di Giacomo Toffol, pediatra, presidente ISDE Treviso
Introduzione
La riserva del Monte Grappa in Veneto è l’ultima nata tra le 20 aree italiane che rientrano nelle riserve “Man and Biosphere” dell’Unesco. [1]
Le riserve sono il frutto di un programma scientifico intergovernativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile. Questo programma mira a migliorare le relazioni tra le persone e l’ambiente in cui vivono e a tale scopo utilizza le scienze naturali e sociali, l’economia e l’educazione per migliorare la vita delle persone e l’equa distribuzione dei benefici e per proteggere gli ecosistemi naturali, promuovendo approcci innovativi allo sviluppo economico che siano adeguati dal punto di vista sociale e culturale e sostenibili dal punto di vista ambientale. All’ interno di questo programma si sono organizzate le Riserve, una rete mondiale di aree comprendenti ecosistemi terrestri, marini/costieri, o una combinazione degli stessi, in cui si cerca di far convivere uno sviluppo socioeconomico corretto e responsabile con la conservazione degli ecosistemi e della diversità biologica e culturale. Sono orientate a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU mediante tre macrotemi specifici:
- Conservazione della diversità biologica e culturale;
- Sviluppo economico sostenibile;
- Supporto logistico, nell’educazione, nella formazione e nella ricerca.
Le riserve si basano su una forma di gestione integrata, partecipata e decentralizzata dello sviluppo e promuovono attività di cooperazione scientifica, ricerca interdisciplinare e sostenibilità ambientale con il pieno coinvolgimento delle comunità locali. Rappresentano quindi degli esempi di buone pratiche orientate allo sviluppo sostenibile e alla interazione tra sistema sociale e sistema ecologico.
La gestione delle riserve si avvale della collaborazione di una serie di tavoli tematici, che garantiscono la partecipazione ed il confronto con comunità e stakeholder del territorio. Essi hanno il compito di stimolare l’operato del Comitato di Gestione, suggerire le strategie ed individuare progetti funzionali a garantire il perseguimento delle tre funzioni delle Riserve, degli obiettivi del programma MAB e più in generale dei 17 Sustainable Development Goals.
La Riserva del Monte Grappa si estende su una superficie di 66.067,3 ettari, coinvolgendo il territorio di 25 Comuni delle 3 province di Belluno, Treviso, Vicenza, con circa 170000 abitanti. L’intero territorio è suddiviso in zone montuose, collinari e pianeggianti. L’area include interamente il Massiccio del Grappa, le aree pedemontane che lo circondano e, verso sud, anche le colline e l’alta pianura che lo collegano con la pianura Padana. A est e ad ovest i fiumi Piave e Brenta ne sono confine distinguendo i territori connessi ad altri massicci della fascia prealpina veneta. Il paesaggio forma un corridoio biologico che collega la Pianura Padana alle Alpi sud-orientali.
Il ruolo di ISDE
ISDE, con le sue sezioni del Veneto ed in particolare con i gruppi di Treviso e Vicenza, ha sostenuto fin da subito la candidatura di questa riserva, e si è proposta come capofila di un tavolo tematico incentrato su salute e ambiente, approvato nell’inverno scorso. Oltre a ISDE partecipano al tavolo i seguenti enti o associazioni: I servizi di Promozione della salute delle tre aziende ULSS all’ interno delle quali si trovano i comuni della riserva (ULSS 1 Dolomiti (BL), ULSS 2 Marca Trevigiana (TV), ULSS 7 Pedemontana (VI)) le Associazioni Culturali Pediatri di Asolo (TV) e Bassano del Grappa (VI), il Club Alpino Italiano con le sezioni di Bassano del Grappa (VI) e Feltre (BL), la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) con la sezione di Bassano del Grappa (VI), l’ Istituto scolastico Cavanis-Canova di Possagno (TV), Slow Food Veneto con la condotta del feltrino, Feltre (BL). L’ Obiettivo principale di questo tavolo, che si intende realizzare nel contesto degli obiettivi specifici di conservazione, sviluppo e logistica della Riserva, sarà quello di incrementare la salute e il benessere dei bambini e dei ragazzi, aumentando il tempo trascorso all’ aperto e il movimento e favorendo una alimentazione corretta. Obiettivi secondari saranno: aumentare la fruibilità degli ambienti naturali all’interno della riserva; aumentare la fruibilità degli spazi verdi urbani dei comuni della riserva (strade, piazze, sentieri, parchi, giardini scolastici) diffondere e incrementare le conoscenze sull’ importanza del movimento e dell’aria aperta e degli ambienti naturali e della loro tutela; aumentare la disponibilità di alimenti biologici e aumentare la sensibilità della popolazione nei confronti dell’alimentazione salubre.
E’ confermato da numerosi studi scientifici che la frequentazione della natura migliora la salute ed il benessere fisico e psichico dei bambini e dei giovani.[2] [3] [4] Frequentare ambienti naturali ha effetti benefici già nel periodo prenatale, come dimostrano gli studi che hanno valutato il benessere delle donne incinte.[5] E’ altresì noto come i più giovani trascorrano pochissimo tempo all’esterno degli edifici. [6]Incrementare questo tempo, favorendo la frequentazione di spazi verdi incontaminati, è una azione importante per mantenere e migliorare la loro salute. E’ altrettanto documentato che una alimentazione salubre, ricca di frutta e verdura possibilmente non contaminate (biologiche) è importante per la salute dei bambini e ragazzi.
Per ottenere questo sono indispensabili vari fattori per realizzare i quali verranno proposte dal tavolo tematico specifiche azioni: mettere a disposizione spazi verdi non inquinati, aumentare nei giovani e nelle loro famiglie la consapevolezza dell’importanza di frequentare queste aree, aumentare nei giovani e nelle loro famiglie la consapevolezza dell’importanza di tutelare e proteggere la natura e la biodiversità, rendere disponibili frutta e verdura biologiche, aumentare la consapevolezza dell’importanza del cibo biologico
La situazione attuale
I servizi di promozione della salute delle tre ULSS partecipanti al tavolo stanno già insistendo in tutte le provincie di loro competenza e quindi anche nei comuni del parco, con una serie di azioni che rientrano nel piano regionale veneto di prevenzione 2020-2025, con i sottoprogrammi Scuole che promuovono salute, Comunità attive, Sicurezza negli ambienti di vita, Ambiente clima e salute, e con il sistema integrato per la salute della famiglia nei primi 1000 giorni di vita. Tutti questi programmi sono caratterizzati da una serie di principi che risultano coerenti con gli obiettivi della Riserva tra i quali l’approccio intersettoriale con creazione di reti inter-istituzionali e di collaborazioni tra organizzazioni sanitarie e non sanitarie, Il coinvolgimento delle figure strategiche del sistema dell’assistenza primaria (in primis MMG, PLS), il perseguimento dell’equità. L’adesione al tavolo coordinato da ISDE permetterà di diffondere maggiormente queste iniziative in comunione con quelle proposte dal tavolo. In 17 dei comuni della Riserva sono già presenti ed attive delle buone pratiche come i progetti Pedibus o altre iniziative di mobilità sostenibile. Quando e se il comitato di gestione riterrà di inserire nel piano d’azione della Riserva, strumento fondamentale anche per la valutazione in itinere da parte dell’UNESCO, le proposte suggerite dal Tavolo Natura e salute, queste iniziative andranno diffuse ed aumentate in tutti i comuni della Riserva.
Le proposte del tavolo coordinato da ISDE
Nell’ estate in corso il comitato di gestione della riserva dovrà sintetizzare nel Piano d’azione della Riserva tutte le proposte pervenutegli dai vari tavoli tematici esistenti. Il tavolo coordinato da ISDE ha collettivamente presentato tre progetti intitolati Malghe didattiche, Cammino il mio paese, Centro studi natura e salute. Il primo progetto si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado (classi terza, quarte e quinte) e si propone (all’interno dell’alternanza scuola-lavoro e dei POF delle scuole coinvolte) di organizzare dei periodi di tirocinio negli alpeggi della Riserva nei periodi estivi (Giugno-Settembre) con l’obiettivo di fare esperienza diretta di vita in ambiente naturale, di esplorare e riscoprire i paesaggi, di acquisire competenze in ambito delle attività specifiche dell’ alpeggio (allevamento e coltivazioni di alta montagna, produzione casearia, ricezione turistica sostenibile e rispettosa degli ambienti naturali) e di conoscere i problemi ambientali legati all’inquinamento e al cambiamento climatico.
Il secondo progetto prevede una metodologia partecipata per far sì che i ragazzi possano riappropriarsi dei territori del proprio paese. Si prevede la realizzazione di interventi migliorativi urbanistici e ambientali per la messa a sistema e la messa in sicurezza di percorsi ciclo-pedonali e sentieri pedonali all’ interno dei quartieri o zone urbane e nelle aree limitrofe. Le azioni previste da questo progetto saranno: strutturazione dell’ipotesi progettuale da parte delle scuole con il supporto di referenti tecnici del tavolo; contatti con le amministrazioni comunali; attivazione da parte delle scuole (studenti e insegnanti) di gruppi partecipati per informare la comunità del progetto; avvio del progetto con mappatura del territorio individuato per la realizzazione dei percorsi da parte di studenti e insegnanti, individuazione dei criteri minimi per garantire la sicurezza del percorso (nei confronti dei rischi da inquinamento e dei rischi connessi alle infrastrutture e al traffico), proposta di modifica dei percorsi, avvio del cantiere, inaugurazione del percorso concluso e valutazione di efficacia dell’intervento.
A compendio di queste azioni è stata inoltre proposta la creazione di un centro studi che si occupi di monitorare la salute umana, degli animali e dell’ambiente della Riserva in un’ottica di Planetary health mediante le seguenti azioni: monitoraggio della situazione attuale attraverso la raccolta dei dati già esistenti o attraverso dei progetti specifici di raccolta dati, utilizzando anche la citizen science, valutazione degli effetti sulla salute globale dei progetti attuati all’interno della Riserva, durante il loro svolgimento e al termine dello stesso, attività di ricerca sul rapporto tra Natura e Salute umana, divulgazione dei risultati delle ricerche su riviste scientifiche nazionali ed internazionali, organizzazione di congressi per lo scambio di informazioni e la divulgazione delle stesse tra ricercatori e cittadini. L’arco di tempo nel quale dovranno svolgersi queste azioni, in base alla periodicità con la quale l’UNESCO prevede la valutazione dei risultati ottenuti dalle riserve, è di 10 anni. Un periodo più che sufficiente per modificare positivamente gli stili di vita dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie e il loro rapporto con l’ambiente, in un’ottica di sviluppo sostenibile ed equilibrato che garantisca un equilibrio tra sistema sociale e sistema ecologico della zona.
[1] Le aree MAB in Italia. Ministero dell’ ambiente e della sicurezza energetica. https://www.mase.gov.it/pagina/le-aree-mab-italia
[2] TILLMANN, Suzanne, et al. Mental health benefits of interactions with nature in children and teenagers: A systematic review. J Epidemiol Community Health, 2018, 72.10: 958-966.
[3] Toffol G, Reali L. Il benessere psico-fisico dei bambini migliora se frequentano spazi verdi. Quaderni ACP 2018; 25(4)
[4] FYFE-JOHNSON, Amber L., et al. Nature and Children’s Health: A Systematic Review. Pediatrics, 2021, 148.4.
[5] RICHARDSON, Elizabeth A., et al. A sibling study of whether maternal exposure to different types of natural space is related to birthweight. International Journal of Epidemiology, 2018, 47.1: 146-155.
[6] https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/lo-stile-di-vita-dei-bambini-e-dei-ragazzi-1