Considerare la pandemia di Covid-19 come un evento sentinella, facendo tesoro delle lezioni che possiamo trarne. Ripartire, verso la pienezza della Fase 2 e poi ancora oltre, con un nuovo modello non solo di assistenza ma anche di prevenzione, che coinvolga a pieno titolo i medici del territorio: i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali interni ed esterni. Infine, imparare a ragionare a più ampio respiro, pensando alla pandemia come a un “segnale”, preavviso di tutto quello che potrebbe seguire se non lo considerassimo in chiave globale e di tutela del nostro mondo nel suo insieme. Perché con il Covid-19, come ha recentemente affermato Inger Andersen, capo del programma Ambiente delle Nazioni Unite, ma anche con i cataclismi ambientali, “la natura ci sta mandando un messaggio”.
È questo, in estrema sintesi, il senso della Lettera aperta che l’Isde, l’associazione internazionale dei Medici per l’ambiente, con al suo interno la Rimsa, la rete italiana dei Medici sentinella per l’ambiente, hanno inviato al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Ministro della Salute, Roberto Speranza e al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. La lettera è stata anticipata ieri sera nel corso del webinar “Da Covid-19 alla rete dei Medici sentinella per l’ambiente. Idee e proposte per un nuovo ruolo del medico nel territorio”.
Tra i firmatari, oltre al presidente di Isde Italia, Roberto Romizi, anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCEO), Filippo Anelli, che ha avuto mandato di sottoscriverla dal Comitato Centrale, riunito il 5 maggio scorso. E, ancora, Silvestro Scotti, Segretario generale nazionale FIMMG, la Federazione nazionale dei Medici di Medicina Generale; Paolo Biasci, Presidente nazionale FIMP ( Federazione Italiana Medici Pediatri); Claudio Cricelli, medico, Presidente SIMG (Societa italiana di Medicina Generale); Emanuele Vinci, medico, coordinatore della Commissione “Ambiente, Salute e Lavoro” FNOMCEO; Guido Giustetto, referente ambiente del Comitato Centrale FNOMCEO; Fabrizio Bianchi, epidemiologo, dirigente CNR Pisa; Vitalia Murgia, pediatra, rete RIMSA (ISDE-FNOMCEO); Paolo Lauriola, medico, Coordinatore rete RIMSA ( ISDE-FNOMCEO).
“Se si parla di emergenza Coronavirus non si può non pensare anche a tutto quello che a livello di globalizzazione impatta sul nostro modo di vivere e sul nostro futuro, molto di più di una pandemia, con particolare riferimento ai cambiamenti climatici globali – si legge nella lettera -. Questa pandemia va considerata un “segnale sentinella”, che solo se verrà colto con intelligenza e lungimiranza, ci consentirà di attrezzarci a cosa potrà venire dopo, utilizzando i cambiamenti e le modalità d’intervento su cui oggi ci si interroga, come soluzione a un approccio globale alla tutela della salute non limitato alle virosi pandemiche”.
La lettera passa poi ad attribuire un ruolo cardine ai medici sul territorio che, “adeguatamente sensibilizzati, formati e organizzati, possono rappresentare, rendendolo operativo nell’esperienza professionale quotidiana, un “anello di congiunzione” tra evidenze scientifiche, problemi globali ed azioni locali”.
“A questo proposito, diverse recenti e autorevoli pubblicazioni hanno sottolineato le grandi potenzialità offerte dal coinvolgimento dei Primary Care Providers – continua il testo – Insomma, perché le cose possano andare meglio nel corso di una grande epidemia (ma non solo) le autorità sanitarie pubbliche devono rivalutare fortemente il ruolo dei medici di famiglia e dei pediatri che operano nelle cure primarie, coinvolgendoli in modo più coordinato nei percorsi di prevenzione, assistenza ed erogazione di cure adeguate. Dotandoli, però, anche dei necessari strumenti di protezione della loro salute e di quella delle persone con cui entrano in contatto. Tutto questo accompagnato da sistemi di comunicazione efficienti e rapidi su informazioni cliniche, aggiornamento epidemiologico e risultati delle indagini”.
Questo, affermano i medici per l’ambiente, è ormai chiaro per quanto riguarda l’assistenza e la risposta all’epidemia. “Emerge anche però che è altrettanto importante promuovere il loro coinvolgimento, con ruolo e responsabilità, nell’ambito della prevenzione – continuano -. Dove è essenziale avere rilevatori che siano in grado di avvertire tempestivamente i segnali che giungono dal territorio”. Di più: a parere dei medici firmatari, “tutte le strategie globali (adattamento e mitigazione), come ad esempio nel caso dei Cambiamenti Climatici, devono considerare con molta attenzione il contesto locale”. “Tornando al tema attuale della Fase 2, occorre ricordare bene tutti che essa si baserà sulla sorveglianza del territorio – prosegue la lettera -. Le azioni di contrasto saranno efficaci solo se tempestive e precise. Occorre cogliere questa necessità/opportunità per creare un sistema di “Medici Sentinella” che ci consenta di far fronte alle emergenze sanitarie, ma anche e soprattutto per creare un contesto capace di adattarsi anche alle emergenze ambientali che possono contribuire e contribuiranno sempre di più a determinarle”.
E questo sistema è già, in parte, realtà: nell’emergenza Covid-19 si è creata una rete di medici italiani che recentemente, ha condiviso la sua esperienza su BMJ, dimostrando che esiste una domanda e una disponibilità a collaborare.
“Occorre quindi utilizzare queste risorse di esperienza e di entusiasmo –conclude la lettera – per dare un contributo con risposte adeguate alla situazione. Ricordiamo a tutti che l’epidemia di COVID-19 è un cataclisma, sanitario ed economico, ma è solo un “segnale sentinella” da un punto vista ambientale, preavviso di tutto quello che potrebbe seguire se non lo considerassimo in chiave globale e di tutela del nostro mondo nel suo insieme”.