27 Associazioni contadine, del biologico, ambientaliste e della società civile lanciano in Italia la raccolta firme per garantire che i nuovi OGM rimangano regolamentati e con un’etichettatura trasparente!
Il Coordinamento Italia libera da OGM – C.I.L.O. – composto da 27 associazioni contadine, ambientaliste e della società civile – lancia la campagna italiana #ItaliaLiberadaOGM per promuovere la petizione europea #IchooseGmofree che
mobiliterà i cittadini comunitari con l’obiettivo di prevenire la deregolamentazione dei nuovi OGM.
Sarà possibile firmare la petizione on line su diverse pagine web, ma tutte le informazioni passeranno attraverso la pagina Facebook “ITALIA LIBERA DA OGM – vecchi e nuovi”; è inoltre possibile partecipare attivamente alla raccolta firme contattando il coordinamento all’email: italialiberadaogm@gmail.com.
L’iniziativa nasce da un’ampia coalizione europea ed in Italia vede coinvolto il Coordinamento Italia Libera da OGM, che in questi anni ha ripetutamente denunciato e fermato i tentativi di deregolamentare l’iter legale per la coltivazione dei nuovi OGM a scapito del principio di precauzione e dei diritti dei consumatori e dei produttori.
Questa pressione per una liberalizzazione viene dalle organizzazioni dell’agroindustria e delle imprese sementiere, e si estende a livello europeo nel tentativo di forzare le regole per aggirare i requisiti giuridici che regolano il rilascio dei nuovi OGM in campo, la loro tracciabilità lungo le filiere e la loro etichettatura.
L’intera filiera agroalimentare italiana, convenzionale e biologica, è nota in tutto il mondo anche per il fatto che da oltre vent’anni il nostro paese ha deciso di restare libero da OGM. Questa decisione, grazie anche ad una legislazione sempre più stringente, rappresenta una chiave della forza commerciale e della garanzia di qualità del nostro cibo sul mercato. La deregolamentazione dei nuovi OGM metterebbe invece a rischio l’intero comparto con conseguenze irreversibili. Per questo la richiesta delle organizzazioni è che la sperimentazione resti nei laboratori accreditati e il rilascio rimanga sottoposto alle attuali condizioni della Direttiva UE del 2001, che obbliga a valutare accuratamente il rischio, tracciare ed etichettare gli organismi geneticamente modificati.
Che anche le nuove biotecnologie di editing del genoma, affermatesi negli ultimi dieci anni, producano a tutti gli effetti degli OGM, è sancito da una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 25 luglio 2018. Questa sentenza oggi rischia di essere messa in discussione e aggirata riscrivendo le norme che regolano il settore ed esentando le nuove biotecnologie dal perimetro della legge europea. Ciò aumenterebbe i rischi di contaminazione irreversibile delle colture convenzionali e biologiche da parte dei nuovi OGM, con la ovvia conseguenza di compromettere tutti i vantaggi derivanti dall’aver perseguito una politica che ha tenuto il nostro paese libero da OGM.
La promessa dei difensori delle nuove biotecnologie è che i nuovi OGM permetteranno una maggior resilienza delle colture al cambiamento climatico e consentiranno una riduzione dell’uso della chimica in agricoltura. Le organizzazioni della Coordinamento Italia Libera da OGM sostengono invece che i prodotti ottenuti con l’editing del genoma non risolveranno la crisi climatica, ne aumenteranno la sostenibilità o ridurranno l’uso di fitofarmaci, e nemmeno miglioreranno le rese delle produzioni agroalimentari. Solo
l’agricoltura biologica, l’agroecologia, le scelte responsabili di produttori e consumatori potranno assicurare la tutela della biodiversità, la riduzione effettiva di pesticidi ed erbicidi, la produzione di cibo sano in un ambiente sano.
“Con questa petizione – spiegano le associazioni – chiediamo dunque alle cittadine e ai cittadini di fare pressione sul nostro governo, il Presidente del Consiglio e i ministri dell’Agricoltura, della Transizione ecologica e della Salute e sulle istituzioni europee,
affinché la normativa basata sul principio di precauzione non venga smantellata per favorire i colossi dell’agribusiness. L’Italia deve restare un paese libero da OGM e i consumatori devono poter contare su una reale libertà di scelta e su un’informazione ed etichettatura trasparente. Per il bene di tutti evitiamo che per il guadagno di pochi si metta a rischio il futuro economico ed ecologico dell’agricoltura”.