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In Veneto, ormai da anni, è in atto una delle emergenze sanitarie ed ambientali più gravi che il nostro Paese abbia mai dovuto affrontare: la contaminazione da PFAS.
Il 16 gennaio si presenta a Roma il rapporto dell’Associazione Medici per l’Ambiente.

«In Veneto, ormai da anni, è in atto una delle emergenze sanitarie ed ambientali più gravi che il nostro Paese abbia mai dovuto affrontare. La contaminazione da PFAS venuto alla luce nell’estate del 2013, a seguito del perpetrato sversamento in falda degli scarti di produzione dell’azienda Miteni di Trissino, oggi a processo, non riguarda “solo” la seconda falda acquifera più grande d’Europa e l’insieme delle acque potabili delle tre province coinvolte (Vicenza, Padova e Verona) ma anche e soprattutto la salute di oltre 500mila cittadini, in primis, bambini e future generazioni»: così Sara Cunial, deputata del Gruppo Misto, che annuncia un incontro a Roma proprio sul tema per giovedì 16 gennaio.

«La Regione Veneto continua a prorogare gli interventi necessari e a rimandare la realizzazione di quegli studi essenziali per capire di che portata è il danno alla popolazione – spiega Cunial – Non solo i lavori per la costruzione di nuovi acquedotti procedono con enorme ritardo tanto da dover richiedere una proroga, ma anche gli studi epidemiologici adeguati per poter stabilire la portata del danno alla salute dei cittadini, non sono ancora stati avviati».

L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente- ISDE ha pubblicato un position paper scientifico che spiega cosa sono i PFAS, quali danni alla salute causa e, nello specifico, quali azioni le Istituzioni del Veneto dovrebbero attuare. Per tali sostanze, come per molte altre sostanze tossiche e cancerogene, non è ancora stato identificato un livello minimo di concentrazione, nelle acque a uso umano come nelle altre matrici fondamentali per la vita, che possa essere considerato innocuo in termini sanitari.

Tale evidenza scientifica assume particolare rilievo per le fasce di popolazione maggiormente a rischio (età pediatrica e gravidanza) ed esposte cronicamente, anche considerando le conseguenze del bioaccumulo e le inevitabili interazioni con altre sostanze inquinanti presenti nelle matrici ambientali. Pertanto, nel rispetto dei principi di precauzione e di prevenzione e indipendentemente dai limiti imposti dalla legge, la concentrazione di PFAS nelle acque dovrebbe tendere a zero.

Di tutto questo si parlerà giovedì 16 gennaio dalle 13.00 alle 14.00 presso la Sala stampa della Camera dei Deputati (in Via della Missione n. 4, Roma), durante la conferenza stampa in cui il Dottor Roberto Romizi, presidente di Isde Italia e il Dottor Vincenzo Cordiano, Presidente di Isde Veneto e tra i promotori dello studio su Pfas in Veneto presenteranno il position paper e il Dottor Ing. Pietro Paris (ISPRA) tratterà della pericolosità delle sostanze perfluoro alchiliche e del relativo rischio ambientale, soffermandosi sulle azioni in atto a livello Europeo per la gestione dei rischi e le restrizioni già definite e previste.  Modera Giorgio Galleano, giornalista Rai.

 

Si prega di accreditarsi alla conferenza stampa inviando una mail a ufficio.stampa.mov@gmail.com entro e non oltre le ore 10.00 del 15 gennaio 2020.