L’esempio spesso portato dai sostenitori degli inceneritori è la Danimarca: la Nazione con più inceneritori in assoluto rispetto alla popolazione. Non dicono però che sta facendo marcia indietro, avendo concluso che l’incenerimento dei rifiuti è una pratica antieconomica e soprattutto rischiosa per la salute. La ministra per l’ambiente Ida Auken si è dimessa nel 2014 con questa motivazione: “INCENERIRE I RIFIUTI NON È LA SOLUZIONE”. Nel 2020 il nuovo ministro Dan Jorgensen dichiara: ”La Danimarca è nel mezzo di una crisi senza precedenti … dobbiamo pensare a nuove idee … per una cambiamento ecologico. Più RICICLO. Un’ECONOMIA CIRCOLARE e MENO COMBUSTIONE sono passi fondamentali in questa direzione”.
Il Governo della Regione Umbria vorrebbe andare nella direzione opposta: più combustioni come se non bastassero l’inceneritore e le acciaierie a Terni, la fonderia di Assisi, e i due cementifici di Gubbio, autorizzati a bruciare rifiuti detti eufemisticamente Combustibile Solido Secondario (CSS). AIRTUM (2019) pone l’Umbria come seconda regione, dopo il Friuli Venezia Giulia, per la più alta incidenza di casi di tumore per 100.000 abitanti: 716 in Friuli contro i 688 in Umbria.
Secondo la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (2006) “l’incenerimento dei rifiuti è la tecnica di smaltimento più dannosa per l’ambiente e la salute umana”. Molte ricerche negli ultimi 30 anni lo dimostrano e una recente (2020) revisione sistematica (massima evidenza scientifica) degli studi sugli inceneritori dimostra effetti avversi sulla salute, tra cui alcune neoplasie, anomalie congenite, morti infantili e aborti spontanei anche negli inceneritori di “ultima generazione”, sia pure meno che nei vecchi, forse per il tempo inadeguato perché i danni emergano. Neppure i filtri più sofisticati eliminano le nanoparticelle (particolato primario ) e tanto meno i gas (Nox, SO2, CO2), nocivi e inoltre responsabili della formazione del particolato secondario che si produce dopo la loro fuoriuscita dai camini trasportando, come il particolato primario, diossine, policlorobifenili (PCB), furani, metalli pesanti: cancerogeni di prima classe (certi) e interferenti endocrini che alterando il sistema ormonale, agiscono negativamente sulla fertilità sia maschile che femminile. Uno studio del 2021 in Rep. Ceca, Spagna e Lituania vicino agli inceneritori mostra dosi di diossina, PCB, PAH, Benzopirene ecc. in aghi di pino, muschi e uova tali da superare i limiti UE per la sicurezza alimentare.
Termovalorizzatore” per l’Accademia della Crusca non esiste: “allontana l’idea della pericolosità ambientale e si deve dire inceneritore con recupero di energia” (anche se l’energia ricavata da incenerire rifiuti è sempre inferiore a quella che c’è voluta a produrre ciò che si brucia). Gli inceneritori sono “Industrie insalubri di classe I” (art.216 RD 1265/34, DM 5.9.94) e “Non idonee ad ospitare inceneritori le zone agricole caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti” (DLgs 228/01)
L’UMBRIA HA PROPRIO BISOGNO DI UN ULTERIORE INCENERITORE O PUO INVERTIRE LA MARCIA COME LA DANIMARCA, VERSO UNA VERA E FORTE ECONOMIA CIRCOLARE?
L’Economia circolare non comporta rischi per la salute ed incrementerebbe i posti di lavoro poiché si basa, oltre che sulla raccolta porta a porta spinta, sul recupero, sul riuso delle materie prime seconde, sulla riparazione per ridare nuova vita ad oggetti riparabili.