Skip to main content

A Parma poco e nulla viene fatto per contenere l’inquinamento atmosferico. Si agisca velocemente per la salute della popolazione

La pandemia da Covid 19 sembra avere rimosso tutti gli altri problemi sanitari, eppure c’è una pandemia che non ci abbandona da anni ed è quella delle morti evitabili legate alla pessima qualità dell’aria che respiriamo e in generale dell’ambiente.
Da ormai una settimana il livello delle polveri sottili a Parma è sopra i limiti di legge, una legge che non contempla la “soglia zero”, perché anche sotto quei limiti l’effetto sulla nostra salute è nocivo.
Eppure, nonostante la precaria situazione, ci si limita ad uno pseudo-blocco del traffico del tutto risibile, dal momento che toglie dalle strade solo una percentuale minima di auto. Inutile riportare i dati sulle morti correlate ad ogni aumento di 10 mcgr di PM10. Questo non sembra spaventare gli amministratori locali, ed in primis il primo cittadino che è “primo responsabile della salute
pubblica”.
A nulla sono valsi gli studi che correlavano la pessima qualità dell’aria con l’alto numero di decessi da Covid 19 nel Nord Italia nei primissimi mesi della pandemia. A nulla gli allarmi lanciati da scienziati che descrivono scenari pandemici virali sempre più frequenti nel prossimo futuro legati proprio ai cambiamenti climatici e all’ambiente sempre più sotto attacco dalle attività umane.
Si dice sempre, quasi nascondendosi dietro ad una scusa banale, che il problema non è solo della nostra città, ma dell’intero bacino padano. Ne siamo ben consci. Ci domandiamo perché allora per la pandemia di decessi legati a cause ambientali non si istituisca una sorta di Comitato Tecnico Scientifico interregionale guidato da una figura come quella nazionale che sta gestendo la pandemia da Covid 19. Sarebbe dovuto, visto lo stato emergenziale permanente in cui ci troviamo.