Nel longform Come i Pfas hanno contaminato l’Italia, pubblicato su Lifegate, è stata riportata la dichiarazione di Francesco Bertola (ematologo e presidente della sezione di Vicenza di Isde, Associazione Medici per l’Ambiente). “Le analisi che i cittadini della zona rossa sono chiamati a fare sono indispensabili per certificare la presenza dei Pfas nel sangue, e attuare una sorveglianza sanitaria sulla popolazione, ma una vera e propria campagna preventiva richiederebbe di più”. Isde fin dal 2013 parla apertamente alla popolazione del rischio d’esposizione: “I Pfas interferiscono con l’azione degli ormoni e danneggiano il sistema endocrino. Quando nel 2017 la Regione Veneto ha iniziato a campionare la fascia adulta, mi sono chiesto perché non iniziare con chi ha un problema ormonale o le donne incinte? In questi ultimi anni diversi studi scientifici, statunitensi ma anche veneti, hanno confermato la correlazione tra Pfas e pressione alta, colesterolo e preeclampsia. Ma non ci sono comunicazioni dirette alle vittime di queste patologie”, insiste Bertola, che porta avanti uno studio indipendente destinato ai giovani maschi per prevenire tumori ai testicoli, grazie agli attivisti come le Mamme No Pfas, nate nel 2017 e diventate protagoniste della lotta ai Pfas.