Intervento di Francesco Romizi (responsaabile comunicazione e stmpa ISDE Italia) sul supplemento l’Extraterrestre de il Manifesto.
In vista del voto del Comitato permanente della Commissione UE per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (SCOPAFF) sulla riautorizzazione del glifosato, previsto per oggi e domani, la rete europea di azione sui pesticidi (PAN) e numerose associazioni italiane ( tra cui ISDE, Greenpeace, WWF, Legambiente e Lipu) continuano la loro campagna contro la controversa sostanza chimica comunemente utilizzata nei diserbanti. I gruppi ambientalisti stanno rispondendo alle dichiarazioni del Glyphosate Renewal Group (GRG) secondo cui il glifosato non rappresenta una minaccia per la salute umana o l’ambiente. In risposta alle preoccupazioni sulla tossicità del glifosato, la settimana scorsa, un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato “stiamo proponendo agli Stati membri di rinnovare l’approvazione del glifosato a condizioni rigorose. Esempi di queste condizioni sono il divieto dell’uso pre-raccolta come essiccante e la necessità di determinate misure per proteggere gli organismi non bersaglio dell’erbicida stesso”. A questa affermazione, i medici per l’ambiente hanno replicato “La proposta della Commissione prevede il rinnovo dell’approvazione del glifosato per dieci anni, senza quasi nessuna restrizione per minimizzarne l’uso. L’unica eccezione è l’essiccazione pre-raccolta, che è già limitata in alcuni Stati membri. La Commissione ha solo aggiunto raccomandazioni d’uso non vincolanti, che non sono sufficienti a garantire l’attuazione e quindi sono destinate a non garantire la protezione della salute dei lavoratori e dei residenti delle zone agricole, compresi i bambini, nonché degli ecosistemi ambientali e la biodiversità”.
Nelle loro dichiarazioni, la Commissione Europea, il GRG e il loro membro più importante, la Bayer-ex Monsanto, hanno affermato che la ricerca scientifica sul glifosato è dalla loro parte: “Siamo pienamente impegnati a garantire che l’approvazione delle sostanze attive dei prodotti fitosanitari come il glifosato sia basata sulle prove scientifiche più recenti e nel rigoroso rispetto della legislazione UE. La valutazione del glifosato è stata la più completa e trasparente che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e gli Stati membri dell’UE abbiano mai effettuato, tenendo conto di migliaia di studi relativi alla salute umana, animale e ambientale e coinvolgendo decine di scienziati. ISDE replica anche a quest’affermazione: “Il contenuto della proposta è estremamente allarmante alla luce della notevole quantità di conoscenze sulla tossicità del glifosato, sia grazie a ricerche scientifiche indipendenti che commissionate dalle aziende; le prove scientifiche dimostrano che il glifosato è potenzialmente cancerogeno e genotossico, causa stress ossidativo, ovvero un meccanismo che può provocare danni al DNA ed è collegato al cancro. Inoltre, distrugge il microbioma delle persone e potenzialmente anche il sistema endocrino. È tossico per il nostro apparato neurologico e, fattore da non trascurare, danneggia gravemente la biodiversità”.
In definitiva appare evidente che la proposta di rinnovare il glifosato si basi prevalentemente su vecchi studi di settore, rifiutando recenti prove scientifiche. Pertanto contraddice direttamente il diritto comunitario, che dà priorità alla protezione della salute umana e dell’ambiente. Tra l’altro, PAN Europa, ha recentemente vinto un importante causa legale presso la Corte di giustizia europea contro la Commissione europea e le autorità nazionali sul clorpirifos-metile, un altro pesticida dannoso per la salute umana. Anche in questo caso la Corte ha dato ragione ai ricorrenti: il diritto europeo non è stato applicato poiché la salute e l’ambiente vengono prima degli interessi privati. Tutti i principali organismi di regolamentazione lavorano, però, con una serie di regole scritte dalle multinazionali. Di conseguenza, le loro conclusioni si basano principalmente su studi di settore, scartando la maggior parte degli studi indipendenti in quanto non conformi alle linee guida, non pertinenti o non conclusivi. Questo permette di mantenere molti pesticidi tossici sul mercato e nei nostri alimenti e spiega perché l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ma anche l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti non vedono alcun danno. Ciò è in netto contrasto con le conclusioni di organismi completamente indipendenti come l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS ( IARC) o l’Istituto nazionale di sanità francese (INSERM). Queste istituzioni analizzano tutto il peso di studi scientifici indipendenti, esaminano nuove prove e concludono che, nel caso specifico, il glifosato presenta molti problemi per l’uomo e per la natura.
Oggi e domani, quindi, gli Stati membri europei voteranno sulla proposta della CE di riautorizzare il glifosato: ”Sembra che non ci sia una maggioranza qualificata per l’attuale proposta della Commissione europea, forse elaboreranno un compromesso per raggiungere la maggioranza necessaria – dichiarano le associazioni italiane impegnate contro il rinnovo dell’uso dell’erbicida- Se non otterranno il sostegno necessario, tra qualche settimana ci sarà una seconda votazione in commissione d’appello.
A inizio settimana Greenpeace Italia ha consegnato 75.000 firme contro il glifosato al Ministro della Salute, il ministero competente e che dovrebbe partecipare alla riunione europea del Comitato. La deputata dell’Alleanza Verdi-Sinistra, Eleonora Evi, ha presentato, venerdì della scorsa settimana, un’interpellanza alla Camera. L’esponente ambientalista ha ricevuto, dal sottosegretario alla Salute Gemmato, una risposta a dir poco imbarazzante: l’Italia potrebbe votare a favore del glifosato. Ecco, se il Governo italiano non ha ancora deciso come comportarsi a Bruxelles, potrebbe essere la volta buona che ascolti i cittadini e, soprattutto, la comunità scientifica. Si scelga la salute e l’ambiente prima degli interessi economici della Bayer e si voti contro il rinnovo dell’autorizzazione in Europa.