Dopo la tavola rotonda sul “Regionalismo differenziato“, il Congresso nazionale di ISDE Italia, in corso a Sansepolcro, è proseguito con un confronto sul tema dell’inquinamento atmosferico introdotto da Celestino Panizza (ISDE Lombardia), che ha visto gli interventi di Carla Ancona (Associazione Italiana di Epidemiologia – AIE), Anna Gerometta (Cittadini per l’aria), Massimiliano Smeriglio (Parlamento Europeo) e Anne Stauffer (Health and Environment Alliance- HEAL).
Celestino Panizza (ISDE Lombardia), introducendo la tavola rotonda ha ricordato che il tema vede un ruolo centrale dell’Unione Europea che stabilisce dei limiti per l’inquinamento atmosferico, per il quale la situazione è davvero preoccupante in termini di morti premature e di costi sanitari. Ha sottolineato che l’inquinamento atmosferico ha effetti negativi su molti organi umani e colpisce in particolare i nambini e le persone più fragili.
Ricorda che il testo della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria licenziato dal Parlamento Europeo prevede diminuzioni sensibili dei limiti al 2030 e poi al 2035 (allineandoli ai valori delle Line Guida OMS), ma il “trilogo” è ancora in corso e quindi sono possibili passi indietro. Sottolinea che la Direttiva prevede la riduzione del cosiddetto “onere della prova” da parte dei cittadini in giudizio per il riconoscimento dei danni prodotti dall’inquinamento atmosferico. Ci sono punti critici come l’art. 18 che prevede la possibilità di proroga dei limiti stabiliti – che è stata fortemente supportata da un nutrito gruppo di parlamentari europei provenienti dalla Pianura Padana.
Nelle discussioni che si fanno in Lombardia si dice che ridurre il livello di polveri sottili si dice che queste provengono da fonti diverse e che le politiche regionali poco possono fare per ridurle. In realtà studi recenti mostrano che le fonti locali sono comunque estremamente rilevanti. Certo si tratta di politiche complesse ma indispensabili, in primo luogo, quale idea abbiamo di sviluppo del territorio, il che comprende le scelte urbanistiche, economiche e legate ad esempio all’agricoltura, che sicuramente incide pesantemente. Occorre cambiare i modelli d’uso dei territori in cui viviamo. Occorrono politiche che affrontino il tema a vari livello, con un approccio complessivo. (vedi presentazione)
Carla Ancona (Associazione Italiana di Epidemiologia – AIE), ha osservato che forse è il tempo di unirsi come associazioni per mandare un messaggio importante. Siamo nel mezzo di una crisi climatica e l’inquinamento atmosferico ne costituisce una parte, con impatti importanti sulla salute anche a basse dosi. La comunità scientifica e le associazioni sanitarie a livello europeo chiedono al più presto un allineamento ai valori delle Linee guida OMS. Alcuni Stati, fra cui il nostro, hanno difficoltà nel rientrare in quei limiti e fanno resistenza, affermando che non ci sono sufficienti risorse. In realtà è vero – come attesta uno studio dello scorso anno della Commissione Europea – che l’inquinamento atmosferico comporta oggi costi pari a 500 miliardi di euro a livello europeo. Probabilmente dovremmo dire con più forza che non agire per ridurre drasticamente l’inquinamento atmosferico comporta costi enormi, non solo in termini di vite umane, ma anche economici. Occorre investire per l’efficientamento energetico degli edifici, così come sulla mobilità sostenibile delle nostre aree urbane, sull’allevamento e l’agricoltura, oltre che sulle emissioni industriali. Sono scelte facili? No, ma come scienziati e tecnici dobbiamo spiegare e convincere la politica che ormai è il tempo di scelte ed azioni vere ed efficaci.
Anna Gerometta (Cittadini per l’aria), sottolinea l’importanza della collaborazione fra realtà come Cittadini per l’Aria ed i medici. E’ importante presentarsi ai cittadini per mostrare i “benefici” di azioni volte a ridurre l’inquinamento atmosferico. Non basta ricordarne gli effetti negativi in termini di morti premature. Sempre di più viviamo la contraddizione fra il sacrosanto diritto alla salute e chi compie scelte sbagliate che forse portano voti, ma con effetti perniciosi per i cittadini. E’ il caso della Regione Lombardia che sta battendosi con grandi sforzi per arginare la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, forse riuscendo ad ottenere la possibilità di rinviare di un numero elevato di anni i limiti proposti dalla Commissione Europea, e ignorando quelli indicati dalle Linee Guida OMS. Abbiamo da ormai vent’anni una pianificazione sbagliata sulle azioni da compiere per cambiare la situazione, che invece gli altri Stati hanno fatto da tempo. Su cosa si può e si deve fare in agricoltura, sugli edifici, sulla mobilità. Ad esempio in un incontro con il Ministero dell’Ambiente Lorenzo Pagliano del Politecnico di Milano ha illustrato quali misure adottare per l’efficientamento energetico degli edifici oppure per la ciclabilità ad usando fondi europei. Questa Direttiva dovrebbe essere k’occasione non per ritardare ma per compiere davvero un cambio di passo.
Massimiliano Smeriglio (Parlamento Europeo), ha osservato che il tema in discussione ha sicuramente rlevanza scientifica e tecnica, ma anche e soprattutto in termini di scelte politiche. Davanti alla crisi climatica ed all’inquinamento che sono strettamente connessi, l’Europa ha lanciato l’obiettivo del Green Deal. La Transizione ecologica non è una sfida che può essere messa da parte. Il Piano europeo per l’inquinamento zero per aria acqua e suolo è sicuramente ambizioso, con obiettivi molto precisi per le varie matrici ed in termini di impatti sulla salute. Con le guerre, le difficoltà economiche cresce nell’opinione pubblica la forza di tendenze “negazioniste” alimentate da certe forze politiche. Occorre davvero operare a livello di formazione delle opinioni pubbliche per contrastare queste tendenze che sicuramente incideranno. Il rischio è che si torni indietro anche su decisioni già assunte a livello europeo. La scelta del Palamento europeo sulla Direttiva della qualità dell’aria è stata importante, ma con il trilogo entreranno con un forte peso gli Stati nazionali, come il nostro, che hanno convincimenti diversi.
Anne Stauffer (Health and Environment Alliance – HEAL), ha inviato un video messaggio nel quale ha illustrato gli sforzi che l’Alleanza delle associazioni per l’ambiente e la salute sta producendo per sostenere a livello europeo scelte che determinino norme europee che si allineino ai valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per tutelare la salute umana. E’ importante cercare di arrivare al termine del trilogo prima della scadenza del Parlamento europeo, con il rischio che nella prossima legislatura si determini una maggioranza sfavorevole.
Il tema dell’inquinamento atmosferico, a cui è dedicata anche l’intera sessione di sabato mattina del Congresso, con numerosi contributi previsti, è da sempre al centro dell’attenzione di ISDE Italia.
In particolare in questi mesi è stata alta l’attenzione dell’Associazione e numerose le iniziative promosse in relazione all’iter in corso per l’approvazione della nuova Direttiva Europea sulla qualità dell’aria che stabilirà i limiti per le sostanze inquinanti a partire dal 2030 (Decine di associazioni e ricercatori si appellano al Presidente della Repubblica per la Direttiva Aria, Appello urgente ISDE per il rafforzamento degli standard di qualità dell’aria dell’UE, Come salvare centinaia di migliaia di vite in Europa attraverso le direttive sulla qualità dell’aria ambiente, Qualità dell’aria, lettera in vista del voto del Parlamento Europeo, Lettera aperta di una cinquantina di medici, scienziati ed esperti sulla Direttiva europea per la qualità dell’aria).
Questo aggiornamento degli standard sulla qualità dell’aria è cruciale per la salute pubblica, considerato che l’inquinamento atmosferico è la prima causa di morti premature per cause ambientali – e l’Italia è in testa a questa poco onorevole “classifica” europea -, per questo è indispensabile impegnarsi a proteggere vite umane e natura dall’inquinamento atmosferico, anche con iniziative di formazione come il Webinar di aggiornamento ISDE (materiali) sui principali problemi connessi all’inquinamento dell’ aria per una strategia comune d’azione recentemente realizzato.
Come ha sottolineato Agostino Di Ciaula (Presidente del Comitato Scientifico di ISDE Italia): Morire ed ammalarsi perchè la legge lo consente. Un inefficace adeguamento della normativa sulla qualità dell’aria alle Linee Guida 2021 dell’OMS significherebbe, ancora una volta, ignorare evidenze scientifiche che consentirebbero di risparmiare morti premature ma anche malattie croniche e disabilità che, secondo i dati epidemiologici disponibili, sono in incremento costante e ad inizio sempre più precoce, persino in età pediatrica.
il video della sessione. Il video della sessione. Per visualizzare la lista dei video delle tavole rotonde e degli interventi delle prime due giornate del Congresso cliccare qui.