Numerosi sono i dati che ogni anno ARPAV raccoglie e pubblica che evidenziano la massiccia presenza di pesticidi nell’acqua, nel suolo e nell’ambiente in cui tutti noi viviamo. Verona è la provincia che ne usa di più
La mancanza di regolamentazione severa e specifica in materia rende tale monitoraggio parziale e spesso fine a se stesso Il monitoraggio è spesso fine a se stesso, perché, anche se esistono regole severe, non ne viene controllato il rispetto. Non vi è nel contempo attività formative informative rivolta anche alla cittadinanza stessa che spesso è allarmata e/o preoccupata da alcuni comportamenti.
Lo studio dell’esposizione della popolazione a queste sostanze rimane estremamente difficile da valutare e stimare e per questo è auspicabile che aumenti la volontà e la consapevolezza di usare una giusta strategia per la salvaguardia della salute pubblica, quindi effettuare studi di monitoraggio conoscitivi sul rilascio di queste molecole nell’ambiente
Verona, definita anche “il più grande vigneto urbano del mondo”, rappresenta un distretto “agricolo” molto importante e sono molte le zone intensivamente coltivate con monocolture.
Sempre più in questi anni si è assistito ad un estensione notevole delle superfici vitate, ed è evidente a tutti che manca una reale e fisica delimitazione tra quelle che sono le aree agricole e le aree civili.
È corretto quindi effettuare approfondimenti su questo argomento di interesse pubblico.
È possibile tale convivenza così ravvicinata?
Ci sono potenziali fattori di rischio per gli abitanti che vivono in tali zone?
Biodiversità e agricoltura intensiva, binomio possibile?