dell’intera area di 4000 metri quadri informando la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord. Le attività di indagine in campo sui 22 siti a rischio medio – coordinate dal Comandante delle Unità Forestali Ambientali ed Agroalimentari dei Carabinieri, il generale di corpo d’armata Andrea Rispoli, e pianificate dal Comando Carabinieri Forestale Campania d’intesa con l’Arpa – proseguiranno nei prossimi mesi mediante rilievi con il magnetometro e la realizzazione di trincee grazie ad uno specifico accordo di collaborazione tra Regione e Corpo dei Vigili del Fuoco.
La Prefettura
«Nel complesso delle azioni messe in campo per il Comune di Caivano si inserisce anche l’operazione odierna finalizzata al contrasto dell’inquinamento ambientale», è la nota dal prefetto Michele di Bari che esprime «vivo apprezzamento per i risultati conseguiti col prezioso lavoro svolto in sinergia». In particolare, nell’area di Caivano è stato già disposto un rafforzamento dell’attività di pattuglie miste Esercito-polizia locale e la rimozione straordinaria dei rifiuti lungo le strade, in funzione preventiva di possibili roghi. Concordata con il Comune anche una iniziativa di apertura straordinaria dell’isola ecologica.
L’Isde Medici per l’Ambiente
I continui riscontri di amianto illecitamente smaltito in «pressocché tutta la Provincia di Napoli (da Caivano alla Marinella, da Napoli ovest Bagnoli a Discarica Suarez di Caivano a Barra Ponticelli ) non indicano la recrudescenza dello sversamento di rifiuti tossici provenienti da fuori regione come sino al 2014, ma marchia in negativo il “boom” delle nostre attività manifatturiere specie nell’edilizia, grazie ai superbonus, caratterizzato nell’ultimo quinquennio dalla produzione di rifiuti speciali», è il commento dell’oncologo Antonio Marfella, presidente dell’Isde Medici per l’Ambiente di Napoli. «I dati Ispra 2022 sui rifiuti speciali attestano un incremento dei soli rifiuti dell’edilizia su base nazionale di ben 18 milioni di tonnellate l’anno per il solo 2022. Per la sola Campania l’incremento di produzione di rifiuti speciali legati al settore dell’edilizia è passato in un anno da 8 milioni di tonnellate a 9.1 milioni di tonnellate nel 2022. La stragrande maggioranza del patrimonio edilizio della Provincia (almeno per il 70 %) si basa su costruzioni realizzate tra gli anni Sessanta e Ottanta quando veniva usato Eternit per la realizzazione di impianti idrici, tubazioni, tettoie. Oggi i riscontri investigativi delle forze dell’ordine svelano dove sia finito l’amianto smaltito che non riscontriamo nelle banche dati ufficiali: in grandissima parte viene smaltito illecitamente e stiamo parlando di traffici illeciti degli ultimi 5 anni e locali. Non vogliamo comprendere ed accettare che se restiamo l’unica regione di Italia e di Europa a non volere discariche a norma sul proprio territorio specie per rifiuti tossici come l’amianto, anche chi vuole smaltire legalmente si trova ad affrontare costi esorbitanti e cosi la soluzione economicamente più semplice è ritornare a smaltire illecitamente amianto ovunque sia possibile. Obbligata conseguenza di questi smaltimenti illeciti di amianto sono i dati record di cancro al polmone specie mesotelioma che Epidemiologia e Prevenzione (febbraio 2024) certifica per le Province di Napoli e Caserta e il doppio di mortalità evitabile (Istat 21 maggio 2024) che la città metropolitana di Napoli accusa rispetto alla città metropolitana di Milano. Gli impianti finali per amianto e rifiuti ospedalieri intraregionali sono indispensabili come gli Ospedali. E per il mesotelioma non abbiamo ancora nessuna terapia valida che consenta una qualità di vita decente e una sopravvivenza sufficiente (vedi caso Franco Di Mare). In conclusione, la lettura dei dati delle banche dati importanti come quelle Ispra va fatta con attenzione ed inquadrata nel contesto territoriale, specie per comprendere la patogenesi dei nostri pessimi dati sanitari».
Fonte: Corriere del Mezzogiorno