Lo scorso 19 Settembre si è tenuto a Bari un convegno nazionale promosso dalla SISA, Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi ed organizzato dalla Clinica Medica universitaria “A. Murri” del Policlinico di Bari (Direttore Prof. Piero Portincasa, Presidente della sezione Appulo-Lucana della SISA). Il convegno intendeva fare il punto sulla gestione dell’aterogenesi e delle dislipidemie alla luce delle ultime linee guida ed evidenze scientifiche, con autorevoli relatori nazionali ed internazionali e senza dimenticare tematiche innovative come il ruolo dei fattori di rischio ambientali. Tra i relatori c’è stato il Dott. Agostino Di Ciaula, Presidente del Comitato Scientifico ISDE (International Society of Doctors for Environment), con un intervento intitolato “determinanti ambientali di rischio cardiovascolare e possibilità di prevenzione primaria”.
“È ormai noto da tempo – ha spiegato il Dott. Di Ciaula – che l’inquinamento delle matrici ambientali e della catena alimentare è un importante fattore di rischio per dislipidemie, arteriosclerosi e malattie cardiovascolari. Secondo l’European Environment Agency, in Europa il 18% delle morti da malattie cardiovascolari è dovuto a fattori ambientali. Nell’ultimo anno la American Heart Association ha esaminato in una recente pubblicazione il ruolo che l’esposizione a metalli come piombo, cadmio e arsenico ha sull’aterogenesi e sulle malattie correlate, raccomandando pratiche di biomonitoraggio e misure di prevenzione primaria, che non possono più limitarsi ad indicazioni su dieta e stili di vita. L’attenzione ai singoli pazienti deve restare alta, proponendo loro quanto di meglio le evidenze scientifiche ci mettono a disposizione ma, come ricordato anche dalla European EnvironmentAgency, adottare misure di salute pubblica per ridurre l’inquinamento e fronteggiare efficacemente le modificazioni climatiche significherebbe risparmiare un numero enorme di morti e disabilità di origine cardiovascolare”.