Ieri i rappresentanti del Consiglio e del Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio – che deve essere confermato da entrambe le istituzioni prima di passare attraverso la procedura formale di adozione – sulla revisione della Direttiva sulal qualità dell’aria.
In attesa di leggere il testo integrale dell’accordo, già dalle anticipazioni diffuse dagli organi istituzionali europei, pur apprezzando il fatto che sembra possibile a questo punto revisionare la Direttiva entro questo mandato parlamentare europeo, non si può che esprimere preoccupazione per alcuni aspetti cruciali che risultano presenti in questo accordo.
In particolare l’accordo provvisorio offre agli Stati membri la possibilità di chiedere, entro il 31 gennaio 2029 e per motivi specifici e a condizioni rigorose, un rinvio del termine per il raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria fino al 1° gennaio 2040 per le zone in cui il rispetto della direttiva entro la scadenza si rivelerebbe irraggiungibile a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche o in cui le riduzioni necessarie possono essere raggiunte solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti.
Sembra la descrizione di quanto sostenuto dalle regioni padane, ed in particolare dalla Lombardia, e che come ISDE Italia, insieme ad altre associazioni, abbiamo a suo tempo denunciato.
La situazione di questi giorni, con livelli di polveri sottili elevatissime dimostra proprio che è indispensabile agire subito e in modo deciso per ridurre l’effetto di questa situazione sulla salute delle persone, ed in particolare di quelle più deboli, come i bambini.
Lo dice chiaramente stamani in una intervista a “Il Manifesto” Francesco Forastiere, visiting professor all’Imperial College di Londra, che ISDE Italia condivide pienamente.
«Siamo il Paese che ha il primato dei morti attribuibili all’inquinamento, tra i 50.000 e i 70.000 decessi l’anno dovuti alle Pm2,5, ma paradossalmente, chiediamo la deroga della direttiva europea sulla qualità dell’aria (…) ritardare le misure in Italia significa spalmare questa mortalità su un maggiore numero di anni. Paradossalmente, però, è proprio l’Italia a chiedere la deroga nei negoziati, sostenendo che non riusciremmo ad adeguarci in così poco tempo. (…) La posizione italiana è molto influenzata dalle Regioni della Pianura padana, e soprattutto della Lombardia. È la Lombardia a sostenere che la richiesta europea è eccessiva. In realtà, manca l’intenzione di agire. (…)
I settori su cui intervenire sono quattro. Primo: il traffico veicolare. Bisogna ridurre le auto inquinanti, abbassare la velocità nei centri urbani, sostituire il trasporto individuale con quello pubblico, spostare le merci dalla gomma alla rotaia. Secondo: il riscaldamento. Nelle aree rurali si è puntato molto su legna e pellet, le fonti più economiche ma anche più inquinanti. Si aggiunga la cattiva abitudine di tenere temperature troppo alte negli ambienti chiusi. Terzo: gli allevamenti. L’industria del parmigiano reggiano e dei salumi provoca enormi emissioni di ammoniaca che poi si trasforma in Pm25. Oltre a ridurre il consumo di carne, occorre adottare le tecnologie e metodi di concimazione che abbattano le emissioni. Quarto: le emissioni industriali. Sono stati fatti molti passi avanti, ma l’intensità industriale della Pianura padana comporta un volume assoluto di emissioni inquinanti comunque elevato.”
Il vicedirettore di HEAL, Health and Environment Alliance – a cui ISDE Italia aderisce – Anne Stauffer così commenta l’accordo raggiunto: “L’accordo sulla direttiva sulla qualità dell’aria ambiente di ieri sera è un importante passo avanti verso l’aria pulita in Europa. Mentre purtroppo il compromesso non è all’altezza dell’aggiornamento completo con le raccomandazioni scientifiche, il pacchetto ha un enorme potenziale per ridurre la sofferenza delle persone, prevenire le malattie e ottenere risparmi economici. Esortiamo tutti i deputati e gli Stati membri ad adottare questa revisione prima delle elezioni dell’UE, poiché si tratta di una legge aggiornata con un chiaro valore aggiunto per le persone”.
Il dottor Christiaan Keijzer, presidente del comitato permanente dei medici europei ha detto: “Gli standard di qualità dell’aria dell’UE devono essere aggiornati con urgenza. I medici di tutta Europa concordano sul fatto che abbiamo bisogno di una migliore qualità dell’aria e le autorità pubbliche e i governi nazionali devono agire per contribuire a ridurre il carico di malattia”.
ISDE Italia, come affermato in più occasioni, ritiene che gli standard europei dovrebbero allinearsi ai valori raccomandati dalle Linee Guida OMS del 2021, mentre l’accordo raggiunto ancora non compie questo passo decisivo.