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PFAS, una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa

ISDE Italia ha pubblicato il volume “PFAS, una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa” a cura di Vincenzo Cordiano e Vitalia Murgia.

Questo libro è una raccolta di saggi scritti da esperti nazionali e internazionali sui cosiddetti “composti chimici per sempre”. Le sostanze perfluoroalchiliche, conosciute come PFAS, sono diventate una presenza onnipresente nella nostra vita quotidiana, dai rivestimenti antiaderenti alle attrezzature da cucina fino agli impermeabili e ai prodotti per la cura personale. 

Tuttavia, dietro a questa diffusa presenza si celano numerose problematiche che la politica, il sistema produttivo e i cittadini devono affrontare. In “PFAS. Una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa”, gli autori ci guidano attraverso un viaggio informativo e rivelatore nel mondo dei PFAS, esponendo la loro storia, la loro diffusione e gli impatti che hanno sulla salute umana e sull’ambiente. 

Molti PFAS sono interferenti endocrini e alcuni sono cancerogeni, per cui sono stati chiamati in causa in molte delle malattie croniche-degenerative che affliggono l’uomo moderno e in alcuni tipi di cancro. 

Attraverso una ricerca approfondita e accessibile, il libro getta luce sulle connessioni tra i PFAS e questioni cruciali come l’inquinamento dell’acqua potabile, le malattie croniche, i rischi per la biodiversità e le numerose mobilitazioni che sono state promosse per fermare la loro diffusione.

Abstract dei contenuti dei singoli capitoli

Introduzione

Roberto Romizi riassume brevemente le iniziative di avocacy promosse da ISDE fin dal 2013 in favore della popolazione contaminata, delle  associazioni ambientaliste  e dei movimenti espontanei di cittadini  sorti successivamente per difendere la propria salute. Tali iniziative si sono tradotte in centinaia di incontri pubblici nei quali i medici ISDE hanno svolto un’opera di vera e propria (contro)informazione  scientifica, hanno promosso in prima persona convegni scientifici di elevato livello durante i quali hanno contribuito ad elaborare raccomandazioni e linee guida per i medici e i pediatri di famiglia, hanno allacciato rapporti con ONG europee e italiane partecipando alla scrittura di proposte di legge per la messa al bando dei PFAS dagli usi non essenziali.

Capitolo 1

Stefano Polesello, ricercatore ​IRSA-CNR che, assieme alla sua collega Sara Valsecchi, per primo dimostrò la diffusione dei PFAS in diverse regioni italiane, descrive le proprietà chimico-fisiche dei composti perfluorurati che sono alla base sia del loro successo in una miriade di prodotti  di consumo quotidiano e di applicazioni industriali, sia della loro resistenza ad ogni trattamento, che li rende praticamente indistruttibili ed eterni e in grado di accumularsi nel sangue e nei tessuti degli esseri viventi.

Capitolo 2

Cinzia Tromba, giornalista e divulgatrice scientifica, ripercorre le principali tappe che negli Stati Uniti e nel resto del mondo, Italia compresa, hanno portato alla scoperta delle migliaia di siti contaminati da PFAS. L’autrice ricorda brevemente anche il comportamento doloso delle multinazionali, soprattutto la 3M e la DuPont che, pur conoscendo i dati sulla tossicità dei PFASnell’uomo e negli animali di laboratorio, la loro ubiquitariapresenza nel sangue degli abitanti e degli ecosistemi anche delle zone più remote del pianeta, nascosero volontariamente le prove e si rifiutarono di fornire i dati alle autorità. La colpevole condotta delle due multinazionali, e degli altri produttori italiani ed europei di PFAS, ha impedito  per almeno tre decenni che il pubblico prendesse coscienza della gravità del problema e alla comunità scientifica di condurre studi indipendenti che avrebbero potuto meglio salvaguardare la salute umana e ambientale.

Capitolo 3

Vicenzo Cordiano elenca  in modo dettagliato i prodotti di uso quotidiano contenenti PFAS, i settori industriali e i processi produttivi che impiegano i composti perfluoroalchilici. Si evidenzia come, a causa della presunta insostituibilità di queste molecole, probabilmente vera soltanto per una minoranza di prodotti, per esempio alcuni farmaci e strumenti medicali, il loro consumo è previsto in progressivo aumento nei prossimi decenni. Di conseguenza, in assenza di restrizioni al loro utilizzo e di misure atte ad impedirne lo sversamento nell’ambiente, anche la concentrazione totale  dei PFAS nelle matrici ambientali e nel sangue umano è destinata ad aumentare.

Capitolo 4

L’approccio One Health nella gestione della filiera agroalimentare è descritto da Alberto Mantovani, secondo il quale  la contaminazione pervasiva da sostanze persistenti come i PFAScostituisce un esempio fondamentale dell’ approccio integrato e unificante per la tutela della sicurezza alimentare e degli aspetti ambientali a essa correlati a partire dagli organismi viventi che producono alimenti e dall’ambiente in cui vivono. L’autore ripercorre le modalità di contaminazione della catena alimentare e i meccanismi di bioaccumulo dei PFAS  negli alimenti in Europa mettendo l’accento sulla necessità di un coinvolgimento multidisciplinare per una corretta valutazione del rischio nell’ottica della visione One Health.

Capitolo 5

Il biomonitoraggio può essere definito come la sorveglianza continua dell’esposizione degli esseri viventi alle sostanze tossiche effettuata mediante il loro dosaggio nelle matrici biologiche. Il dosaggio dei PFAS nel sangue periferico è correntemente impiegato per valutare l’esposizione a queste molecole sia nella popolazione generale che negli studi occupazionaliEssendo molecole estranee all’organismo e non soggette a metabolismo, sono considerate di per sé come i migliori marcatori di esposizione. Gli studi di biomonitoraggio hanno permesso di dimostrare la presenza dei PFAS nella quasi totalitàdella popolazione del pianeta.

Capitolo 6

Vincenzo Cordiano e Francesco Bertola spiegano le vie di penetrazione dei PFAS nel nostro corpo a partire dalla vita intrauterina. Sono inoltre elencate le principali malattie cronico-degenerative e tumorali associate ai PFAS. Gli autori mettono in evidenza, da un lato, come non esista un livello di PFAS nel sangue sicuramente privo di effetti tossici per la salute umana e, dall’altro, l’importanza della dose cumulativa, cioè il prodotto della combinazione della concentrazione ematica e della durata dell’esposizione. In altre parole, le malattie associate ai PFASpossono comparire anche in soggetti con piccole quantità nel loro sangue ma esposti per molti anni oltre che in quelli con alteconcentrazioni ma esposti per un lasso di tempo minore. 

Capitolo 7

“Tossicità per lo sviluppo dei PFAS ed effetti dei danni da esposizione nella prima infanzi” a  è il titolo del capitolo scritto dal Prof. Philippe Grandjean. L’autore nella prima parte stigmatizza il doloso comportamento delle multinazionali che hanno nascosto ad arte per decenni i risultati degli studi interni che avevano dimostrato fin dagli anni 1960 l’ubiquitaria diffusione dei PFASnell’ambiente e nel sangue umano e la loro tossicità per gli esseri viventi. Nella seconda parte del capitolo, l’insigne studioso rivede la sconfinata letteratura dalla quale si evince la tossicità multisistemico dei PFAS in particolare sul sistema immunitario, sul metabolismo glicolipidico e sulla salute riproduttiva dei bambini e degli adulti.

Capitolo 8

In questo capitolo, a cui hanno contribuito vari insigni studiosi,dal titolo TECNOLOGIE DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE DALLE SOSTANZE PERFLUORO ALCHILICHE (PFAS) si introduce il lettore alle complesse tecnologie di trattamento ed eliminazione dei PFAS dall’acqua e dal suolo. La bonifica delle matrici ambientali contaminate dai “composti chimici eterni” è resa difficoltosa dalla loro stabilità e dallo loro pervasiva diffusione fin nelle aree più remote del pianeta. Questo implica la necessità di trattare volumi enormi di materiali e lo sviluppo di tecnologie in grado di decontaminarli  a costi sostenibili.

Capitolo 9

Vitalia Murgia passa in rassegna i gravi problemi di decontaminazione posti dall’inquinamento planetario da composti perfluoroalchilici, anche di quelli a catena corta, e dai nuovi PFAS con i quali l’industria ha sostituito quelli di prima generazione. Il capitolo può essere considerato come un’integrazione del precedente, in quanto si sofferma principalmente sulle problematiche derivanti dal trattamento mediante incenerimento dei PFAS e dalla gestione del percolato delle discariche che, anche quando effettuati secondo le migliori tecnologie oggi disponibili, rischiano di perpetuare il circolo vizioso dei forever chemicals.

Capitolo 10

Pietro Paris ripercorre le numerose tappe che hanno portato al   complesso quadro di leggi e regolamenti che in Europa e in Italia sono stati emanati con il fine di proteggere la salute umana e ambientale e di limitare la diffusione dei PFAS più noti. L’autore ci ricorda che l’inquinamento da PFAS non conosce confini e barriere amministrative e non può essere risolto a livello di singoli stati, ma richiede interventi globali volti a prevenire i rilasci di queste sostanze. Le azioni intraprese in Europa, che si è dotata di una legislazione all’avanguardia nel  mondo, offrono l’opportunità di proteggere la salute dei cittadini europei e dell’ambiente e promuovono allo stesso tempo l’innovazione perla sintesi disostanze chimiche più sicure.

Capitolo 11

Alberto Peruffo, storico attivista ambientale del vicentino, redige una breve storia della mobilitazione dei cittadini residenti nelle aree della Regione Veneto  contaminate dai PFAS. Peruffo dimostra che la Giunta Regionale e altre istituzioni regionali e nazionali, che all’inizio avevano cercato di minimizzare i rischi per la popolazione e l’entità del disastro ambientale, sono state costrette a imprimere un cambio di rotta al loro comportamento dall’incessante pressione esercitata congiuntamente da neonati movimenti locali e da numerose associazioni ambientaliste di rilevanza nazionale e internazionale.

Capitolo 12

Giancarlo Liva è uno dei tanti giornalisti d’inchiesta europei che hanno partecipato al Forever Pollution Project che ha portato alla pubblicazione della prima, e finora più completa, mappa dei siti europei  contaminati da PFAS. L’autore analizza approfonditamente in particolare il problema del rilascio e destino dei PFAS emessi dai camini della fabbrica ex Solvay di Spinetta Marengo in provincia di Alessandria e da quelli della Chemvron di Legnago (VR), dove vengono “rigenerati” mediante trattamento termico i filtri a carbonio attivi utilizzati per la filtrazione delle acque potabili nella zona rossa veneta.

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