Skip to main content

Stamani alla Camera dei Deputati si è svolto il “question time” durante il quale il Sottosegretario al Ministero della Salute, Marcello Gemmato, ha risposto ad una interpellanza urgente della parlamentare Eleonora Evi in merito alla posizione che il nostro Paese assumerà in occasione del prossimo voto il 12 e 13 ottobre a livello europeo sulla proposta della Commissione di proroga di 10 anni per l’autorizzazione del glifosato. L’attuale autorizzazione, infatti, scade a dicembre e affinché il diserbante possa continuare ad essere utilizzato è necessario l’intervento del Consiglio dell’Ue. Il Sottosegretario ha dichiarato che l’Italia “potrebbe” votare a favore del rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per altri dieci anni.


L’Interpellanza urgente 2-00229, presentata da Eleonora Evi

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per sapere

– premesso che:

  • il glifosato è un erbicida il cui utilizzo è notevolmente aumentato negli ultimi 20 anni: oggi il 60 per cento degli erbicidi al mondo contiene questo principio attivo. Ogni anno ne vengono utilizzate dalle 600.000 alle 750.000 tonnellate e si stima che il suo utilizzo possa arrivare alle 920.000 tonnellate entro il 2025;
  • Il composto, utilizzato nei campi e in ambito urbano e domestico, ha un effetto ad ampio spettro contro le piante infestanti;
  • fin dal 2015 il glifosato è classificato dalla IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro collegata all’OMS, come «probabile cancerogeno» (gruppo 2A) per gli esseri umani, mentre due agenzie europee (EFSA e ECHA) hanno dato parere diverso, pur confermando effetti negativi del prodotto sull’ambiente;
  • sulla sua tossicità si discute da anni e di conseguenza sulla possibilità di vietarne l’utilizzo. Una prova del rischio di esposizione a questa sostanza viene da studi che ne rilevano la presenza nell’uomo. Ulteriori studi dimostrano che il glifosato è una sostanza ad elevata tossicità ambientale capace di alterare la funzionalità degli ecosistemi e degli habitat naturali e ridurre drasticamente la biodiversità;
  • un recente rapporto Ispra sui pesticidi nelle acque italiane evidenzia che le sostanze più diffuse sono proprio il glifosato e il suo metabolita Ampa, dimostrando la sua persistenza in ambiente;
  • una recente ricerca – pubblicata su Environmental Science and Pollution Research – rileva come nel 99,8 per cento dei campioni di urina presenta il glifosato, dimostrando la preoccupante diffusione della contaminazione nella popolazione. Non sono solo gli agricoltori a essere esposti all’erbicida, anche anziani, giovani e bambini che nulla hanno a che vedere con i campi coltivati. Se l’esposizione professionale si conferma come la più elevata, per la popolazione generale la principale fonte di contaminazione è dovuta al consumo di cibo e acqua;
  • il glifosato è altamente dannoso per la biodiversità; in particolare è stato collegato a tossicità cronica nelle specie acquatiche dal comitato di valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA); la scienza indipendente ha rivelato che i prodotti a base di glifosato influenzano negativamente, tra l’altro, il comportamento, la crescita, lo sviluppo, i processi metabolici e il sistema immunitario di diverse specie di api e che costituisce una sostanza problematica per l’estrazione dell’acqua potabile;
  • in Europa il glifosato è sottoposto a una severa regolamentazione, ma il suo uso viene prolungato grazie all’approvazione di continue proroghe dell’autorizzazione in deroga all’impiego del glifosato;
  • la sua licenza per il mercato della UE è stata rinnovata l’ultima volta nel 2017 e per soli 5 anni, dopo una lunga disputa anche scientifica iniziata nel 2015, quando l’organizzazione mondiale per la sanità aveva classificato per la prima volta il glifosato come «probabilmente cancerogeno»;
  • il 23 settembre 2023 la Commissione europea ha proposto di rinnovare per altri dieci anni l’autorizzazione del glifosato con la condizione che l’utilizzo venga accompagnato da misure di mitigazione del rischio riguardanti i dintorni delle aree irrorate dal pesticida;
  • la proposta della Commissione UE dovrà essere esaminata dai rappresentanti dei 27 Stati membri, che dovrebbero poi votarla a maggioranza qualificata nel voto del 13 ottobre 2023. L’attuale autorizzazione del glifosato, rinnovata nel 2017 per cinque anni, era scaduta il 15 dicembre 2022, ma è stata prorogata di un anno, fino al 15 dicembre 2023, in attesa di una valutazione scientifica. Su alcuni danni sanitari e ambientali c’è un largo consenso;
  • le decisioni sull’autorizzazione dei pesticidi devono rispettare il principio di precauzione e garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente, e l’industria dovrebbero sempre dimostrare che i prodotti immessi sul mercato non danneggiano la salute umana o animale o l’ambiente. In caso di incertezza sui rischi di danno, come nel caso delle conclusioni dell’EFSA, il diritto dell’UE e il principio di precauzione impongono alle autorità di regolamentazione di adottare misure di protezione, senza dovere aspettare che i rischi diventino manifesti;
  • oltre un milione di cittadini europei ha chiesto alla Commissione UE con la petizione ICE «Salviamo api e agricoltori» azioni per ridurre l’uso e la pericolosità dei pesticidi;
  • come ricordano le associazioni ambientaliste, ogni ulteriore proroga è in contrasto con quanto indicato dalle strategie europee From farm to fork e Biodiversity 2030 che chiedono di puntare sulla sostenibilità ambientale dell’intero settore agroalimentare attraverso il raggiungimento di obiettivi al 2030 come la riduzione del 50 per cento dei pesticidi, del 20 per cento dei fertilizzanti e del 50 per cento degli antibiotici utilizzati negli allevamenti, il raggiungimento del 25 per cento di terreni agricoli dedicati al biologico a livello europeo, il raggiungimento del 10 per cento di aree agricole destinate a fasce tampone e zone ad alta biodiversità;
  • se il prossimo mese di ottobre 2023 non si intenda votare contro al rinnovo dell’autorizzazione europea del glifosato, per il rispetto del principio di precauzione e per la tutela delle persone e degli ecosistemi. 
    (2-00229) «EviZanellaBonelliBorrelliDoriZaratti».

La risposta del Sottosegretario al Ministero della Salute Marcello Gemmato

La discussione dell’interpellanza dal minuto -1h 20′

Altri Paesi sono contrari

Alcuni importanti Paesi, invece, quali Germania, Francia, Belgio e Austria sono orientati ad astenersi o votare negativamente altre nazioni sono al momento indecise.

D’altra parte numerosi parlamentari europei hanno espresso la loro contrarietà sulla proposta della Commissione (vedi registrazione seduta dedicata): “È diventato dolorosamente ovvio che importanti studi sui rischi per la salute del glifosato non sono stati inclusi nei consigli dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare [EFSA]”, ha detto ad esempio Mohammed Chahim, del gruppo Socialists&Democrats, “Abbiamo bisogno del principio di precauzione… è irresponsabile aspettare di essere sicuri al 100% che il glifosato sia pericoloso.”

La contrarietà di ISDE Italia

Secondo alcuni studi scientifici, l’erbicida più utilizzato in Europa e prodotto dalla tedesca Bayer, provocherebbe disturbi oncologici e aumenterebbe l’insorgenza di patologie dello spettro autistico. La certezza non c’è, ma secondo ISDE Italia, dovrebbe bastare il dubbio a fermare l’approvazione da parte dell’Ue. Per questo motivo l’Isde – insieme ad altre associazioni – ha portato in tribunale la Bayer perché, è l’accusa, non avrebbe presentato la giusta documentazione nella richiesta di approvazione all’utilizzo del glifosato.

“Dal nostro punto di vista in quanto medici, in quanto associazione che si occupa della salute pubblica laddove c’è una piccola probabilità deve vigere il principio di precauzione. Laddove non abbiamo la certezza che una cosa non fa male, in attesa di avere la certezza che non fa male non la si deve utilizzare. (…) Isde sta sostenendo un esposto presso la procura di Vienna dove si va a sottolineare come la più importante azienda produttrice di glifosato non abbia, nella proceduta in un cui ha chiesto la ri-autorizzazione nel mercato europeo non ha presentato all’Ue uno studio molto importante secondo il quale il glifosato potrebbe causare forme di disturbi neurologici – nello specifico autismo – in un campione importante di bambini. La Bayer non ha sottoposto questo studio all’attenzione delle istituzioni europee. Questo dal nostro punto di vista deve invalidare il procedimento e si deve partire da capo”. (dall’intervista di Francesco Romizi – responsabile comunicazione ISDE Italia – a Tele Ambiente.