Morire ed ammalarsi perchè la legge lo consente. Un inefficace adeguamento della normativa sulla qualità dell’aria alle Linee Guida 2021 dell’OMS significherebbe, ancora una volta, ignorare evidenze scientifiche che consentirebbero di risparmiare morti premature ma anche malattie croniche e disabilità che, secondo i dati epidemiologici disponibili, sono in incremento costante e ad inizio sempre più precoce, persino in età pediatrica.
Oltre che sofferenza per larga parte della popolazione, soprattutto nelle fasce anagraficamente e socio-economicamente più vulnerabili, questo significa anche incremento costante e incontrollato di una spesa sanitaria già critica.
Prolungare nel tempo la tolleranza di limiti di concentrazione atmosferica di inquinanti privi di qualunque giustificazione scientifica consentirà a chi inquina di proseguire indisturbata la propria attività, garantendosi utili e ribaltando le spese sull’intera comunità. Ma priverà anche controllori, enti pubblici e decisori di strumenti normativi fondamentali per la prevenzione primaria.
Tutto questo è inaccettabile soprattutto per un Paese come l’Italia, che oltre ad essere penalizzato da procedure di infrazione per la qualità dell’aria in diverse aree, vive da decenni i dolorosi insegnamenti della mancata applicazione di strumenti di prevenzione primaria dei siti di interesse nazionale, dove circa 6 milioni di Italiani sono consapevolmente condannati a vivere in condizioni ambientali e sanitarie critiche, senza alcuna misura di ridimensionamento del rischio. Non considerare o annacquare le linee guida OMS 2021 pone a rischio l’intera popolazione italiana, tra l’altro progressivamente più vulnerabile per variazioni demografiche. È inaccettabile dal punto di vista non solo sanitario ma anche etico, economico e sociale.
Agostino Di Ciaula
Presidente Comitato scientifico ISDE Italia