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SULMONA. «Chiudere la centrale turbogas della Metaenergia». Lo chiedono i comitati cittadini per l’ambiente alla Procura della repubblica di Sulmona che sta indagando sul caso dopo aver raccolto un esposto degli ambientalisti. I comitati chiedono, nello specifico, di verificare quanto contenuto nell’esposto al fine di adottare «tutti i provvedimenti che il caso richiede, non esclusa la chiusura della centrale.

Di quella centrale che da oltre due anni continua ad inquinare l’aria della Valle Peligna, nell’indifferenza assoluta dei rappresentanti delle istituzioni locali. Una inaccettabile cappa di silenzio», secondo i comitati cittadini quella caduta sulla turbogas della Metaenergia contro la quale l’amministrazione di Sulmona «non ha mai mosso un solo dito, nonostante i medici abbiano continuato a lanciare l’allarme sui pericoli per la salute pubblica causati da un impianto altamente inquinante; pericoli amplificati dal fenomeno dell’inversione termica che grava sulla conca Peligna». Oggi, davanti alla struttura, si terrà un sit-in. La centrale si trova nei pressi della fabbrica Magneti Marelli. La potenza, è di 99,2 Mwt e l’alimentazione è sempre quella fossile che produce inquinamento. Sulmona era stata scelta dalla multinazionale finlandese insieme ai siti di Gorizia, Piombino, Cassino e Melfi, per bilanciare i flussi energetici quando le fonti dell’eolico e del solare non soddisfano la richiesta. Sull’argomento si erano espressi i “medici per l’ambiente” di ISDE che avevano presentato anche una richiesta di accesso agli atti tramite l’avvocato Enrico Tedeschi. Secondo i medici «alla luce della prevista centrale Snam, Sulmona si troverebbe al centro di un fuoco incrociato di veleni, destinato ad acutizzare le malattie e alimentarne di nuove, anche e soprattutto nella fascia pediatrica. Diabete, ipertensione, problemi di respirazione e ovviamente tumori.

Attiveremo anche uno studio del capello sulla popolazione pediatrica», annunciano i medici, «anche per monitorare nel tempo gli effetti dell’inquinamento prodotto». (a.d.a.)

Fonte: ilcentro.it