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La Provincia di Biella ha emanato il provvedimento conclusivo (determina n. 1046 del 9 luglio 2024) del procedimento relativo alla Valutazione di Impatto Ambientale e rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale relativamente al progetto presentato dalla società “A2A Ambiente” S.p.A. Brescia per la realizzazione di un “Impianto per la produzione di energia elettrica e termica mediante combustione di rifiuti speciali non pericolosi nel Comune di Cavaglià (BI).

Si conclude così – salvo ricorsi da parte dei A2A al TAR -, un percorso di due anni che ha visto l’instancabile impegno del Movimento Valledora – formato dai comitati ambientalisti di comuni delle province di Biella e Vercelli (fra cui ISDE Italia) – che si è battuto contro il progetto di A2A.

Nella determinazione della Provincia si riportano i pareri contrari al progetto di vari enti che si sono espressi fra cui le Aziende Sanitarie e le Amministrazioni comunali e provinciali interessate.

Fra le motivazioni addotte se ne segnalano alcune specificamente legate al tema dei “PFAS”, particolarmente nuove rispetto ad altri procedimenti analoghi passati, che possono essere di interesse anche per altre realtà:

  • “il proponente non svolge alcuna considerazione in ordine alla potenziale presenza di PFAS nei rifiuti che chiede di poter trattare;”
  • “la trattazione presentata non ha fornito elementi utili a valutare l’effettiva capacità della post-combustione di distruggere il legame carbonio-fluoro delle sostanze persistenti di natura fluoro alchilica (PFAS, PFC) presenti nei fumi, di valutare la formazione di composti intermedi fluorurati che si potrebbero generare, tantomeno di ipotizzare la loro distribuzione nelle fasi solide e gas costituenti i fumi destinati ai successivi stadi di depurazione;”
  • “la potenziale presenza di PFAS nelle emissioni del termovalorizzatore, non adeguatamente rimossi nei processi di abbattimento, rendono la valutazione di impatto sanitario carente e non sufficientemente esaustiva;”

ISDE Biella esprime con l’occasione un ringraziamento non formale a tutti coloro che hanno contribuito a e sostenuto queste due anni di battaglie, ed in particolare il collega Paolo Crosignani che nell’Organismo incaricato dell’Inchiesta pubblica ha saputo sostenere le ragioni del diniego.