Oltre 200 riviste mediche scientifiche di tutto il mondo si sono riunite per pubblicare contemporaneamente un editoriale che invita i leader mondiali e gli esperti di salute a riconoscere che il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità fanno parte di un’unica crisi indivisibile e devono essere affrontati insieme per preservare la salute ed evitare una catastrofe.
Gli autori affermano che è un “pericoloso errore” rispondere alla crisi climatica e alla crisi della natura come se fossero sfide separate e sollecitano l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare questa crisi indivisibile un’emergenza sanitaria globale.
L’editoriale è stato pubblicato da importanti testate di tutto il mondo, tra cui The BMJ, The Lancet, JAMA, Medical Journal of Australia, East African Medical Journal, National Medical Journal of India e Dubai Medical Journal.
La salute umana è danneggiata direttamente sia dalla crisi climatica che da quella della natura, e sono le comunità più povere e vulnerabili che spesso ne pagano il prezzo maggiore, scrivono i ricercatori. L’aumento delle temperature, gli eventi meteorologici estremi, l’inquinamento atmosferico e la diffusione di malattie infettive, aggravate dai cambiamenti climatici, sono alcune delle principali minacce per la salute.
L’accesso all’acqua potabile, ad esempio, è fondamentale per la salute umana, eppure l’inquinamento ha peggiorato la qualità dell’acqua causando un aumento delle malattie trasmesse dall’acqua, mentre l’acidificazione degli oceani ha ridotto la qualità e la quantità dei frutti di mare su cui miliardi di persone fanno affidamento per il cibo e il proprio sostentamento. La perdita di biodiversità compromette anche una buona alimentazione e limita la scoperta di nuovi farmaci derivati dalla natura, mentre i cambiamenti nello sfruttamento del suolo hanno costretto decine di migliaia di specie a entrare in contatto più stretto, aumentando lo scambio di agenti patogeni e la comparsa di nuove malattie e pandemie.
Le comunità sono più sane se hanno accesso a spazi verdi di alta qualità che aiutano a filtrare l’inquinamento atmosferico, a ridurre la temperatura dell’aria e del suolo e a fornire spazi per l’attività fisica. Il contatto con la natura riduce anche lo stress, la solitudine e la depressione, promuovendo l’interazione sociale – benefici che sono messi a rischio dal continuo aumento dell’urbanizzazione.
Nel dicembre 2022 la Conferenza sulla biodiversità (COP15) ha raggiunto un accordo per la conservazione e la gestione efficace di almeno il 30% della terra, delle aree costiere e degli oceani del mondo entro il 2030. Tuttavia, gli autori notano che gli scienziati del clima e della natura che forniscono le prove per le COP continuano a lavorare troppo separatamente e molti impegni non sono stati rispettati.
“Tutto ciò ha permesso di spingere gli ecosistemi sempre più sull’orlo del baratro, aumentando notevolmente il rischio di rotture nel funzionamento della natura”, avvertono i ricercatori. “Anche se riuscissimo a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di un aumento di 1,5◦C rispetto ai livelli preindustriali, potremmo comunque causare danni catastrofici alla salute distruggendo la natura”.
Questo rischio, unito ai gravi impatti sulla salute che si stanno già verificando, significa che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe dichiarare la crisi indivisibile del clima e della natura come un’emergenza sanitaria globale, prima o durante l’Assemblea Mondiale della Sanità del maggio 2024, scrivono.
Per affrontare questa emergenza è necessario allineare i processi delle COP (quella sul clima e quella sulla biodiversità), aggiungono. Come primo passo, le rispettive convenzioni devono spingere per una migliore integrazione dei piani nazionali sul clima con gli equivalenti sulla biodiversità.
Gli esperti in materia di salute devono essere forti sostenitori del ripristino della biodiversità e della lotta al cambiamento climatico per il bene della nostra salute, mentre i leader politici devono riconoscere sia le gravi minacce per la salute derivanti dalla crisi planetaria sia i benefici che possono derivare dall’affrontare la crisi. “Ma prima dobbiamo riconoscere questa crisi per quello che è: un’emergenza sanitaria globale”.