Le metodiche ad alto rendimento per analizzare l’attività genica, rappresentano uno strumento chiave per migliorare il profilo di sicurezza dei farmaci. Nel 2013 il fasiglifam, un farmaco che si prometteva come terapeutico nei confronti del diabete, era nella fase finale degli studi clinici, quando ci si accorse che i partecipanti al trial avevano sviluppato lesioni epatiche.
E’ interessante notare che né gli studi preclinici sugli animali né quelli di dimensioni ridotte di fase I e II in ambito clinico evidenziarono anomalie, che emersero solo nello studio di fase tre notoriamente più numeroso e anche costoso.
In primo luogo si è provveduto al sequenziamento di centinaia di molecole di RNA messaggero, per comprendere quali funzioni cellulari fossero attivate. Ogni composto che interagisce con le cellule, determina una risposta biologica individuabile dalla trascrittomica. Con questa metodica sono stati evidenziati potenziali effetti avversi del fasiglifam sulla funzione mitocondriale, sfuggiti durante gli studi preclinici.
La trascrittomica dunque è fondamentale in tema di sicurezza per lo sviluppo dei farmaci, e può essere utile per ridurre i test animali, i costi ed i tempi. L’utilizzo ottimale della trascrittomica ad alto rendimento è quello su organoidi prodotti a partire da cellule umane.
A tutti i ricercatori viene rivolto un monito affinché si sappia andare oltre le aspettative prefissate, facendo tesoro di tutti i possibili risultati che emergono e che potrebbero essere nuovi e inaspettati rispetto alle prerogative iniziali. La diversità in essere tra il metabolismo delle varie specie è una tra le più importanti ragioni della scarsa predittività della sperimentazione animale in ambito tossicologico. Si calcola che soltanto metà dei composti in grado di causare tossicità epatica vengano rilevati da studi su animali. In particolare il metabolismo epatico animale si è rivelato quello meno concordante con il corrispettivo umano, rispetto a tutte le altre forme di tossicità d’organo.