Inaccettabile il documento sul nucleare firmato a Dubai. Sempre attuale l’appello di ventimila medici ISDE contro il nucleare e a favore delle rinnovabili
In occasione della COP28 di Dubai la Francia e una ventina di altri Paesi hanno firmato un impegno, per fortuna non vincolante, a “triplicare la capacità di energia nucleare dal 2020 entro il 2050”. La giustificazione sarebbe “il ruolo chiave dell’energia nucleare nel raggiungimento di emissioni globali nette di gas serra/neutralità del carbonio entro o intorno alla metà del secolo”.
Tale decisione è ingiustificabile, insostenibile e inaccettabile.
Non tiene conto dei lunghi tempi necessari per la realizzazione di centrali nucleari, degli elevatissimi costi di realizzazione e di gestione, dei rischi ambientali (Fukushima è solo l’ultimo di una lunga serie di disastri, senza considerare il rischio che stiamo correndo a Zaporizhzhia), dei possibili rischi e dei danni sanitari documentati nonché dell’irrisolto problema dello stoccaggio delle scorie.
Non tiene conto dell’incremento progressivo del costo dell’uranio (da 48 USD/libbra a dicembre 2022 a oltre 81 USD/libbra a dicembre 2023) e delle enormi conseguenze sociali, ambientali e sanitarie legate alla sua estrazione e commercializzazione.
Non tiene conto, in piena emergenza climatica, della necessità di enormi quantità di acqua (sino a 4 miliardi di litri al giorno) per il raffreddamento delle centrali. La Francia è stata recentemente costretta a ridimensionare fortemente la produzione di energia proprio a causa della siccità che ha colpito la Loira, sottraendo acqua ad altre destinazioni vitali.
Negli Stati oggi maggiormente coinvolti nell’utilizzo dell’energia nucleare questa scelta non ha risolto il problema della dipendenza da combustibili fossili, non ha indotto una riduzione significativa delle emissioni di CO2 ed ha avuto conseguenze economicamente rilevanti in termini di dipendenza dall’uranio e di elevato costo dell’energia all’utente finale.
Puntare al nucleare non sarebbe un ponte verso un futuro meno inquinato ma una strada tutta in salita che, allo stato attuale e futuro prossimo della ricerca e della tecnologia, ancora produce rischi incalcolabili e pericolosi ritardi, con conseguenze potenzialmente irreversibili, nel raggiungimento dei livelli necessari di energia pulita.
Mentre si discute ci sono intere città come Friburgo che già da anni hanno raggiunto l’autosufficienza energetica tramite una rete locale diffusa e capillare di fonti rinnovabili, a testimonia che è possibile farlo.
Per tali motivi L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, rilancia l’ancora attualissimo appello di Edmonton con il quale, nel 1996, oltre 20.000 medici e scienziati dell’International Society of the Doctors for Environment (ISDE) raccomandavano “Per il bene dell’umanità, per la sua salute e sopravvivenza … un’urgente inversione delle attuali politiche che favoriscono lo sviluppo nucleare”.