Sabato 30 novembre presso l’aula convegni della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Modena, si è svolto il convegno promosso da ISDE Modena, in collaborazione con UNIMORE ed il patrocinio del Comune di Modena sul tema: Inquinamento atmosferico e cambiamento climatico: una sfida del presente che non possiamo rinviare al futuro.
Dopo i saluti dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Modena, Vittorio Molinari, e della prof.ssa Grazia Ghermandi, Delegata del Rettore per la sostenibilità, Giovanni Viegi (già Presidente della European Respiratory Society) ha tenuto la sua ‘lettura’ sul tema Inquinamento atmosferico e cambiamento climatico: exsposoma, quali la dimensione e la complessità del problema.
E’ seguita la tavola rotonda, coordinata da Marco Talluri, giornalista scientifico e direttore di Ambientenonsolo, nel corso della quale sono intervenuti Vanes Poluzzi (responsabile CTR Qualità dell’aria di ARPAE), Paolo Lauriola (membro del Comitato Scientifico di ISDE Italia e Presidente di EPHA) e Ludovico Trianni (pneumologo ISDE Modena).
Nel corso della tavola rotonda sono stati diversi gli interventi del pubblico nel corso del quale sono emerse diverse tematiche di interesse, fra le quali:
la questione degli allevamenti intensivi come fonte di inquinamento atmosferico (per il quale si è citata l’iniziativa di ISDE Italia sul tema);
la necessità di una partecipazione attiva della popolazione per svolgere un’azione di “lobby positiva” (fino ad arrivare, se necessario, ad azioni di class action) sulle tematiche discusse nei confronti dei decisori politici, già sottoposti alle pressioni “negative” di portatori di interessi importanti: come ha affermato una intervenuta nel dibattito: “nessuno può tirarsi indietro”;
il tema dell’inceneritore di Modena e, soprattutto, la denuncia di quanto avvenuto alcuni anni fa, quando al momento del raddoppio della capacità di incenerimento dell’impianto era stato predisposto un progetto definitivo di impianto di teleriscaldamento che doveva alimentare circa 10.000 abitazioni, ma che è stato abbandonato dopo l’ampiamento dell’inceneritore ed il conseguente utilizzo dello stesso per bruciare una notevole quantità di rifiuti “importati”.