Venerdi 12 Gennaio 2024, dalle ore 17, presso l’Auditorium della Biblioteca Sebastiano Satta di Nuoro, l’Associazione dei Medici per l’Ambiente ISDE Sardegna organizza l’incontro pubblico sul caso Ottana, dalle macerie industriali alle speranze di cambiamento nell’ambito di lavoro, ambiente e salute.
Un incontro-dibattito che seguirà alla proiezione del film documentario “Dopo il Futuro” del regista nuorese Antonio Sanna.
Il docu-film “Dopo il Futuro” indaga la fase successiva alla chiusura di Ottana Polimeri e la fine del sogno industriale nella Media valle del Tirso e rappresenta il seguito del documentario “Senza passare dal Via” che racconta le origini e la storia del Polo Petrolchimico di Ottana.
Antonio Sanna porta sullo schermo le testimonianze di tanti protagonisti, dai semplici cittadini ai molti ex-operai di Ottana e dei paesi del territorio, dei sindaci di Ottana del passato e del Sindaco attuale ai Sindaci dei paesi limitrofi. Si rappresenta con molto realismo lo sconcerto e il dramma per la perdita del lavoro collegato alle fabbriche dell’insediamento industriale ma anche le esperienze di chi tenta di risollevarsi con nuove iniziative imprenditoriali più consone ai bisogni del territorio che riscopre la sua naturale vocazione legata all’ambiente e alle tradizioni locali.
Non è mai facile capire le cause, mettere in fila gli effetti, comprendere le responsabilità e le prospettive, ma la lettura del docu-film dal punto di vista di Medici per l’Ambiente è l’importante rilievo del lato umano della storia, che rende visibile la sofferenza individuale e collettiva dovuta alla disoccupazione dopo il fallimento industriale di questa area della Sardegna ma, soprattutto, emerge il disastro ambientale con evidenti ricadute sociali e sanitarie, tuttora in essere. I dati epidemiologi disponibili sullo stato di salute della popolazione del Nuorese, tra cui quella residente in territori sottoposti ad esposizione pluridecennale di fattori inquinanti di natura ambientale, non possono essere ancora ignorati ma devono essere utilizzati a favorire un impegno, una programmazione per misure opportunamente correttive ed ottenere una migliore salubrità ambientale in quel territorio finalizzandola alla tutela della salute collettiva.
Pertanto, sentiamo il dovere di considerare indispensabile un completo ripensamento dell’attuale modello di sviluppo e dell’intero sistema economico non solo a livello locale ma anche regionale, che ha bisogno di riconoscere la centralità del binomio ambiente–salute; l’ambiente è uno dei determinanti fondamentali della salute umana e la qualità di entrambi dipende fortemente dalle scelte politiche che li coinvolgono. Diritto alla salute o diritto al lavoro? Di fronte a due diritti egualmente tutelati dalla Costituzione, qual è la ratio che stabilisce quale dei due sia prioritario rispetto all’altro? In un periodo di crisi economica ed occupazionale, la tutela del posto di lavoro è davvero da difendere anche a costo della vita?
La risposta sta nei principi dell’economia circolare e non nei processi produttivi lineari che bruciano energia fossile, producono inquinamento e rifiuti. La risposta è ricorrere a scelte sostenibili per limitare il livello di rischio sanitario dei Sardi e nel caso specifico degli abitanti di Ottana e dintorni ma deve essere chiara la volontà di far diminuire la “produzione” di malati. ISDE ritiene che non va demonizzata l’evoluzione tecnologica e industriale né il progresso delle infrastrutture, ma va cambiata l’unità di misura per valutarli: questa non può più essere un PIL che non tenga conto del benessere dell’uomo e dell’ambiente che lo ospita, e non può prescindere dal preferire sviluppi imprenditoriali e scelte politiche che siano pienamente sostenibili. Ragionando in termini medici, per interrompere la devastazione ambientale e la crescita epidemiologica bisogna agire con la prevenzione primaria (rimuovere le cause note delle patologie prima che queste insorgano) e utilizzare l’analisi epidemiologica del rischio (non solo quella di danni già avvenuti). D’altra parte vivere nel contesto di siti inquinati ( Ottana e altre aree simili in Sardegna ) significa avere grande necessità di un’adeguata assistenza sanitaria pubblica, non solo per la gestione delle patologie acute e tumorali ma anche per la gestione delle patologie croniche e invalidanti. La Sanità Pubblica deve essere potenziata e deve rimanere il fulcro dell’assistenza sanitaria così da continuare ad assicurare elevati livelli di prestazioni, in forma di prevenzione, diagnosi, assistenza e cura a tutti i cittadini. Vorremmo, pertanto, decisori politici interessati a risolvere i problemi ambientali ponendo domande corrette finalizzate a risposte scientifiche e tecnologiche corrette, oltre che economiche e di mercato. Vorremmo che le risposte possano essere tese a minimizzare gli impatti ambientali, sociali e sanitari per evitare di accrescere i benefici di pochi a discapito della collettività, tra le quali l’attuazione delle necessarie bonifiche, per ridare un futuro possibile a territori devastati. Vorremmo venissero predilette le strategie di prevenzione per riaffermare che la salute è una priorità nell’ambito delle scelte politiche e che il criterio di scelta è la qualità della vita e non l’interesse economico.
Ospiti della serata, insieme al regista, saranno il Dr Domenico Scanu, presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente di ISDE Sardegna, l’Avv. Sabina Contu, segretario nazionale dell’Associazione Italiana Esposti all’Amianto (AIEA), S.E. Monsignor Antonello Mura vescovo di Nuoro e di Lanusei, la Dr ssa Claudia Zuncheddu della Rete Sarda in Difesa della Sanità Pubblica e Gian Paolo Marras, ex-operaio ed ex-Sindaco di Ottana. Moderano il dibattito il Dr Sandro Biccai dell’Associazione Culturale Nino Carrus e il Dr Francesco Carta referente dell’Associazione Medicina Democratica.