L’Italia versa 4 miliardi di euro all’anno – più di ogni altro Paese europeo.
Le stufe a legna causano l’84% degli impatti negativi sulla salute
Le malattie gravi causate dall’ inquinamento dell’ aria, dovuto al riscaldamento domestico e alla cottura dei cibi, costano a ogni famiglia italiana in media 180€ all’ anno in spese sanitarie, e le stufe a legna sono di gran lunga le peggiori, secondo un nuovo studio (riassunto in italiano) realizzato dalla European Public Health Alliance (EPHA) in collaborazione, per l’Italia, con l’Associazione Medici per l’Ambiente, ISDE Italia.
L’ inquinamento atmosferico è considerato il principale rischio ambientale per la salute. Solamente il PM 2.5, uno degli inquinanti studiati, è stato rilevato come causa della morte prematura di circa 49.900 italiani nel 2019. Circa la metà di tutta l’emissione di PM2.5 proviene dall’ uso di energia nelle famiglie.
Lo studio ha evidenziato che quasi il totale delle spese (l’84%), pari a 3,9 miliardi di euro a livello nazionale, sono causate da un numero relativamente esiguo di stufe a legna. Anche le caldaie a olio e a gas causano inquinamento. Complessivamente, l’Italia spende 4,6 miliardi di euro in impatti sanitari annuali, più di qualsiasi altro paese europeo.
Le famiglie italiane pagano molto di più della media europea (che è di €130) perché l’ uso dell’ energia domestica in Italia è molto più alto di altri paesi dell’ Europa meridionale. Le famiglie spagnole, per esempio, utilizzano molta meno energia e affrontano costi annuali di €65.
Lo studio, realizzato dalla società di consulenza olandese CE Delft per conto di EPHA, ha combinato i dati di Eurostat e altri dati scientifici su sette agenti inquinanti dell’ aria esterna, risultato di riscaldamento e cottura delle case, con i prezzi ambientali che riflettono i costi sociali sanitari.
Essi riflettono l’ impatto diretto sulla salute delle emissioni inquinanti dell’ aria in termini di malattia e di una minore aspettativa di vita.
I bambini, gli anziani, le donne incinta e i malati sono i più colpiti dall’ inquinamento atmosferico, mentre i costi sono più alti nelle città rispetto alle aree rurali perché l’ inquinamento è più concentrato e colpisce più persone.
Nonostante il fatto che in 18 dei 28 Paesi studiati, l’ inquinamento degli edifici residenziali causi più costi sanitari del settore dei trasporti, la Commissione Europea ha trascurato il riscaldamento e la cottura come fonti di inquinamento atmosferico. Ma l’ UE è pronta a rivedere quest’ anno l’importante direttiva sulla qualità dell’ aria (Ambient Air Quality Directive) un regolamento usato da
Bruxelles per costringere i governi membri a diminuire l’ inquinamento. Previsto inoltre un inasprimento degli standard dell’ecodesign, che vieta i riscaldamenti inefficienti.
EPHA sta esortando i politici europei a incoraggiare il passaggio dal riscaldamento a combustibili fossili ad alternative pulite. Il rapporto mostra che la sostituzione delle stufe a legna con pompe di calore potrebbe abbassare i costi sanitari italiani per famiglia di un fattore 210. Ma avverte che le cosiddette caldaie a idrogeno verdi non sono molto più pulite delle caldaie a olio.
Il Dott Paolo Lauriola, membro del consiglio direttivo di ISDE ha dichiarato: “Siamo preoccupati che l’ aumento dei prezzi dell’ energia possa spingere più persone a usare la legna e altri combustibili inquinanti in casa. Questo rapporto dimostra che sarebbe un errore molto costoso. Non dovremmo tentare di risolvere una crisi peggiorandone un’ altra. Ora è il momento di investire in un riscaldamento più pulito.”
La Dott.ssa Milka Sokolović, direttore generale dell’ EPHA, ha dichiarato: “Adesso è più chiaro che bruciare combustibili fossili e biomassa in casa non è solo un problema ambientale, ma anche un grave problema di salute. La soluzione sta nell’ assicurare che le case siano alimentate da fonti rinnovabili pulite. Ecco perché chiediamo ai leader politici di supervisionare un “grande cambiamento pulito”, aiutando le famiglie a passare alla cucina e al riscaldamento puliti. Mentre le persone sono alle prese con i prezzi elevati dell’ energia, dobbiamo evitare soluzioni rapide e dannose che ci incatenano a inquinamento e ripercussioni sulla salute e sul clima a lungo termine. I nostri ambienti domestici devono proteggere la nostra salute”.
L’ Unione Europea sta definendo un fondo specifico da 72 miliardi di euro, il Social Climate Fund. A partire dal 2025, aiuterebbe i residenti europei a passare a forme più pulite di energia domestica e dovrebbe contribuire, tra le altre cose, a ridurre la povertà energetica. L’ Italia è tra i governi che si sono impegnati a ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia e a promuovere le energie rinnovabili e l’ efficienza energetica.