Com’è noto, ISDE-Medici per l’Ambiente svolge una Mission di Advocacy, cioè di fornire evidenze scientifiche ai cittadini e ai decisori politici per poter effettuare le scelte migliori per la tutela della salute. A tal fine, vogliamo fornire il nostro contributo riguardo al taglio dei grandi pini in città, tornato di attualità in questi gironi.
Premettiamo che la sicurezza della circolazione è fondamentale e che il problema del dissesto del manto stradale causato dalle radici superficiali dei pini deve essere assolutamente risolto. Ci preoccupano tuttavia le conseguenze sulla salute a seconda che vengano scelte soluzioni conservative o di taglio dei pini, sia pure piantando altre essenze. Esiste oramai una consolidata letteratura scientifica che dimostra in modo inequivocabile come gli alberi, in particolare quelli di grande dimensione, esercitino sulle persone effetti estremamente benefici, paragonabili a quelli di un farmaco. Ne elenco solo alcune, fornendone bibliografia.
L’ambiente ricco di verde ha effetti neuroprotettivi: la vicinanza di alberi produce la nascita di nuovi neuroni e cervelli ultra70enni ricominciano a funzionare come cervelli giovanili (1). Il Prof. Qing Li ha svolto (2) una vastissima indagine su tutte le prefetture del Giappone (126 milioni di abitanti), evidenziando che nei luoghi dove è maggiore la copertura delle chiome degli alberi, è significativamente minore la mortalità per i principali tipi di cancro, sia negli uomini che nelle donne. Negli Stati Uniti ci sono sette miliardi di frassini. Un piccolo insetto proveniente dall’Asia finora ne ha ucciso 100 milioni e nelle 15 Contee americane dove la morte dei frassini è stata maggiore, tra il 1990 e il 2007 si è verificato un eccesso di 15.080 morti premature per malattie
cardiovascolari e di 6.113 morti premature per malattie delle basse vie respiratorie: dove scompaiono gli alberi, muoiono di più le persone (3)! Viceversa, varie ricerche mostrano che gli alberi ci allungano la vita (4). Avere più alberi significa avere più felicità (5). Per ottenere benefici significativi sono sufficienti pochi alberi: uno studio condotto a Toronto (6) ha dimostrato che avere 10 alberi in più in un isolato migliora la salute come un aumento del reddito annuale di $ 10.000 o essere di 7 anni più giovani e diminuisce le patologiche cardiometaboliche.
Dati che debbono fare riflettere, prima di tagliare anche solo pochi alberi in un quartiere urbano!
Soprattutto quando si parla, come nel caso dei pini, di grandi alberi: una ricerca pubblicata su Nature (7) che ha coinvolto 38 ricercatori provenienti da 16 paesi, ha dimostrato che gli alberi più grandi e più vecchi, in estate per evapotraspirazione raffreddano ciascuno come 20 condizionatori d’aria, assorbono inquinanti e CO2 molto maggiori degli alberi giovani ed emettono più ormoni benefici monoterpeni anticancro.
Infine, tagliare i grandi alberi accelera i cambiamenti climatici. E’ uscito su Nature di aprile 2019 un importante articolo scientifico (8) che mostra come solo le foreste lasciate alla loro evoluzione naturale, ricche di biodiversità, possano essere potentemente efficaci nel fissare la CO2 in eccesso, che minaccia il clima, rimuovendola dall’atmosfera, mentre tagliare e piantare continuamente nuovi alberi non ha alcuna efficacia e ci spinge nel baratro. Le evidenze ci sono, e tuttavia continuiamo a tagliare alberi e a bruciare legname! Un mio articolo pubblicato sul numero attuale di Epidemiologia & Prevenzione (9) mostra che per il solo PM2,5 prodotto dalla combustione di tutte le biomasse (da caminetti a stufe a legna, da caldaie a pellets alle centrali), in Italia ogni anni abbiamo oltre 20.000 morti premature e come secondo ENEA siano disponibili ogni anno
circa 26,4 Mton di biomasse vergini mentre secondo GSE ne vengano bruciate per produrre elettricità e calore circa 51-53 Mton di biomasse vergini all’anno: il doppio. Di fatto, perciò, da Roma a Firenze, da Napoli a Pescara assistiamo al taglio periodico di grandi alberi e addirittura il nuovo Testo Unico Forestale (TUF) prescrive il taglio periodici di tutti i boschi italiani, prevedendo il taglio forzoso se un proprietario si opponesse!
Occorre che cittadini e politici compiano uno sforzo comune, cambiando radicalmente questo paradigma e che i finanziamenti pubblici italiani ed europei del PSR vengano usati per riconvertire le ditte che ora tagliano in ditte che restaurano i boschi, proteggono gli habitat naturali e fanno antincendio attivo di sorveglianza e prevenzione, senza più tagliare quegli amici che soli possono salvare noi e il pianeta dalla catastrofe climatica!
BIBLIOGRAFIA
1) Nithianantharajah J, Hannan AJ., Enriched environments, experience-dependent plasticity and disorders of
the Nervous System, Nat Rev Neurosci. 2006 Sep;7(9):697-709. Review. PMID: 16924259
2) Qing Li, Maiko Kobayashi, Tomoyuki Kawada. Relationships Between Percentage of Forest Coverage and
Standardized Mortality Ratios (SMR) of Cancers in all Prefectures in Japan. The Open Public Health Journal,
2008, 1, 1-7
3) Donovan GH et al. The relationship between trees and human health: evidence from the spread of the
emerald ash borer. Am J Prev Med. 2013 Feb;44(2):139-45.
4) Takano T1, Nakamura K, Watanabe M. Urban residential environments and senior citizens’ longevity in
megacity areas: the importance of walkable green spaces. J Epidemiol Community Health. 2002
Dec;56(12):913-8. PMID: 12461111
5) Taylor MS, Wheeler BV, White MP, Economouab T, Osborne NJ. Research note: Urban street tree density
and antidepressant prescription rates—A cross-sectional study in London, UK. Landscape and Urban Planning.
Volume 136, April 2015, Pages 174-179.
6) Kardan O, Gozdyra P, Misic B, Moola F, Palmer LJ, Paus T, Berman MG. Neighborhood greenspace and
health in a large urban center. Sci Rep. 2015 Jul 9;5:11610.
7) Stephenson NL et Al. Rate of tree carbon accumulation increases continuously with tree size. Nature. 2014
Mar 6;507(7490):90-3. doi: 10.1038/nature12914. Epub 2014 Jan 15. PMID: 24429523
8) Lewis SL, Wheeler CE, Mitchard ETA, Koch A. Restoring natural forests is the best way to remove
atmospheric carbon. Nature 2019;568(7750):25-28
9) Corrieri U. Le biomasse legnose non sono vere energie rinnovabili e il loro uso causa gravi effetti sulla
salute. Epidemiol Prev 2019; 43 (4):300-304.