Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Abbiamo avuto recentemente notizia dello stanziamento di 200mila euro in favore della società Talete Spa, gestore del servizio idrico integrato dell’Ato1- Lazio, per la realizzazione di opere finalizzate all’abbattimento della concentrazione di uranio nelle acque a uso potabile erogate nel comune di Ronciglione.
L’associazione Medici per l’ambiente – Isde di Viterbo, per studio e documentazione scientifica, chiede urgentemente di conoscere nello specifico: la tipologia di questi impianti, le modalità del loro funzionamento ed entro quanto tempo saranno realizzati e messi a regime.
È infatti noto che l’uranio è un elemento tossico e cancerogeno e il suo valore nelle acque destinate al consumo umano, è fissato, dal decreto legislativo 23 febbraio 2023 n. 18, provvisoriamente, in 30 µg/l (microgrammi/litro) e questo in ragione del fatto che la comunità scientifica internazionale ritiene che solo il valore zero, per le sostanze cancerogene presenti nell’acqua e nelle altre matrici fondamentali per la vita, possa tutelare da rischi per la salute.
Stante poi anche la persistente e annosa situazione di non potabilità delle acque nel comune di Ronciglione, più volte segnalata e dovuta al degrado della qualità delle acque captate proprio e per la maggior parte dal lago di Vico, e come da ordinanze sindacali tuttora in vigore, l’Isde di Viterbo fa appello perché nell’immediato la popolazione e gli esercizi pubblici di Ronciglione siano riforniti di acqua potabile come mezzi alternativi.
Si ricorda inoltre che, già il 19 giugno 2023, sempre l’Isde di Viterbo ha inviato una richiesta per ricevere informazioni in merito al rilevamento di uranio nelle acque ad uso umano erogate in tutti i comuni della provincia viterbese.
L’Alto Lazio e l’intera provincia di Viterbo infatti si estendono su un’area geologica di origine vulcanica e questa conformazione determina elevati livelli di Radon – elemento cancerogeno certo di classe 1 – ed è, per la maggior parte, causa anche della presenza di elevati livelli di Arsenico, altro elemento tossico e cancerogeno sempre di classe 1, nelle acque ad uso umano.
Va dunque evitato il cosiddetto effetto cocktail ovvero l’esposizione delle popolazioni a più fonti di inquinamento perché queste possono esercitare, in sinergia ed amplificazione, effetti negativi sulla salute delle persone, in particolare su quella delle donne in gravidanza, dei bambini, ei giovani e dei malati.
Si richiama poi e nuovamente il fatto che la popolazione residente nella provincia di Viterbo, come da nota della Asl – protocollo n.34025 del 28 aprile 2023- già presenta “Tassi di incidenza e prevalenza riguardanti alcune neoplasie, superiori agli standard previsti”, e che sempre in questa nota si indicano quattro tipi di neoplasie, con tassi elevati per prevalenza ed incidenza nel territorio, ovvero le neoplasie del sistema nervoso centrale, le neoplasie del polmone, le neoplasie dell’apparato digerente e quelle dell’apparato genito-urinario.
La provincia di Viterbo, in particolare l’area a sud di Viterbo, ha visto sviluppare negli ultimi decenni l’agricoltura intensiva del nocciolo e questo ha determinato e continua a determinare una ulteriore fonte di inquinamento rappresentato da pesticidi e fertilizzanti chimici che accrescono anche il rischio oncologico delle popolazioni residenti e alterano gli ecosistemi come nel caso del lago di Vico, come più volte segnalato.
Antonella Litta
Referente per Viterbo dell’associazione Medici per l’ambiente
Isde – (International society of doctors for the environment – Italia)