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GENOVA – Il rapporto porto e città declinato in tema ambientale e della salute pubblica al centro dell’osservatorio in programma a Palazzo Tursi questo giovedì 17 luglio a Genova. All’incontro partecipano oltre ai rappresentanti del Comune anche Arpal, Asl3, l’Università di Genova, l’istituto scientifico del San Martino, Medici per l’ambiente, l’health city manager del Comune di Genova Luciano Grasso e alcuni comitati cittadini.

In commissione a Palazzo Tursi lo scorso 27 giugno si è parlato dell’inquinamento del fumo prodotto dalle navi in porto (Leggi qui). Secondo i dati emersi da Arpal è stimato tra il 5-10% il contributo delle emissioni navali rispetto al particolato totale presente nell’aria.

Durante la commissione è emerso come il Comune di Genova punti ad aumentare le centraline che misurano la qualità dell’aria. Nel corso dell’ultimo anno le uniche centraline che hanno registrato valori sopra la media per quanto riguarda il particolato (pm 2,5 e pm 10: polveri sottili) sono quelle di corso Europa e via Buozzi, quest’ultima proprio davanti al porto..

Tra i temi legati all’abbattimento delle emissioni delle navi che entrano in porto c’è il percorso di elettrificazione delle banchine del porto. Elemento rimarcato anche dal difensore civico di Regione Liguria Francesco Cozzi che aveva inviato una lettera all’Autorità portuale dove chiedeva il cronoprogramma dei lavori. A Genova, secondo i tempi comunicati, nel 2025 dovrebbe essere elettrificato il Terminal Crociere Traghetti che permetterà di completare il percorso di elettrificazione.

Tra i problemi legati però c’è quello di incentivare le compagnie a predisporre sistemi adatti all’attracco e permanenza in banchina attraverso l’allaccio elettrico. In questo senso il Comune di Genova attraverso l’assessore al Porto Francesco Maresca ha mandato un appello agli armatori invitandoli a fare “un passettino in più” (Leggi qui).

Tra gli obiettivi dell’osservatorio c’è quello di fare delle valutazioni sui i dati ambientali, sui dati statistici ed epidemiologici allo scopo di individuare eventuali noxe patogene presenti nell’ambiente allo scopo di ridurle ai fini della prevenzione primaria, di incrociare i dati ambientali con quelli epidemiologici, di mettere a sistema le informazioni esistenti allo scopo di ottenere un’ottica il più unitaria possibile nell’analisi dei singoli problemi e nel suggerire eventuali soluzioni o misure di miglioramento, di fare proposte che possano far diminuire l’incidenza di patologie gravi e/o frequenti, come tumori, patologie respiratorie, malattie cardiocircolatorie, incidentalità stradale e disturbi legati al disadattamento e degrado sociale ed ambientale (disagio sociale, ecc..) e di elaborare relazioni tematiche sullo stato dell’ambiente nel territorio cittadino.

Fonte: Primocanale.it