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Venerdì 18 ottobre si è svolto a Roma il Convegno Nazionale organizzato dall’Associazione italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma (AIL)dal titolo: “Curare è prendersi cura. Impatto ambientale e rischio sanitario, benessere e stili di vita”.

Il convegno è stata un’importante occasione di approfondimento multidisciplinare su ricerche e tematiche all’avanguardia dedicate alla relazione tra impatto ambientale e rischio sanitario, con l’obiettivo di inquadrare un approccio multisettoriale per incoraggiare politiche e strategie per la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo.

Il cancro rappresenta la più grande sfida sociale, di salute pubblica ed economica del XXI secolo; a livello globale è responsabile di un decesso su sei. Nel 2022 sono stati stimati 20 milioni di nuovi casi di cancro e 9,7 milioni di decessi.  Si prevede che nel 2050 i nuovi casi saranno oltre 35 milioni, con un aumento del 77% rispetto al 2022. Il rapido aumento del carico oncologico globale riflette sia l’invecchiamento della popolazione, sia i cambiamenti nell’esposizione delle persone ai fattori di rischio, molti dei quali sono associati allo sviluppo socioeconomico. L’inquinamento atmosferico rimane un fattore di rischio ambientale di primaria importanza. L’aumento dell’incidenza tumorale coincide con l’inevitabile innalzamento dei costi pubblici che gravano sulla spesa sociale delle famiglie, rafforzando le disparità sociali e territoriali e gravando, inoltre, sul Sistema Sanitario Nazionale. 

L’Associazione intende così contribuire, attraverso il suo impegno, al pubblico confronto per mettere in evidenza che curare e prendersi cura dei cittadini vuol dire anche ridurre il rischio sanitario dovuto all’inquinamento, facendo propria la considerazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che richiama l’attenzione sul fatto che “circa il 22% delle malattie globali sia dovuto all’esposizione a fattori ambientali modificabili; questa percentuale sale tra il 23 e il 26% nei bambini. Gran parte di questi rischi, però, potrebbero essere evitati attraverso la riduzione del rischio ambientale”. (WHO, Preventing disease through healthy environments. A global assessment of the burden of disease from environmental risks.)

L’inquinamento rappresenta un rischio ormai accertato per la salute umana, soprattutto in presenza di elevate concentrazioni di inquinanti anche per brevi periodi o l’esposizione a basse concentrazioni per lunghi periodi di tempo. Vari tipi di inquinamento, come quello atmosferico, del suolo e dell’acqua, possono contribuire all’insorgenza di problemi ematologici.

Il convegno AIL si è posto come spazio di confronto per presentare studi e ricerche che convalidano le correlazioni tra inquinamento e salute al fine di cercare di individuare i fattori di prevenzione che possano ridurre significativamente l’insorgenza tumorale per un miglioramento della salute individuale e sociale, incoraggiando politiche e strategie per la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo nel rispetto del dettato dell’art. 32 della Costituzione italiana. Nonostante l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e gli sforzi effettuati da parte delle Istituzioni, si riscontra un grande ritardo nell’adozione di misure per contrastare i drammatici scenari rappresentati dall’OMS Europa (2024) che prevede in crescita i numeri del cancro e, parallelamente, il peso economico delle cure sui sistemi sanitari: nel 2050 si stimano oltre 35 milioni di nuovi casi, +77% rispetto al 2022. Inoltre, l’aumento dell’insorgenza tumorale si caratterizza per la riduzione dell’età media della popolazione, deteriorandone la qualità della vita individuale, sociale e innalzandone i costi pubblici che gravano sulla spesa sociale e sul Sistema Sanitario Nazionale.

Nel corso del Convegno sono intervenuti scienziati ed esperti di discipline che spaziano dalla medicina epidemiologica e oncologica, alle scienze per la vita come biologia, nutrizione e agricoltura, fisici e sociologi. 

La giornata del 18 ottobre si è articolata in cinque sessioni a cui hanno preso parte oltre trenta relatori e illustri ospiti, di alcuni dei quali riportiamo delel riflessioni proposte.

L’intervento di Franco Andaloro, Fondazione Italiana Biologi, si è concentrato sul tema dell’impatto delle plastiche in mare e in particolare delle nanoplastiche che possono causare danni alle cellule umane attraverso reazioni allergiche e morte cellulare. 

Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione GIMBE, ha introdotto il tema “One Health” nella prospettiva delle politiche, affrontando come agire sulle “determinanti della salute” che riguardano condizioni di vita e di lavoro in cui gli individui nascono, crescono, vivono e invecchiano.

Il prof. Mario Salomone, Segretario Generale WEEC Network, ha sollevato una riflessione su catastrofe climatica, policrisi e salute, facendo emergere in che modo questi fattori si intrecciano con la giustizia sociale. In tal senso emerge la necessità di ragionare su approcci sistemici e complessi affinché il tema “salute” entri nel dibattito pubblico, sociale, educativo e politico e su come la salute debba traslarsi in giustizia sociale e ambientale.

Vandana Shiva, fisica, filosofa, ambientalista che nella sua relazione ha dimostrato che la salute del Pianeta è interconnessa con quella umana e ha sottolineato che la violazione dei limiti ecosistemi conduce all’insorgenza di patologie cancerogene e a disordini metabolici, ad esempio, attraverso l’utilizzo dell’agricoltura intensiva e di fonti fossili e tossiche in agricoltura. Contestualmente è stato affrontato il tema del cibo ultra-processato, causa dell’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili quali obesità, malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete e malattie renali. 

Patrizia Casarotti, Presidente di AIL Taranto con una relazione dal taglio socio-giuridico con l’obiettivo di leggere insieme gli art. 9 e 32 della Costituzione per un Diritto alla Salute, diritto da difendere in opposizione a quanto continua ad avvenire a Taranto, luogo in cui, come dichiarato dal Rapporto del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU (2022) è stata riscontrata “la peggiore negligenza immaginabile dell’obbligo di uno Stato di rispettare, proteggere e realizzare il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile”.

Il prof. Ruggero RidolfiOncologo Endocrinologo, ISDE Forlì-Cesena, ARRT Cesena che ha fatto il punto sul modo in cui l’inquinamento ambientale contribuisce all’aumento dell’incidenza tumorale, un fenomeno che sta crescendo soprattutto nei giovani; nel nostro Paese, infatti, il rischio di incidenza è raddoppiato in soli 15 anni a una velocità maggiore rispetto alle precedenti generazioni: i soggetti di 15-39 anni con cancro sono raddoppiati in 24 anni, da circa 10.000 nel 1995 a circa 20.000 nel 2019.

Alessandro Giannì di Greenpeace Italia ha presentato un’analisi sull’impatto delle sostanze per- e polifluoroalchiliche  (PFAS), presentate inizialmente come miracolo tecnologico e che oggi le evidenze dimostrano rappresentare un serio problema sanitario e ambientale; è stato infatti riscontrato che l’esposizione ai PFAS si associa a una serie di effetti negativi sulla salute, tra cui problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato, al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli, e causa, inoltre, impatti negativi sulla fertilità.

Paola Michelozzi, Direttore UOC Epidemiologia Ambientale, Occupazionale e Registro Tumori S.S.R Lazio – ASL Roma 1, ha integrato il tema dell’inquinamento atmosferico a quello dei cambiamenti climatici, un fenomeno che, attraverso la variazione climatica, impatta in modo sempre più intenso e frequente anche sulla salute umana; tra gli effetti si annoverano le ondate di calore e l’indebolendo delle difese immunitarie dell’organismo.

Il prof. Massimo Sperini, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha presentato una ricerca sull’Inquinamento Elettromagnetico, un tema che per lungo tempo è stato al centro di un intenso dibattito scientifico, mentre oggi, le evidenze e la comunità scientifica concordano sulla pericolosità dei campi elettromagnetici e sul fatto che tale nocività è causa di Leucemie infantili, tumore al seno, glioma e neuroma acustico, un fenomeno che cresce anche alla luce dell’aumento all’esposizione alle tecnologie elettromagnetiche.

Il prof. Aurelio Angelini, Sociologo dell’ambiente, Direttore della rivista scientifica Culture della Sostenibilità, ha fatto un focus sull’impatto delle sorgenti inquinanti sulla salute, proponendo un’analisi dei principali fattori che contribuiscono al deterioramento della salute fino all’insorgenza tumorale; tra questi fattori vale la pena di citare l’inquinamento atmosferico, causa di malattie respiratorie, cardiovascolari, i tumori e il declino cognitivo e i pesticidi, sostanze tossiche per la salute. 

Il prof. Adriano Venditti, Direttore U.O.C. Ematologia Fondazione Policlinico Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha dedicato un approfondito focus sull’aumento dell’incidenza delle Leucemie Acute nei paesi occidentali, dimostrando come l’aumento sia dovuto all’esposizione ad agenti tossici come il benzene contenuto nel fumo di sigaretta e nei carburanti, oltre che da fattori genetici e mutazioni.