In relazione alla prospettata possibilità di realizzare centrali per la produzione di energia alimentate a biomassa, anche a servizio di comunità energetiche e all’impianto per la produzione di biogas da F.O.R.S.U. (raccolta dell’umido), in previsione a Premosello Chiovenda in località Cuzzago, l’Associazione Medici per l’Ambiente fornisce alcune precisazioni e indicazioni in linea con le evidenze scientifiche più recenti e con autorevoli studi in materia.
Molte ricerche mettono in luce di fatto come tali impianti, definiti giuridicamente come insalubri di prima categoria, siano dannosi per l’ambiente e pericolosi per la salute dell’uomo a causa delle varie interazioni in termini di emissioni, polveri, odorigeni, rumore e utilizzo di acque. Le centrali di produzione di biogas comportano un importante impatto dovuto alla emissione di fastidiosi e pericolosi odorigeni e non solo. I suddetti impianti, per la loro complessità e difficoltà di gestione, sono frequentemente oggetto di malfunzionamenti, che provocano emissioni di inquinanti e, come evidenziato anche dalle agenzie europee e nazionali sull’ambiente, hanno causato un eccesso di mortalità per le emissioni della combustione. Ovunque siano stati insediati, hanno creato disagi e problemi alla popolazione.
Nello specifico, la realizzazione della centrale a biogas di Cuzzago appare impropria, sia per la localizzazione, che per la vicinanza a importanti agglomerati abitativi. Basti pensare che la provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dopo eventi ambientali impattanti dovuti alla aggressiva politica industriale negli anni del boom del dopoguerra, solo negli ultimi decenni ha riscoperto una buona qualità ambientale e la propria anima ospitale. Le attività turistico ricettive sono adesso ampiamente diffuse e rappresentano una delle principali fonti di reddito di questa area, molto frequentata da persone che la apprezzano per gli aspetti naturalistici e la bellezza dei panorami. Il possibile insediamento di impianti ambientalmente impattanti danneggerebbe inevitabilmente l’attrattività della zona, con evidenti ripercussioni economiche negative sulla ritrovata propensione ricettiva.
In ossequio al principio di cui all’articolo 32 della costituzione, che tutela la salute in quanto diritto fondamentale delle persone, si auspica che le autorità preposte e gli amministratori vogliano rivalutare i pericoli connessi a queste tipologie di impianti e che si promuovano soluzioni per offrire la massima protezione della salute dei cittadini e il rispetto dell’ambiente.