L’Isde di Vercelli presenta una parte del Referto Epidemiologico Comunale (REC) sulla citta di Vercelli che di recente è stato condotto dall’Epidemiologo Valerio Gennaro sulla città di Taranto e a livello locale dal Dr.Christian Salerno sul Comune di Trino nel contesto delle attività dell’Osservatorio Comunale Trinese (OSAT).
Il REC , spiegano i referenti ISDE, risulta utile per valutare lo stato di salute complessivo di una comunità in uno specifico ambito temporale, territoriale, il numero delle cause dei decessi, per individuare la diffusione e l’andamento di specifiche patologie e identificare eventuali criticità di origine ambientale; in particolare per quanto riguarda la nostra indagine i dati si riferiscono alla mortalità complessiva dal 2009 al 2020 con 11786 decessi (con una media di 982 eventi annui).
Adoperando i dati nella relazione Ambiente-Salute elaborata dal Tavolo tecnico dell’ASL VC (Giugno 018) e dallo studio Arpa (2015) sull’inceneritore di Vercelli si è cercato di evidenziare/confermare alcuni possibili rischi in aree/siti contaminati ove la popolazione può risultare maggiormente esposta ai pressanti ambientali.
L’analisi dei rischi di mortalità standardizzati (SMR) sono stati condotti su circa 500 sezioni censuarie del capoluogo per la mortalità complessiva, suddivisi per gruppi di età, genere e anno di decesso; gli incrementi sono stati stimati non rispetto ad una popolazione esterna (ad esempio la regione Piemonte) ma verso il dato medio complessivo del capoluogo; pertanto, specificano i ricercatori ISDE, essendo il valore medio complessivo della città 1 abbiamo evidenziato sezioni con incrementi di mortalità superiori all’1, altri in
linea con questo valore e infine zone cittadine con SMR inferiore a 1 perciò con rischi ridotti.
Le prime analisi per gruppi di età hanno ad esempio evidenziato (vedi cartografia) una sensibile maggioranza di sezioni censuarie (con valori di rischio statisticamente significativi) nell’area di ricaduta dell’inceneritore (colore giallo) ; in particolare diventano evidenti le distribuzioni degli eccessi negli under 40 anni (pallini blu) nella zona gialla (12sezioni su 190 interessate rispetto a 6 su 284 senza ricaduta immissiva dell’inceneritore). Inoltre è rilevabile un gradiente da est a ovest vista l’assenza di incrementi (pallini blu) sia nel centro storico che nel quartiere Cervetto; infine alcuni degli incrementi sempre under 40 si osservano in aree periferiche e/o deprivate.
Considerazioni similari per gli under 64anni (pallini rossi) dove si osserva una minore discrepanza tra area gialla e non con 11 sezioni censuarie per valori di SMR in eccesso in entrambe le zone. Tali considerazioni fanno ipotizzare che nelle aree interessate dalla ricaduta immissiva del polo sud industriale vi sia una precocità di mortalità che interessano fasce di età più giovani specialmente negli under 40 e meno nel gruppo di età 40-64 anni dove probabilmente i fattori occupazionali e voluttuari mitigano i danni degli inquinanti di origine ambientale.
Infine adoperando il modello di ricaduta immissiva di ARPA si sono stimati i rischi di mortalità complessiva per età a seconda del livello di NOx (vedi TABELLA) che corrisponde anche alla distanza dei deceduti dall’impianto (più alto il valore di NOx maggiore è la vicinanza) : si osserva complessivamente per entrambe i generi e nel totale una graduale riduzione dell’SMR, perciò della mortalità, man mano che ci si allontana dall’impianto; infine diventano irrilevanti le differenze di rischio a concentrazioni di NOx molto piccole (>0,5-1,5ng/m3). Consideriamo molto importante il dato del genere femminile in quanto indicatore di maggiore residenzialità e di occupazioni lavorative a minor rischio espositivo.
Da notare un eccesso del 3% per il totale genere e un 5% nelle donne anche nell’area non interessata dalla ricaduta immissiva dell’impianto a conferma della presenza di ulteriori pressanti/fattori di rischio da considerare sia a livello ambientale che come rischi personali.
Questa prima parte del REC ha confermato un possibile nesso tra la ricaduta del polo sud industriale e l’area cittadina interessata dalla ricaduta immissiva dell’impianto specialmente per quanto concerne la maggior precocità di morti nei soggetti giovani-adulti. Anche la correlazione tra la distanza dei deceduti e l’impianto attraverso la concentrazione di NOx conferma i rischi derivanti dell’inceneritore che ad oggi (impianto chiuso nel 2013) non sembrano ancora ridursi.
Come Isde si vorrebbe procedere ad ampliare il REC anche per altre cause di mortalità e per farlo auspichiamo nel sostegno economico di enti e onlus locali che hanno a cuore la prevenzione primaria e salute dei vercellesi.
In conclusione questi primi dati secondo ISDE, dovrebbero portare gli enti preposti a rivedere la costruzione di nuovi impianti insalubri limitrofi all’area sud del capoluogo (vedi ad esempio Pallets) che inevitabilmente andrebbero nuovamente a incidere in zone cittadine che ancora pagano gli effetti sanitari di pregressi impianti industriali.
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