L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, sezione di Latina, ha appreso con sconcerto la notizia che il TAR del Lazio ha dato ragione alla ditta che, purtroppo, costruirà l’impianto a biometano a Latina scalo e respinto il ricorso del comitato dei cittadini residenti nell’area circostante, contrari alla realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica di rifiuti urbani.
A noi come Associazione che ha l’obbligo di salvaguardare l’ambiente per tutelare la salute dei cittadini, dispiace molto che le persone, che abitano nella zona, non siano state interpellate e coinvolte nelle decisioni. Pur rispettando, come è nostra abitudine, le Istituzioni, tale decisione non ci può trovare d’accordo in quanto conosciamo le criticità di questi impianti di digestione anaerobica a livello nazionale e sappiamo anche che una Commissione Parlamentare d’inchiesta, nel dicembre 2015, ha dichiarato testualmente che in Italia il 64% degli impianti di digestione di rifiuti è irregolare, per cui per il ben noto Principio internazionale di Precauzione tali impianti non dovrebbero essere più costruiti e al loro posto andrebbero costruiti solo piccoli impianti di digestione aerobica cui i rifiuti debbano pervenire solo dopo una raccolta differenziata spinta (carta, vetro, plastica, metallo, organico) e un recupero di materia (riciclaggio, frazione secca e compostaggio, frazione organica).
In Italia la FORSU (Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani), secondo la Position paper dell’ISDE Italia, deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dalla U.E. (Direttiva 2008/98/CE), privilegiando la prevenzione (autocompostaggio) e il riciclaggio/recupero di materia (identificabile unicamente con il compostaggio aerobico tradizionale o di qualità).
La digestione anaerobica, che è finalizzata al recupero di energia, è da considerare scelta di secondo livello rispetto al compostaggio aerobico, in quanto la combustione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica presenta notevoli rischi ambientali e sanitari legati alla presenza di batteri patogeni, alte concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici con successiva contaminazione del suolo, della catena alimentare ed emissione di inquinanti in atmosfera (diossine, formaldeide, benzene e altri).
Per tale motivo, tale pratica costituisce un rischio per la salute, soprattutto degli abitanti che si trovano nei territori limitrofi a tali impianti.
Il Compostaggio dovrebbe sempre essere favorito alla Digestione Anaerobica. La nostra associazione ha il compito unicamente di segnalare questa criticità alle Istituzioni ed anche alla stampa per far sentire la propria vicinanza ai cittadini, che saranno costretti a subire i danni che tale impianto causerà in futuro, qualora venisse veramente costruito. E si appella al Principio di Precauzione e quindi sensibilizza le Istituzioni, siano essi la Regione, la Provincia, i Comuni ad un controllo particolarmente attento e continuo di questi impianti già esistenti e a non costruirne“.