“IL Bisfenolo A, la Microcistina -LR e i PFAS- sostanze perfluoroalchiliche abbiano il loro valore limite fissato in zero”
L’Associazione medici per l’ambiente – ISDE, ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Salute e della Transizione ecologica, ai Senatori e ai Deputati del Parlamento Italiano, con osservazioni urgenti in merito al recepimento della nuova Direttiva europea 2020/2184 del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.
La Direttiva 2020/2184 introduce la ricerca nelle acque ad uso potabile e fissa valori di parametro per nuovi elementi ovvero per il Bisfenolo A, il Clorato e il Clorito, gli Acidi Aloacetici, la Microcistina-LR, i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) totale e somma di PFAS e l’Uranio.
Come evidenziato da una copiosa e consolidata letteratura scientifica nazionale ed internazionale, il Bisfenolo A, la Microcistina-LR, i PFAS – sostanze perfluoroalchiliche e l’Uranio sono sostanze tossiche, dotate di azione di interferenza endocrina, cancerogene, mutagene e i PFAS hanno anche attività immunotossica e neurotossica, particolarmente nell’età evolutiva.
In ossequio quindi al Dettato Costituzionale in materia di salute e prevenzione e al Principio di Precauzione, come sancito dal Trattato di Maastricht dell’Unione europea, l’Associazione chiede che il BisfenoloA, la Microcistina-LR, i PFAS abbiano il loro valore limite fissato in zero nelle acque ad uso potabile.
Per l’Uranio – in considerazione della sua presenza ubiquitaria nell’ambiente naturale- si ritiene accettabile e solo temporaneamente, un limite e/o uguale a 30 microgrammi/litro, anche se sarebbe meglio fissare un valore corrispondente alla mediana dei valori riscontrati in Italia. Si deve infatti considerare, per queste come per altre sostanze già normate, il cosiddetto effetto cocktail, relativo a sostanze tossiche e/o cancerogene e/o mutagene e con azione di interferenza endocrina che, se anche rilevate singolarmente entro le concentrazioni previste dalla nuova Direttiva, possono tra loro realizzare effetti di sinergia e amplificazione tali da configurare rischio per la salute umana.
Qualora quindi venissero riscontrati valori superiori allo zero per il Bisfenolo A, la Microcistina-LR, i PFAS e l’Uranio, le acque in questione dovranno essere considerate come inadatte all’uso umano e si dovranno prendere tutti i provvedimenti necessari per il loro disinquinamento e protezione.
Il Decreto legislativo n.31/2001, tuttora vigente, che recepiva la precedente Direttiva europea inmateria di acque potabili, afferma all’articolo 4 che: “1. Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite .2. Al fine di cui al comma 1, le acque destinate al consumo umano a) non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana.”
Questo articolo è fondamentale per la protezione della salute umana; pertanto, il recepimento della nuova Direttiva europea dovrà avvenire in senso maggiormente cautelativo e restrittivo, per non venir meno allo stesso spirito di più approfondita protezione della salute che la ispira.
Ricordiamo che già il 13 dicembre 2012 la XII Commissione “Affari sociali” della Camera votò all’unanimità una risoluzione per la revoca di uno schema di Decreto ministeriale, che se approvato avrebbe consentito di fatto di erogare come potabile acqua in realtà contaminata dalla microcistina-LR, prodotta da fioriture di specie tossiche di Cianobatteri, responsabile di sinergia da bioaccumulo, azione di interferenza endocrina e classificata come elemento cancerogeno di classe 2b, secondo l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro-Iarc.