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Secondo una bozza di documento arrivato alle Associazioni e ai Comitati, si prepara un nuovo tentativo di portare i limiti in vigore per il settore delle telecomunicazioni oltre la soglia di rischio. Ripubblichiamo una nota pubblicata da un cartello di esperti, che considerano la modifica  “Inaccettabile”.

La nota delle associazioni e dei comitati sui limiti elettromagnetici

Non si contano neanche più, ormai, i tentativi fatti da Governi, Commissioni e imprese di innalzare i limiti elettromagnetici del settore delle telecomunicazioni. In questi giorni, secondo la bozza di documento di cui sono venute in possesso Associazioni e Comitati, l’ennesima prova.

Vogliamo ricordare al Governo, ancora una volta, che:

  • i limiti indicati dalla Commissione Europea e suggeriti dall’ICNIRP sono indicati come valori da non superare, e non da raggiungere
  • che tali valori, oggetto di analisi vecchie più di 25 anni, sono indicati solo ed esclusivamente sulla base degli effetti termici. Sul tema risulta molto interessante l’articolo scientifico pubblicato lo scorso 8 maggio 2023 da parte dell’IEEE – Institute of Electrical and Electronic Engineers (Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici), la più grande organizzazione al mondo nell’ambito dell’ingegneria elettrica ed elettronica e delle tecnologie dell’informazione – nel quale viene ribadito come il valore di 61 V/m si riferisca solo agli effetti termici, cioè di riscaldamento dei tessuti, e trascuri completamente gli ormai riconosciuti effetti biologici non termici, caratteristica per la quale alcune radiofrequenze vengono usate anche a scopo terapeutico
  • che oggi esistono evidenze scientifiche adeguate della presenza di rischi sanitari, anche a bassi livelli di esposizione, che devono essere tenuti in considerazione per la salute di cittadini e per mantenere la biodiversità;
  • che non esiste una barriera allo sviluppo tecnologico del 5G causato dal valore di attenzione di 6 V/m, oggi, in vigore, e che quindi l’innalzamento dei limiti non costituisce una necessità per gli utenti, ma un forte risparmio economico per le compagnie;
  • che i “livelli di riferimento” di cui all’allegato III della Raccomandazione del Consiglio 1999/519/CE di 61 V/m per gli effetti termici, gli unici effetti considerati, risultano essere circa 10 volte più elevati, in termini di campo elettrico, dei 6 V/m previsti dal valore di attenzione vigente in Italia e 100 volte più alti in termini di densità della potenza. Va precisato, quindi, che i 10 W/mq previsti dalla Raccomandazione Europea vanno confrontati con gli 0,1 W/mq del nostro DPCM 8/7/2003
  • che le stesse Agenzie per l’Ambiente ritengono che “la realizzazione del 5G possa avvenire con il mantenimento degli attuali limiti di legge attraverso la definizione di criteri progettuali efficienti come, ad esempio, il corretto dimensionamento e posizionamento degli impianti sul territorio”.

Vogliamo ricordare anche che lo studio del Politecnico di Milano per Asstel, l’Associazione di categoria di Confindustria, stima che, in presenza degli attuali limiti, il 62% degli impianti risulta non espandibile al 5G (tradotto a livello nazionale si traduce in 27.900 impianti). Ciò richiederebbe una reingegnerizzazione degli impianti esistenti o la ricerca di nuovi siti con un esborso incrementale di circa 4 miliardi di euro a carico degli Operatori radiomobili.

Quella economica è quindi la vera ragione che spinge il settore delle telecomunicazioni a richiedere, in ogni singola occasione, di portare i limiti espositivi a 61 V/m.

Inoltre, sembrano non bastare i recenti provvedimenti, come il DL n.77/21 e il DL n. 50/22 che da una parte riducono a solo 800 euro l’anno la tariffa di concessione per l’occupazione di aree comunali e dall’altra danno la possibilità di espropriare le proprietà private a favore delle società che gestiscono le torri: provvedimenti stimati in circa 2 miliardi di euro all’anno di risparmio per l’industria delle telecomunicazioni.

Non esiste ragione tecnica o normativa – la stessa Raccomandazione 1999/519/CE afferma che “gli Stati membri hanno facoltà, ai sensi del Trattato, di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente Raccomandazione”, specificando quindi che non esiste alcun obbligo di adeguamento agli standard europei. Come non esiste neanche un’incompatibilità tra la normativa italiana e l’implementazione delle nuove tecnologie -. Mentre esistono “nuove” evidenze scientifiche che necessitano di essere prese in considerazione nel momento in cui si vuole rimettere mano alla normativa nazionale sul tema.

Cinque, invece, le richieste dei firmatari sulla quale si intende non cedere.

  1. il mantenimento dei valori di attenzione cautelativi per i valori di campo elettrico di 6 V/m, entro i quali gli studi sperimentali non hanno osservato effetti avversi
  2. la revisione dell’art. 14 del Decreto Sviluppo “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” prevedendo che la misurazione dei campi elettromagnetici passi dall’attuale media di 24 ore (caso unico nel mondo) a quella dei 6 minuti nelle ore di maggior traffico telefonico come era prima della modifica effettuata nel 2012 dal Governo Monti
  3. il sostegno a una ricerca indipendente, epidemiologica e sperimentale sulle onde millimetriche del 5G a 26 GHz per approfondire i possibili impatti sulla salute di questa particolare frequenza
  4. l’incentivazione di una partecipazione attiva da parte dei Comuni attraverso l’adozione di regolamenti per localizzare le antenne al fine di minimizzare le esposizioni e consentire il vero raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione dietro cui si nascondono i reali motivi della necessità di innalzamento dei limiti
  5. una seria campagna di comunicazione e informazione sui rischi legati ad uso non corretto dei telefoni cellulari sulla quale esistono evidenze sanitarie importanti

Firmatari

Fiorella Belpoggi, direttrice scientifica emerita Istituto Ramazzini
Dott. Pietro Comba Già Direttore Reparto di Epidemiologia ambientale e sociale, Dipartimento Ambiente e Salute, Istituto Superiore di Sanità e Fellow del Collegium Ramazzini
ISDE-Associazione Medici per l’Ambiente

Legambiente
AMICA Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale
Associazione Ecoredia APS
A.P.P.L.E. Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog
AIE Elettrosensibili
AnimaMundi GreenLife APS
Comitato Cittadini Ciampino NO ANTENNA
Articolo21
Associazione per il rinnovamento della sinistra
Gruppo Stop 5G EmiliaZAC! di Ivrea
Comunità Laudato sì-Bologna
Atto Primo
Associazione di Volontariato Ca’ Bura – APS
Associazione Nazionale per il Riconoscimento della Sensibilità Chimica Multipla (MCS) e delle altre patologie ambientali OdV