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Segnaliamo questo articolo scientifico – The Impact of Air Pollution on Cardiovascular Health: An important Non-Traditional Risk Factor | The BMJ – di Giovanni Ghirga (ISDE Italia) e altri, come rapida risposta all’articolo Secondary prevention of cardiovascular disease, including cholesterol targets: summary of updated NICE guidance.

Vogliamo sottolineare l’importanza di uno dei fattori di rischio non tradizionali che dovrebbero essere affrontati: l’inquinamento atmosferico, in particolare le particelle sottili (<2,5 µm; PM2.5) a causa del loro effetto negativo sul metabolismo del colesterolo delle lipoproteine.

Sia l’esposizione a breve termine che cronica a PM2.5 è stata trovata ad aumentare il rischio relativo di eventi cardiovascolari come ricoveri per insufficienza cardiaca, arresto cardiaco, aritmie, ictus ischemico e, più significativamente, infarto miocardico (MI). Elevati livelli di PM2.5 sono stati collegati all’aumento dell’aterosclerosi coronarica e alla destabilizzazione della placca, mentre studi randomizzati hanno dimostrato che l’esposizione a PM2.5 aumenta la pressione sanguigna entro poche ore. Recenti prove suggeriscono inoltre che gli individui con sindrome coronarica acuta ricorrente e maggiore esposizione a lungo termine a PM2.5 possono subire una guarigione compromessa della placca.

Studi sull’uomo hanno dimostrato che la concentrazione plasmatica di lipoproteina a bassa densità ossidata (LDL) è positivamente associata all’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico, indipendentemente dai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare o dai farmaci ipolipemizzanti. Inoltre, l’esposizione a livelli più elevati di PM2.5 è stata collegata a deficit nella funzionalità della lipoproteina ad alta densità, ad aumentati livelli di LDL ossidato, ad aumentati livelli di marker di infiammazione sistemica come la proteina C reattiva e allo stress ossidativo.

Gli individui che necessitano di prevenzione secondaria delle CVD e risiedono in aree fortemente inquinante affrontano un aumento del rischio di peggiorare la propria condizione. Mentre i tradizionali fattori di rischio come il fumo, l’obesità, l’ipertensione e il colesterolo alto sono comunemente presi di mira nelle strategie di prevenzione delle CVD, l’importanza dell’inquinamento atmosferico sulla salute cardiovascolare non dovrebbe essere trascurata.

Un suggerimento per gli individui con CVD esistenti o a rischio è quello di considerare il trasferimento in aree meno inquinate. Spostandosi in un ambiente più pulito con livelli ridotti di inquinamento atmosferico, gli individui possono ridurre la loro esposizione a particelle dannose e potenzialmente migliorare la propria salute cardiovascolare. Poiché, per vari motivi, il trasferimento potrebbe non essere un’opzione praticabile per molte persone, coloro che traggono maggior beneficio dalla prevenzione secondaria delle CVD dovrebbero essere informati della riduzione del rischio potenziale di risiedere in un’area meno inquinata e adottare misure adeguate per minimizzare l’esposizione all’inquinamento atmosferico al fine di migliorare la loro salute cardiovascolare.

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