Giovedì 11 luglio si è tenuto il Webinar online promosso da ISDE Italia per presentare il volume “PFAS: una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa” a cura di Vincenzo Cordiano e Vitalia Murgia.
Si è tratata tratta di un’occasione importante per approfondire la tematica dei PFAS e il loro impatto sulla nostra salute e sull’ambiente. Una questione a cui ISDE Italia sta dedicando grande attenzione e che si sta dimostrando di interesse generale per tutti i territori.
Durante il webinar, coordinato da Francesco Romizi (responsabile comunicazione ISDE Italia) soono intervenuti:
- Vitalia Murgia – Pediatra ISDE
- Vincenzo Cordiano – Medico ISDE
- Stefano Polesello – Ricercatore CNR
Stefano Polesello (ricercatore CNR) ha illustrato le caratteristiche chimiche dei PFAS, che li rendono di largo utilizzo in molti campi indiustriali, particolarmente persistenti e pervasivi, con effettivi largamente estesi e dannosi in campo ambientale – ha in particolare parlato del caso Veneto, dove è stata contaminata un’area di circa 250 chilometri quadrati, coinvolgendo circa 150mila persone – con conseguenti impatti sulla salute umana.
Vincenzo Cordiano (Medico ISDE), ha illustrato la sua esperienza maturata sul campo come responsabile di ISDE Vicenza, in seguito all’inquinamento prodotto dallo stabilimento Miteni, che ha interessato una larghissima parte del Veneto. Ha sottolineato il fatto che ognuno di noi entra in continuazione in contatto con i PFAS che sono presenti in tantissimi prodotti, anche alimentari, cosmetici (ad esempio le creme solari), tessuti, ecc. Si trovano anche in aria e nell’acqua piovana. Questo fa sì che se ne trovi traccia nel sangue di tutti, anche chi si trova molto lontani dagli hotspot noti. La concentrazione media nella popolazione generale si aggira sui 5-10 ng/millilitro di sangue. Essendo sostanze artificiali non dovrebbero esserci nel nostro sangue, essendo interferenti endocrini possono avere effetti sulla salute anche a livelli molto contenuti.
Vitalia Murgia (Pediatra ISDE) ha sottolineato come non sia possibile ripulire il mondo dalle sostanze perfluoroalchiliche, riversate nell’ambiente da più di cento anni, che determinano ormai un vero e proprio circolo vizioso. Ha evidenziato che i PFAS sono tossici a bassissime dosi.
Sono necessarie temperature di 1.400 gradi per abbattere solo alcune di queste sostanze, e nella combustione si possono ricombinare altri PFAS, oltre a produrre gas serra particolarmente dannosi, per questo è illusoria la prospettiva di cercare di eliminarli attraverso gi inceneritori, come evidenziato in dettaglio nel libro.
Ha citato gli studi USA per capire come fare per eliminarli, senza individuare un sistema davvero efficace applicabile a livello industriale Non esistono standard per misurare tutti i PFAS: secondo EPA (Agenzia USA per l’ambiente) riusciamo a misurare l’1% dell’insieme dei PFAS.
Ha sottolineato la necessità di mettere urgentemente al bando i PFAS, almeno fino a quando non si troverà sistemi davvero efficaci per eliminarli, che al momento ha ribadito non ci sono.