Il progetto della demolizione e ricostruzione dello Stadio Tardini e poi il suo uso 365 giorni all’anno, anche per attività commerciali e grandi eventi, ha allarmato molti cittadini e non solo quelli dei quartieri coinvolti (Cittadella, Parma centro e Lubiana).
Parma è la quarta città più inquinata d’Italia, situata nella pianura Padana che è, a sua volta, una delle tre regioni più inquinate d’Europa e quella con il con il maggiore carico di mortalità dovuto alle polveri sottili PM 2,5.
La costruzione di questi nuovi stadi multiuso e il loro utilizzo giornaliero tutto l’anno causano ulteriore inquinamento che si somma ai livelli medi delle città. Siamo ben consci delle difficoltà riguardanti la sostenibilità economica di questi stadi, ma destinarli ad un uso commerciale extra-sportivo non deve tradursi in un rischio per la salute dei cittadini dovuto all’inevitabile peggioramento del traffico. I costi sanitari di questo tipo di operazioni, prettamente “economiche” che vanno a vantaggio di pochi, non possono e non devono ricadere più sulla popolazione generale, specie in periodo in cui sono sotto l’occhio di tutti i devastanti effetti dei cambiamenti climatici.
Gli studi degli ultimi trent’anni relativi agli effetti dell’inquinamento sulla salute hanno evidenziato che lo stesso è concausa o correlato significativamente a molte patologie. I principali sistemi interessati sono quello respiratorio, il cardiocircolatorio, il sistema nervoso e non ultimo il sistema immunitario/endocrino e quello della riproduzione.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS/WHO) ha calcolato che l’inquinamento dell’aria ha causato nel 2021 ben 7 milioni di morti, valore in continua crescita; nel 2016 erano 4 milioni! Parliamo di morti evitabili!
In conclusione, la Sezione di Parma dell’ISDE appoggia le richieste di riconsiderare il progetto portato avanti dalla società privata Parma Calcio e dalla Giunta Comunale, e di mirare a un contenimento dei tassi di inquinamento e non al loro aumento.
Il traffico automobilistico va ridotto, non implementato, così come si dovrebbero restituire aree verdi alla città che vede invece costantemente ridursi il suolo libero da insediamenti.
Medici per l’Ambiente Parma